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martedì 14 gennaio 2025
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Calcio Serie C

Rimini-Pescara, il pregara di Antonio Buscè

In foto: Antonio Buscè, allenatore del Rimini FC
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di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
ven 6 set 2024 11:25 ~ ultimo agg. 7 set 17:05
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Dopo un pari esterno (2-2 a Carpi) ed una sconfitta in casa (1-2 con l’Entella), il Rimini è a caccia della prima vittoria in campionato nella seconda gara consecutiva al “Romeo Neri”, dove sabato sera (calcio d’inizio alle 20:45) arriva il Pescara, che in classifica ha quattro punti, frutto del successo sul campo della Ternana (1-2) e del pari interno con la Torres (2-2). Mister Antonio Buscè ritroverà da avversario il suo maestro Silvio Baldini.

“Sarà una partita particolare perché fa comunque anche strano trovare in panchina dall’altra parte una persona che mi ha dato tanto quando sono arrivato nel calcio che conta, una persona che ha creduto in me, che mi ha dato tanta fiducia, e io di conseguenza ho cercato sempre di ricambiarla con risultati anche importanti – attacca l’allenatore del Rimini F.C., Antonio Buscè, alla vigilia -. Ora me lo ritrovo da avversario ed è una cosa anche bella, che mi dà sensazioni molto molto belle. Tra l’altro Silvio Baldini è stato proprio l’allenatore che mi ha lanciato nel calcio che conta, in Serie A, ha avuto fiducia in me e questo è un passaggio della mia vita calcistica molto molto importante, quindi quando una persona crede ciecamente in un’altra l’altra persona deve ricambiare la fiducia. Questo lo sottolineo perché ho ricevuto tanto dal mister, e per me rimane il mister e non Silvio Baldini, e questo è molto importante, ho molto rispetto”.

È una partita che il Rimini deve cercare di vincere, al di là della forza e del blasone dell’avversario. “Io nel post partita di sabato scorso sono stato abbastanza chiaro: perdere ci sta perché il calcio dice questo, si perde, si pareggia e si vince, ma bisogna capire come arriva un risultato, e com’è arrivata la sconfitta. Mi sono detto preoccupato sotto quell’aspetto della non reazione soprattutto nel secondo tempo quando abbiamo preso il secondo gol. Anche se magari l’avversario ti fa fare fatica a giocare quella reazione caratteriale la mia squadra non deve assolutamente perderla, quei 10-15-20-25 minuti in cui cerchi veramente di andare a riacciuffare un risultato, ma se non lo fai sotto l’aspetto della qualità del gioco, sotto l’aspetto caratteriale devi essere comunque pronto a fare battaglia quel tot di tempo che si reputa necessario per recuperare la partita. Non c’è stato quello, ed è quello che ho rimarcato quando ci siamo visti in sala stampa nel post partita. Quella roba lì non deve più succedere. Ci abbiamo lavorato e ci siamo parlati in settimana con i ragazzi, non dobbiamo fare drammi assolutamente perché sarebbe troppo riduttivo buttare subito la croce addosso, andare a esasperare questa situazione. Però il fatto che nella seconda partita è successo questo, a Carpi a tratti, per qualche minuto, per i gol che abbiamo poi preso, bisogna richiamare sull’attenti il gruppo. Questo aspetto per noi deve essere fondamentale”.

