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la tragedia di bados

Indagini prorogate sulla morte di Samuel Imbuzan

In foto: il camper incenerito degli Imbuzan
il camper incenerito degli Imbuzan
di Lamberto Abbati   
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sab 26 ott 2024 20:10
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Sono trascorsi quattordici mesi dalla tragica scomparsa di Samuel Imbuzan, il bambino riminese di soli 11 anni morto carbonizzato all’interno del camper di famiglia, il 31 agosto del 2023, mentre si trovava in vacanza in Sardegna con mamma e papà. Il gip di Tempio Pausania, su richiesta della locale Procura, ha disposto un’ulteriore proroga delle indagini per consentire la prosecuzione degli accertamenti tecnici affidati ai periti.

Si tratta di approfondimenti mirati e complessi sulla bombola del gas e sul fornellino da cucina ritenuti la prima causa della fiammata che ha innescato l’esplosione e poi il rogo nel campeggio improvvisato alle spalle della spiaggia di Bados, in uno spiazzo ricoperto di macchia mediterranea. E’ lì che la famiglia Imbuzan aveva deciso di posteggiare il suo camper insieme a quello di una coppia di amici italo-rumeni, sempre residente a Rimini. A loro, poi, si erano aggiunti altri connazionali, la famiglia Radu, proveniente dalla Romania, in caravan. Apparterrebbe proprio ai Radu il fornellino da cucina incriminato, il cui tubo, collegato alla bombola del gas in maniera forse poco sicura, si sarebbe sganciato all’improvviso mentre il fuoco era acceso all’esterno dei mezzi. La successiva fiammata avrebbe provocato la terribile esplosione.

Ad oggi, nell’inchiesta aperta per omicidio colposo, non figurano ancora persone iscritte nel registro degli indagati. Si attendono prima i risultati definitivi degli accertamenti tecnici affidati ad una speciale squadra investigativa dei vigili del fuoco. Quelle bombole e il fornellino, infatti, essendo stati pesantemente danneggiati dalle fiamme, hanno richiesto un supplemento di indagine. La famiglia Imbuzan, assistita dagli avvocati Antonello Desini e Francesco Pisciotti, resta in attesa di conoscere cosa accadde realmente quella mattina.