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Anche il Paganello a rischio?

Stabilimenti chiusi senza salvamento. Scoppia la polemica

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 24 set 2024 14:04 ~ ultimo agg. 17:43
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Operatori balneari, albergatori e comuni sono sul piede di guerra contro il provvedimento che prevede l’apertura degli stabilimenti solo in presenza del servizio di salvataggio. Una decisione che ha portato quasi tutti i bagnini a chiudere anticipatamente i battenti.

Spiagge chiuse senza salvataggio, anche d’inverno. E’ polemica

Sulle spiagge la polemica è di casa ma questa volta la colpa non è delle concessioni. A far discutere è infatti l’ordinanza della Capitaneria di Porto, emanata a livello nazionale e poi a cascata sui territori, che non consente l’apertura degli stabilimenti in assenza del servizio di salvataggio che si è invece concluso con la chiusura, domenica 22 settembre, della stagione balneare. I sindacati degli operatori sono sul piede di guerra contro il provvedimento. Fino agli scorsi anni infatti era possibile aprire fuori stagione per elioterapia, issando la bandiera rossa ed esplicitando l’assenza del salvataggio. Da quest’anno però non è più possibile. Il problema è legato essenzialmente al costo del servizio, con una torretta ogni 150 metri, che ammonta a circa 1200 euro di spesa: in estate suddivisi tra tre stabilimenti, d’inverno invece no. “Il servizio di salvamento collettivo è possibile solo durante le settimane di stagione balneare – spiega a Tempo Reale Riccardo Ripa del SIB Confcommercioe questo vuol dire che ora, in bassa stagione e con una situazione economica molto incerta, ogni singolo stabilimento dovrebbe accollarsi le spese da solo. Non è sostenibile.”

La chiusura anticipata degli stabilimenti mette in difficoltà anche il sistema alberghiero con alcune strutture che già avevano venduto pacchetti compresi di spiaggia e che ora dovranno risarcire il cliente. Un danno anche di immagine per la Riviera. “Un incidente di questo genere compromette seriamente ogni sforzo verso la destagionalizzazione – spiega il presidente di Federalberghi Riccione Claudio Montanari danneggiando chi ha investito per prolungare l’occupazione e mantenere viva la Riviera”. “Come possiamo pensare di sviluppare e crescere con episodi di questo tipo che si innescano in una situazione come quella 2024 fatta di mucillaggini e alluvioni?” attacca ancora Montanari, chiedendo un passo indietro urgente alle istituzioni. Sulla stessa linea anche le amministrazioni comunali. Gli assessori al demanio di Rimini e Riccione, Roberta Frisoni e Christian Andruccioli, hanno parlato di un vero e proprio “scollamento” tra istituzioni e che finisce per danneggiare i territori. “Questi provvedimenti non possono arrivare in maniera così tardiva e poi devono essere concordati prima per capire quali ricadute avranno sui territori – dice a Tempo Reale Andruccioli – Auspichiamo che si possa trovare una soluzione già ora per poter salvaguardare le attività che pensiamo di portare avanti sull’arenile come il mare d’inverno“. A mancare è soprattutto la chiarezza che mette in serio dubbio non solo il “mare d’inverno” ma anche appuntamenti ormai storici della Riviera. “Ci stiamo interrogando sul Paganello – rivela Ripa – perché è un evento che si svolge in spiaggia (ndr nel periodo di Pasqua) e bisogna quindi capire cosa si intende per stabilimento chiuso e per attività di balneazione. C’è ancora tanta confusione e ci auguriamo che nei prossimi mesi questo caos sparisca.

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La nota Claudio Montanari di Federalberghi Riccione

Negli ultimi giorni, abbiamo assistito a una situazione inaspettata e sconcertante: i titolari delle concessioni balneari hanno deciso di chiudere le spiagge e interrompere i servizi rivolti ai turisti. Un’ordinanza emessa all’ultimo minuto dell’estate 2024 ha colpito duramente chi ha investito nel finale di stagione, lasciando in difficoltà i clienti che avevano scelto di prolungare il soggiorno a Riccione per godersi le vacanze in tranquillità, lontano dalle folle.