Rimini-Pescara, la vigilia di Antonio Buscè

È difficile capire dove inizi la mentalità e finiscano i limiti della squadra. Si è fatto un’idea sotto quest’aspetto? “Sì, mi sono fatto un’idea: ci sono tante cose da migliorare. Una richiesta che stiamo facendo da quando abbiamo iniziato a lavorare a Rimini è avere una qualità del gioco. Però il passaggio è talmente sottile che poi ci si sente un attimo troppo belli su tanti limiti che possiamo avere, e il focus principale lo perdiamo. Il passaggio è talmente sottile che a volte non ci si rende conto, però è venuto rimarcato in queste due partite. Cos’ho pensato io? Partite di Coppa Italia parte ufficiali, partite importanti, ma fondamentalmente se vai fuori dalla Coppa Italia è normale che ti concentri sul campionato. In Coppa Italia hai fatto due vittorie, soprattutto quella di Lumezzane è stata anche una prestazione importante, ma poi quando inizia il campionato si alza il livello, perché ci sono i tre punti in palio, c’è il risultato in palio, c’è l’obiettivo della stagione. Ciò non vuol dire che la Coppa Italia sia da buttare via, anzi, per me sono tutte finali di Champions League, ma in campionato nella testa che cosa succede? Subentra un po’ di ansia, di paura, e anche gli avversari ti affrontano in maniera diversa. E sotto quell’aspetto noi siamo stati un po’ appagati per e due partite precedenti. Infatti a Carpi, quando la posta in palio era più importante, qualche limite è venuto fuori, si pensava che dopo quelle due partite potessimo essere già a posto per il proseguo della stagione. Forse è stato un errore anche da parte mia, non bisogna mai perdere quel focus: Rimini non deve mai perdere la cattiveria necessaria per portare a casa un risultato. Perché magari lo fai a tratti, per 20 minuti, 25 minuti, mezzora, com’è successo nell’ultima partita, poi se non hai quella rabbia dentro di fare quell’altra partita che deve essere la nostra forza diventa un problema. Perché se andiamo a vedere i quattro gol che abbiamo preso, abbiamo preso dei gol evitabilissimi perché è mancata secondo me la cattiveria, la fame di chi deve portare a casa la cosiddetta pagnotta, portare a casa il pane per mangiare. Quella è qualcosa che la maggior parte dei ragazzi che l’anno scorso erano qua ha vissuto nella prima parte della stagione, le prime 8-9-10 partite, poi è cambiato il focus, la responsabilità, avere più fame, più cattiveria sulle seconde palle, rientrare ai mille all’ora, cercare di capire che la cosa importante era quello: guadagnarsi la pagnotta nel quotidiano, poi se arriva qualcosa in più ben venga, è tutto guadagnato. Ho detto ai ragazzi: non perdiamo quel punto di vista che deve essere la base; cercare di far qualcosa in più, palla a terra, avere più qualità in qualche giocata, cercare di non buttare via spesso la palla, cercare di giocare un po’ di più, che non deve andare poi ad intaccare quell’altra cosa, che rimane fondamentale, soprattutto per chi magari ha qualche limite”.

Con l’Entella ha cambiato per cinque undicesimi la formazione di partenza schierata a Carpi. “Questa settimana abbiamo reintegrato Cernigoi, quindi abbiamo una soluzione in più. Credo che si cambierà qualche giocatore, stanno tutti bene. Li vedi allenare e ti rendi conto che il problema vero e proprio è quello della testa. Lo stesso Ubaldi, che forse nessuno si aspettava giocasse dall’inizio, ha fatto gol. Quella squadra messa in campo nei primi 30-35 minuti, fino al momento in cui abbiamo fatto gol ha fatto delle cose molto molto importanti. La problematica è stata proprio quella, che quando hai fatto il gol ti sei impaurito, ti sei abbassato quei 10-15 metri, e ci sta, c’è mancata la fame. Vai in vantaggio contro una squadra importante, in quell’attimo devi pensare: non devo prendere gol, devo ritornare ad essere la squadra che si deve salvare. Non vuol dire avere poca fiducia, ti scatta in testa quella situazione che ti fa essere più cattivo. La cattiveria come la dimostri? Non andando a piedi uniti sull’avversario, dando una gomitata, facendosi espellere o facendo casino con l’arbitro per far vedere alla gente che ci tieni, assolutamente no, la cattiveria la dimostri in un duello uno contro uno, nel non perdere un contrasto in una zona di campo importante, perché tante volte, ed è successo in queste due partite, faccio una pressione in meno lì davanti tanto dalla mia porta sono a 80 metri, è lì che si sbaglia perché quella pressione che noi facciamo in meno sui difensori centrali avversari gli permette di buttare due palle in più sopra e può succedere quello che è successo con l’Entella e a Carpi. Quindi bisogna avere questa fame, perché i giocatori sono allenati in maniera da poter reggere quei ritmi. Poi magari siamo a inizio stagione, ma sono passati quasi due mesi. Sono degli atleti e noi cerchiamo di curare il pelo nell’uovo a tutti, e una corsa di 20-25 metri, soprattutto chi magari è un po’ più fresco, deve farla fino a sprecare l’ultima goccia di sudore. Ma questa è la mentalità che bisogna avere nei 23-24 elementi che compongono la rosa, non ci si può risparmiare perché magari si va in vantaggio. Lo vogliamo fare? Ci abbassiamo in un blocco unico, 15-30 metri più bassi, ma poi da lì non deve passare più nessuno. Quindi quello è un discorso prettamente di testa”.

