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Sanità e criticità

Feletti (Anaao): i medici ci sono mancano specialisti, errore togliere numero chiuso

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 24 ott 2024 15:08 ~ ultimo agg. 15:57
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Tempi duri per il mondo sanitario anche in Emilia Romagna che, pur restando una regione d’eccellenza, paga un conto salato alle criticità del settore. Uno dei primi aspetti affrontati nella trasmissione di Icaro TV Fuori dall’Aula dedicata al tema, è stato quello del personale. Per quanto riguarda i medici di medicina generale, “in provincia di Rimini – spiega la segretaria della FIMMG riminese Giulia Grossici sono state recentemente le assegnazioni delle zone carenti e al momento ne restano 11 non ancora coperte. A fine ottobre ci sarà una nuova assegnazione a chi sta terminando il corso di formazione in medicina generale. Ci aspettiamo che i posti su Rimini, Morciano o Misano vadano a riempirsi mentre qualche problema in più ci sarà per le zone più marginali come ad esempio Casteldelci“. Le cose non vanno meglio per gli infermieri. “In Italia – evidenzia il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche Nicola Colamariaabbiamo 6,2 infermieri ogni mille in Europa la media è nove. Se lo traduciamo matematicamente sulla provincia di Rimini, vuol dire che ci mancano 450 infermieri“. Spostandosi in ospedale la situazione non cambia. “Abbiamo una carenza sistemica in Italia legata al fatto che non ci sono medici specialisti – dice il segretario di Anaao Romagna Francesco Feletti. Vengono fatti i bandi ma non riusciamo a fare assunzioni. In Romagna la carenza non è drammatica tranne che in alcune specialità: nell’emergenza/urgenza c’è la massima criticità e manca il 30% dei professionisti, poi abbiamo altre “sacche” nella psichiatria e neuropsichiatria strettamente collegate ai disagi post covid. Nel forlivese c’è qualche problema anche nella pediatria”. A complicare le cose è il fatto che la professione non è più attrattiva: tante responsabilità, con il medico che è chiamato a rispondere anche penalmente di un eventuale errore “come accade solo in Polonia e Messico” evidenzia Feletti. E non è vero che il medico ospedaliero guadagna molto: “2800 euro il primo stipendio ma dovendosi pagare da solo le assicurazioni che costano migliaia di euro” spiega il segretario di Anaao. Nel mirino finisce anche il venir meno del numero chiuso a medicina: “i medici non sono pochi ma sono pochi gli specialisti – ribadisce Feletti -. Il numero chiuso in realtà era parametrato alle uscite dal sistema e funzionava bene. Quello che non funzionava era l’accesso alle scuole di specializzazioni troppo ristretto perché in parte doveva essere pagato dallo Stato tramite le finanziarie ma i soldi non c’erano e si risparmiava sulla sanità“. Il paradosso, secondo l’esponente Anaao, è col venir meno, o quasi, del numero chiuso “nel 2028 l’Italia si troverà con 70.000 medici a spasso” e un lavoro ancor meno attrattivo rispetto ad oggi.

Nel corso del dibattito si sono poi affrontati altri temi di attualità: dalle liste d’attesa ai Cau per arrivare alla piaga delle aggressioni al personale sanitario.

Fuori dall’Aula 24/25. Sanità, tra cambiamenti e criticità