Questa decisione ha avuto un impatto devastante, lasciandoci un disagio e una perplessità sul “sistema turismo” senza precedenti. I nostri genitori ci hanno insegnato che il turista deve essere al centro di ogni azione, ma quanto accaduto è stato esattamente l’opposto. L’ordinanza, che impone la presenza obbligatoria di personale di salvataggio, ha portato i bagnini alla decisione drastica di chiudere le spiagge. Pur comprendendo la loro frustrazione verso tale obbligo e più in generale verso un sistema paese che cambia le regole del gioco durante la partita in corso, denunciamo un danno d’immagine gravissimo nei confronti dei nostri ospiti.

Si parla spesso di “fare rete”,  di collaborazione e di condivisione, ma questo episodio è l’esempio perfetto di come la burocrazia possa diventare un ostacolo per la crescita del settore e una politica miope si faccia carico di spiegare i problemi invece di trovare le soluzioni.

Un incidente di questo genere compromette seriamente ogni sforzo verso la destagionalizzazione, danneggiando chi ha investito per prolungare l’occupazione, mantenere viva la Riviera Romagnola e superare la logica della stagionalità limitata a 90 giorni.

Ci piace pensare che i cittadini Romagnoli abbiano gli stessi diritti dei turisti nel godere del proprio territorio. Questa situazione danneggia e limita anche la possibilità per chi vive il nostro territorio di godere di un finale di stagione che negli anni ha rappresentato un momento importante per la nostra comunità.

La strumentalizzazione a cui stiamo assistendo fatta sulla pelle dei turisti é scandalosa. Come possiamo pensare di sviluppare e crescere con episodi di questo tipo che si innescano in una situazione come quella 2024 fatta di mucillaggini e alluvioni?!!!  Non paghi delle calamità naturali sembra che ci sia un pervicace istinto autolesionistico.

Chiediamo un intervento urgente per risolvere questa situazione, riaprire le spiagge e garantire servizi adeguati a chi desidera godersi gli ultimi giorni di vacanza.

Esortiamo il Ministero del Turismo, la Regione, l’Assessorato al Turismo, le Capitanerie di Porto e le Associazioni di Categoria a collaborare urgentemente per abolire questa norma che sta creando ulteriori difficoltà agli operatori del settore.

Il commento della sindaca di Cattolica Franca Foronchi: “Serve al più presto una soluzione che garantisca l’imprescindibile esigenza di sicurezza sull’arenile ma senza penalizzare il turismo. Queste nuove direttive rischiano di compromettere il grande impegno che come Amministrazione mettiamo in campo per allungare la stagione. L’impatto più forte e critico lo vedremo ad aprile e maggio quando le spiagge torneranno a riempirsi ma gli stabilimenti non saranno pronti ad accoglierli, con grave danno economico e anche di immagine della nostra regione che ha fatto da sempre dell’accoglienza il proprio motore e biglietto da visita. Ci sono ancora ospiti nei nostri alberghi, ma si trovano a usufruire delle nostre spiagge a servizi ridotti. Non è questa la cartolina ricordo che vogliamo far riportare a casa ai nostri turisti”.
 L’assessore al Demanio Claudia Gabellini: “Abbiamo già esteso il servizio fino alla terza settimana di settembre. Una misura che si è armonizzata perfettamente con le peculiarità del nostro territorio. Ma questa nuova direttiva sta richiedendo un ulteriore impegno che mette in difficoltà gli operatori. La nostra spiaggia è una ricchezza per tutti, punto di riferimento per la città, non solo per i turisti. Ci auspichiamo che si trovino dei correttivi che realizzino un punto di incontro tra l’esigenza di sicurezza delle spiagge e quella dell’effettivo potenziamento e destagionalizzazione dell’accoglienza”.
Il presidente dei bagnini Roberto Baldassari: “Siamo molto amareggiati, questa ordinanza ha svuotato le nostre spiagge così non riusciamo a dare un servizio che invece abbiamo sempre garantito. Fino allo scorso anno chiudevamo a metà ottobre. Ora mi trovo a vedere clienti che vagano in cerca di ombrelloni e lettini. In 50 anni che faccio il bagnino non mi è mai successo di dire no a un cliente. Questa direttiva è un vero autogol per la nostra regione, nella nostra realtà non sta in piedi. Chiediamo un ripensamento che tenga insieme sicurezza e accoglienza turistica”.