Che partita deve fare il Rimini per battere gli abruzzesi? “Il Pescara è una squadra che ha giocatori molto molto bravi, giocatori di spicco, giocatori che possono fare addirittura categorie superiori: uno di questi è Cangiano, che ha qualità, estro, ha velocità, è un giocatore che crea scompiglio un po’ a tutti. In queste partite lo abbiamo visto. Noi dobbiamo cercare di tamponare queste giocate che loro hanno, cercare di essere forti anche nelle situazioni dove magari il Pescara ti metterà sotto. Perché dire ora che il Pescara cercheremo di annullarlo per cento minuti sarebbe da ipocrita, sarei bugiardo, sarei stupido a dirlo perché non si può, non vedi a nessun livello una squadra fare un gioco dove per cento minuti non fa giocare l’altra squadra. Bisogna saper accettare la partita nella partita, che l’avversario ti prenda campo, che abbia più fiducia di te in quel momento della partita. Non bisogna innanzitutto disordinarsi, nel senso che bisogna essere sempre compatti. Io con i ragazzi ho fatto l’esempio di un pugile che quando è all’angolo deve sapere incassare, ma non subendo bensì perché consapevole che, se forte a livello caratteriale, quando poi riprende lui la partita in mano, il suo prossimo pugno deve fare male, e non devo sempre subire, subire, subire. Noi tante volte lo abbiamo fatto, ma quando abbiamo poi recuperato palla, e questo è un fattore sul quale dobbiamo lavorare e che dobbiamo migliorare, è successo tante volte che sulla palla avanti, anticipo, una palla persa magari anche in maniera banale, e loro ti vengono un’altra volta a giocare addosso. E lì si fa fatica, bisogna avere quella cattiveria che chiunque sia che riceva palla, che siano gli attaccanti o un centrocampista che rimane un po’ più alto, quella palla deve essere l’ultima palla della vita calcistica: la devo difendere, devo cercare di farmi fare un fallo, devo cercare di respirare. Sono tutte situazioni che vanno migliorate, vanno accettate e con grande umiltà vanno fatte. Perché se ci si sente belli, alti, biondi e con gli occhi azzurri dopo le due partite fatte bene secondo me in Coppa Italia e a tratti anche con Carpi ed Entella, e se nell’altra fase ti senti un attimo appagato, allora andiamo incontro a problemi abbastanza seri”.

Chi manca? “Chiarella ha fatto gli ultimi controlli abbastanza bene, gli hanno dato ancora una settimana per entrare in gruppo in pieno, gli altri stanno tutti bene. La squadra questa settimana, anche dopo la sconfitta con l’Entella, ha reagito bene, si è allenata bene. Aspettiamo Dobrev, che ha avuto un attacco febbrile e un virus intestinale, lo vedo più leggero di testa, ed è importante. Devo cercare di recuperare un po’ tutti per far sì di avere altre scelte che diano una mano alla squadra”.

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