Per chi studia Fellini, affetto, come è noto, dalla “sindrome dell’assassino”, dall’ossessione cioè di lasciare tracce e indizi, questo corpus, per quanto parziale rispetto ai suoi stessi interessi e passioni letterarie, rappresenta comunque qualcosa di unico, una testimonianza tangibile del suo stesso processo creativo. In questo la biblioteca è dunque complementare all’altra fondamentale fonte di ricerca sull’opera del regista conservata nell’archivio che è Il libro dei sogni, acquistato nel 2006 con il contributo della Regione Emilia-Romagna, che ha sostenuto anche questa ultima importante acquisizione attraverso un’apposita convenzione.
L’acquisto della biblioteca, oltre a scongiurarne la dispersione e la frammentazione con la cessione dei suoi pezzi più pregiati, si inserisce in un progetto più ampio di costituzione di un grande cantiere di studio e irradiazione dell’immaginario felliniano che il Comune di Rimini sta perseguendo con la raccolta del testimone di attività e materiali lasciato dall’ex Fondazione Fellini e proseguita con l’apertura del Fellini Museum. E proprio negli spazi del Fellini Museum si intende collocare la biblioteca e allestirla secondo una messa in scena che ne preservi l’integrità e nello stesso tempo la valorizzi, fornendo al visitatore la sensazione di un contatto diretto con l’ambiente nel quale il Maestro creava.