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il convegno a Rimini

Fibromialgia. 90mila casi in Emilia Romagna ma istituzioni ancora poco attente

In foto: i protagonisti del convegno
i protagonisti del convegno
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 20 ott 2024 16:10
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Si è svolto alla Palazzina del Turismo di Rimini il convegno indetto da CFU-Italia, il comitato fibromialgici uniti, per fare il punto sulla situazione regionale e nazionale. ‘Fibromialgia: l’armatura invisibile’ il titolo dell’evento, patrocinato dal Comune di Rimini presente con l’assessore alle Politiche per la Salute, Kristian Gianfreda. Relatori, tra gli altri, medici e specialisti come William Raffaeli, Fabio Costa, Michael Tenti, Reginella d’Apollonio.

I numeri: 90 mila sono le persone affette da fibromialgia nella sola Emilia Romagna, tre milioni in Italia. Numeri in entrambi i casi in difetto tra assenza di censimenti territoriali, mancate diagnosi, timore a rivelarsi per lo stigma e di perdere il lavoro. Questo il motivo per cui la patologia – spiegano i promotori del convegno – invisibile agli occhi in quanto colpendo l’apparato muscolo scheletrico compromette esclusivamente gli organi interni, continua ad essere invisibile anche al Legislatore, con 6 disegni di legge – tra cui uno scritto da CFU- Italia e sottoscritto da tutti i partiti – fermi in Senato.  E questo sebbene sia invalidante, comprometta relazioni sociali e opportunità professionali e sia definita la patologia dei cento sintomi, come spiegato in immagini nel video proiettato all’evento.

Di qui l’appello ai candidati della Regione, nei giorni scorsi sollecitati a un confronto – fin qui accettato da Elena Ugolini – per  «chiedere la  riapertura del tavolo di lavoro sulla Fibromialgia e una valutazione di quanto attuato delle linee di indirizzo regionali del 2018. La Presidente, Barbara Suzzi elenca le questioni: “dove e come sono stati impiegati i fondi ministeriali; se intendono dare vita a provvedimenti ad hoc per sostenere l’acquisto dei medicinali per chi, affetto da fibromialgia, ha una condizione economica particolarmente svantaggiata».

Presenti molti medici, «il cui ruolo è fondamentale – ha sottolineato Catia Bugli, del direttivo, che ha moderato evento – . Serve un’alleanza basata sulla fiducia che proviene dalla letteratura scientifica esistente. Soprattutto perché oggi ci sono molti più casi di pazienti in età scolare e bisogna ragionare in un’ottica di lungimiranza per il sistema sanitario e socio assistenziale, che a causa delle patologie croniche rischia di scoppiare».