Confindustria rilancia l'eolico e spinge per il nucleare di nuova generazione
È stata la sfida dell’energia il tema al centro dell’assemblea annuale di Confindustria Romagna che si è tenuta alla Comunità di San Patrignano, alla presenza anche del presidente nazionale Emanuele Orsini, intervistato a fine evento dalla direttrice del QN Agnese Pini. A portare i saluti il vescovo di Rimini Monsignor Nicolò Anselmi, il sindaco di Coriano Gianluca Ugolini e Roberto Bezzi, presidente di San Patrignano. Tra gli interventi centrali quello del presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi che è partito dall’alluvione che due settimane fa ha rimesso in ginocchio il territorio colpendo nuovamente persone, famiglie, case, aziende.
“Non possiamo permetterci di reagire solo quando il pericolo è imminente, sperando di superarlo– ha detto il presidente Bozzi in apertura della sua relazione – . Dobbiamo attrezzarci meglio, agire più velocemente e pianificare il futuro quando ancora possiamo, anzi dobbiamo, prevenire anziché rincorrere, riparare, ricostruire. Dobbiamo agire subito per rafforzare le nostre difese idriche, ripensare il regime idraulico del territorio, non limitandoci a ripristinare ciò che è stato distrutto, ma creando infrastrutture nuove e moderne. Il futuro della Romagna dipende dalle scelte che facciamo oggi. Il rischio di “desertificazione” di aziende e persone oramai in alcuni luoghi della Romagna è già realtà”.
Tra i temi cardine delle relazione quello sulla transizione energetica intrapresa in Romagna: “questo territorio si candida a guidare la transizione come una delle aree più avanzate in Italia ed in Europa. Il gas naturale, la chimica da fonti rinnovabili, la generazione di energia elettrica ad alto rendimento, lo sviluppo di soluzioni innovative come la produzione di elettricità da moto ondoso, i parchi eolici off-shore a Ravenna e a Rimini, i progetti di cattura e stoccaggio della CO2 – ricorda Bozzi – Il tutto senza limitazioni alla vocazione turistica e naturalistica del territorio. Si aggiungono le recenti decisioni sul rigassificatore di Ravenna e le nuove possibili prospettive sull’estrazione del gas naturale. Senza dimenticare l’energia nucleare, i cui scenari sono oggi profondamente diversi rispetto al passato e per cui l’Italia possiede un know-how fortissimo che le permetterà di svolgere un ruolo da protagonista”.
Sul tema del nuovo nucleare è intervenuto anche Alessandro Dodaro, direttore del dipartimento Nucleare dell’ENEA: “Rispettare gli obiettivi di neutralità climatica implica una forte riduzione nell’utilizzo di fonti fossili per la produzione di energia elettrica. Per questo motivo è estremamente importante ipotizzare un mix energetico scevro da considerazioni preconcette verso una particolare tecnologia, mantenendo una spinta molto forte all’impiego crescente delle energie rinnovabili e, al contempo, ottimizzando i consumi energetici attraverso processi di efficientamento che riducano sprechi e dispersioni. Il nucleare di nuova generazione è, ad oggi, l’unica fonte priva sostanzialmente di emissioni di gas serra che possa garantire sicurezza negli approvvigionamenti all’interno di un mix energetico ideale che dovrebbe tendere nel più breve tempo possibile a una produzione di elettricità da rinnovabili superiore al 50% (oggi siamo ancora ben al di sotto del 30%) e al ricorso a fonti più ‘stabili’ rispetto a quelle attualmente importate, come gas e carbone. E presso il nostro Centro ricerche del Brasimone sull’Appennino bolognese stiamo sviluppando proprio le tecnologie per i futuri reattori di IV generazione”.
In occasione dell’Assemblea è stata anche presentata l’indagine sul tema sostenibilità realizzata a metà settembre dal Centro Studi di Confindustria Romagna. Emerge che le imprese romagnole sono già, e vogliono sempre più, essere protagoniste del cambiamento in atto. Negli ultimi tre anni l’82% delle aziende ha migliorato la sostenibilità della propria attività rinnovando edifici, infrastrutture o macchinari. Il 63% ha già introdotto processi specifici di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione. Il 94% dei rispondenti predilige, quando è possibile, fornitori locali. L’81% già in fase di progettazione di un prodotto considera la sostenibilità un valore aggiunto. Per il 65% delle aziende andrebbero riformati strutturalmente gli incentivi. Il 59% chiede che venga realizzata una politica industriale a lungo termine.
Gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione nel pianificare le strategie energetiche risultano essere la formazione di figure professionali dedicate (energy manager) e la creazione di
filiere strategiche in grado di intercettare la domanda di nuove tecnologie green.
A Confindustria è giunta anche una lettera del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “La Romagna – ha scritto – sta contribuendo in modo significativo ai progetti nazionali di diversificazione e approvvigionamento energetico e al contempo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. In quest’ottica, Ravenna è diventata cruciale con opere come il rigassificatore e l’hub di cattura e stoccaggio della Co2, un progetto che permetterà di ridurre l’impatto dei settori “hard to abate”, assicurando al contempo la competitività delle aziende e scongiurando i rischi di delocalizzazione. L’obiettivo è assicurare a famiglie e imprese energia sicura, pulita e a prezzi equi. L’impegno che il Governo sta portando avanti è quello di fare in modo che i tempi, le modalità e i costi di attuazione delle diverse fasi della transizione energetica siano sostenibili e realisticamente attuabili per tutti i comparti produttivi“