newsrimini.it

Tagli di stipendio per alcuni medici del 118. Ausl dovrà pagare arretrati

repertorio

L’Ausl Romagna è stata condannata dal Tribunale del Lavoro di Ravenna a risarcire alcuni medici del 118 a cui nel 2022 erano stati applicati tagli dello stipendio. Un contenzioso nato dal rifiuto di alcuni camici bianchi di aderire al progetto di supporto degli ospedali varato dall’Azienda sanitaria, in particolare rifiutandosi di prestare servizio nei Pronto Soccorso. Da ottobre 2022 era poi intervenuto il nuovo accordo integrativo regionale, che aveva sanato la situazione.

A renderlo noto il sindacato SNAMI che aveva sostenuto a suo tempo i ricorrenti. L’iter giudiziario, spiega il sindacato – era partito dopo le  “decisioni del direttore Carradori, che aveva prima minacciato poi adottato di fatto tagli salariali a coloro che si fossero rifiutati di accettare mansioni estranee al loro profilo, come la copertura di turni in Pronto Soccorso“. La sentenza “riconosce evidenti responsabilità nelle unilaterali interpretazioni negoziali e nelle conseguenti decisioni assunte nella gestione dei medici dell’emergenza territoriale 118“. La linea “dura” aggiunge lo SNAMI “ha creato forti tensioni, soprattutto in un territorio come la Romagna, dove il servizio 118 sta vivendo una crisi profonda, con una progressiva riduzione dei mezzi di soccorso medicalizzati, ovvero dotati di medico dell’emergenza ed infermiere a bordo“.

La sentenza del Tribunale del 22 ottobre ha stabilito che l’AUSL ha agito in modo ingiusto e privo di basi legali, costringendo i medici a compiti non previsti dai loro contratti sotto minaccia di decurtazioni salariali. Il giudice ha inoltre censurato tale scelta come priva di una logica gestionale adeguata, condannando l’Azienda al pagamento degli importi decurtati ma dovuti, con interessi, dei medici coinvolti, oltre al pagamento delle spese legali“.

Lo SNAMI Emilia-Romagna esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto, denunciando però con forza le conseguenze di una tale gestione: “L’uscita di numerosi medici del 118, stanchi delle continue pressioni e dei correlati disagi, ha portato ad un ulteriore impoverimento del servizio di emergenza, con inevitabili ricadute sulla qualità dell’assistenza alla popolazione“. Snami chiede le dimissioni di Carradori: “Dopo questo ennesimo schiaffo alla dignità professionale dei medici e alla qualità del servizio sanitario – conclude il sindacato -, ci aspettiamo che il Direttore Generale abbia la decenza di fare un passo indietro“.

Exit mobile version