Indietro
menu
Cisl: servono maggiori tutele

Aggressioni ai sanitari: quasi 500 lo scorso anno in Romagna

In foto: repertorio
repertorio
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 19 ott 2024 11:15
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Un fenomeno preoccupante e purtroppo in forte crescita al quale è necessario dare una risposta immediata. I numeri relativi alle aggressioni (fisiche e verbali) al personale sanitario sono inquietanti: nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna nel solo 2023 sono state 493, oltre una al giorno. 420 di queste sono avvenute in ospedale e in particolare nei pronto soccorso (34%) e nelle aree di degenza, 31%. Il 15% invece nelle aree del servizio psichiatrico diagnosi di cura. A preoccupare è però la crescita esponenziale delle aggressioni fisiche: appena 35 nel 2019, scese a 9 nel 2020 e a 11 nel 2021 (anni segnati dal covid) per poi diventare 141 nel 2022 e 142 lo scorso anno.

A mettere in fila i numeri è la Cisl Fp Romagna. Secondo il segretario Mario Giovanni Cozzadiventa sempre più necessario riconoscere nuove tutele contrattuali e garantire una presenza più incisiva delle Forze dell’Ordine all’interno delle strutture sanitarie maggiormente esposte a tali rischi, in particolare nei Pronto soccorso e nei reparti e strutture di cura della salute mentale e delle dipendenze, che rappresentano i contesti più vulnerabili“. Cozza suggerisce, ad esempio, l’introduzione di congedi straordinari, del diritto a cambiare unità operativa di lavoro garantendo sempre il supporto psicologico per i lavoratori che subiscono aggressioni. “È indispensabile – sottolinea il segretario cislino – inserire degli istituti contrattuali, a tutti i livelli della contrattazione, a sostegno di chi ha subito un’aggressione“.
Cozza ricorda poi come durante il periodo della pandemia, gli operatori sanitari, nonostante l’enorme sforzo, godessero di un ampio sostegno da parte della popolazione “ora invece c’è solo una situazione di grande difficoltà e stress“. “È fondamentale inoltre lavorare sulla prevenzione di questo grave fenomeno” – conclude – “che purtroppo è esteso in molti altri settori dei servizi pubblici oltre che in quello sanitario, nei servizi sociali, agli sportelli degli istituti previdenziali e ministeriali, nei confronti degli agenti di polizia locale. Gli operatori dei servizi pubblici vanno difesi, senza esitazioni.