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Calo demografico. Parma (candidata PD): misure ad hoc per studenti e giovani coppie

Alice Parma

Meno casa, meno lavoro, meno figli e più giovani costretti a emigrare per cercare di costruirsi un futuro. Sono numeri impietosi quelli che emergono dalle statistiche di questi giorni, dati che aprono una riflessione e fanno interrogare sull’urgenza improcrastinabile di risposte a una generazione sempre più in difficoltà a pensare a una famiglia e a un orizzonte collettivo. La candidata consigliera regionale Alice Parma (Partito Democratico) parte da quello che solo all’apparenza è il primo anello della catena.

L’Istat ci dice che nel 2009 in Italia nascevano 570.000 bambini, mentre nel 2023 ne sono venuti al mondo 370.000. Duecentomila in meno, quasi uno su tre, Per la prima volta non cala solo la natalità tra le donne italiane, ma anche per le straniere e l’età media per il primo figlio è oramai 31 anni. Questo crollo mette in crisi l’intero sistema del welfare, perché per mantenere scuole, ospedali, strutture c’è bisogno di natalità e di persone che lavorando rendano sopportabile il peso dei costi collettivi. Occorrono quindi una buona politica sulla casa che incoraggi i giovani attraverso incentivi ad hoc che facilitino la formazione di nuove famiglie e una buona politica sul sostegno ai neo genitori sugli asili nido per incoraggiarli a fare altri figli, ma di tutto questo nella nuova Finanziaria non c’è neppure tracciaincalza Parma, allargando la prospettiva: Il Sunia Emilia-Romagna ha appena rilanciato l’allarme sugli sfratti e il problema casa: nel corso del 2023 in Emilia Romagna i dati del Ministero parlano infatti di 2.795 sfratti eseguiti e 8.538 richieste di esecuzione e il sindacato degli inquilini rivela che in un mercato drogato dagli affitti brevi oltre 670.000 lavoratori e lavoratrici nella nostra regione (su una popolazione totale di circa 4,5 milioni di abitanti) non possono sperare in un acquisto a causa di rapporti di lavoro discontinui o con stipendi inferiori ai 20.000 euro” ancora Parma, che si concentra quindi sul tema degli affitti brevi lanciando la proposta di una legge nazionale ad hoc: “Tanti studenti con borse di studi meritevoli non riescono ad accedere a certe città perché i prezzi delle case sono fuori mercato e questa è una delle ragioni per cui nel solo 2023 sono100.000 i giovani che hanno lasciato lItalia.

Serve quindi un primis una legge nazionale che prevede in primis di determinare quali aree possano essere adibite agli affitti brevi, una rotazione delle concessioni e un censimento degli immobili per regolamentare la periodicità delle locazioni a un certo numero di stabili a proprietari. E’ inoltre vitale che si il Governo metta risorse che non sta mettendo nel fondo per gli affitti, ma servono anche un patto pubblico-privato con il pubblico che gestisca graduatorie per studenti, lavoratori e giovani coppie consentendo a queste persone di pensare di poter costruire una famiglia e quindi un futuro) e un patto vero con i proprietari degli immobili, perché non si può rinunciare ad avere studenti solo perché con gli affitti brevi si guadagna di più. Infine, occorrono maggiori collegamenti del trasporto pubblico locale fra Rimini e i comuni dell’entroterra, che in questo modo potrebbero ospitare studenti visti i prezzi inferiori degli affitti”.

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