Una rivoluzione Imu che si traduce in quasi mezzo milione di euro di minori entrate per il comune di Rimini. Le modifiche sono legate alla sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale che ha apportato un cambiamento strutturale sull’esenzione IMU per l’abitazione principale precisando che quest’ultima è da ritenersi l’immobile, iscritto nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Viene quindi eliminato il riferimento al nucleo familiare. Più precisamente, la sentenza ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 13 comma 2 DL 201/11 nella parte in cui richiede, ai fini dell’agevolazione IMU, che l’immobile sia utilizzato come abitazione principale non solo dal soggetto, ma anche dal suo nucleo familiare. L’esenzione deve quindi essere riconosciuta anche alle persone riunite in matrimonio o in unione civile che vivono in immobili diversi, dove hanno dimora abituale e residenza anagrafica, per ciascuno dei rispettivi immobili, sia se ubicati nello stesso Comune, sia se in Comuni diversi. Dal 20 ottobre 2022 dunque non è più richiesto il pagamento dell’IMU come seconda casa al coniuge residente, che vi dimori abitualmente, mentre l’altro vive in un altro immobile, in precedenza individuato come unica abitazione principale per tutto il nucleo familiare, nel rispetto della norma. La sentenza della Corte Costituzionale ha valore retroattivo, con possibilità quindi di richiesta di rimborso per gli aventi diritto, sui quali la Cassazione pone l’onere di provare la sussistenza delle condizioni previste per il riconoscimento dell’esenzione.
Come detto, la sentenza comporta per il bilancio del Comune di Rimini un minor gettito rispetto alla previsione 2024 che corrisponde circa alla metà dell’importo delle minori entrate di 930 mila euro che sarà finanziato nella variazione di bilancio in corso di approvazione (l’altra metà è dovuta alla contrazione dei versamenti degli anni precedenti legata a eventi non preventivabili, come fallimenti eccetera). L’Amministrazione Comunale riminese ha già da tempo aumentato i controlli per far sì che questa nuova interpretazione della norma non presti il fianco ad irregolarità con richieste di esenzioni e rimborsi senza averne diritto. I Comuni sono infatti tenuti a verificare la veridicità delle dichiarazioni dei nuclei famigliari e quegli aspetti che dimostrano la reale dimora/residenza effettiva (come ad esempio i consumi delle utenze domestiche, il luogo di lavoro, ecc).