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sabato 14 settembre 2024
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Calcio Serie C

Rimini-Pescara 0-1, il dopogara

In foto: Antonio Buscè osserva da vicino una fase di gioco
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di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
sab 7 set 2024 22:45 ~ ultimo agg. 8 set 20:14
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Le dichiarazioni al termine di Rimini-Pescara 0-1 (leggi notizia).

Antonio Buscè, allenatore del Rimini F.C. Buon primo tempo della sua squadra, ripresa lasciando troppo campo al Pescara. È d’accordo? “Secondo tempo non male, un po’ meglio il Pescara nei cambi perché comunque il Pescara è una squadra costruita per fare altro, e alzo il tono di voce. Noi abbiamo più di qualcuno dei giocatori in rosa che è molto indietro e quando in una partita del genere devi andare a toccare una pedina, due pedine, diventa un po’ difficile perché c’è la difficoltà di qualche elemento che finora sta facendo un po’ fatica. Purtroppo poi i due cambi forzati di Lepri e Cioffi, e mi dispiace per Cioffi perché mi sa che l’infortunio sia abbastanza serio, ti condiziona un po’ anche la scelta di alcune situazioni nel cambiare nei vari ruoli. Questa è stata la problematica. Su certe situazioni, forse uso dei termini un po’ sbagliati, bisognava pensare che ci fosse questa problematica, soprattutto all’inizio del campionato. Bisogna avere la pazienza di aspettare questi giocatori, perché dev’essere comunque una priorità: ad ora purtroppo 3-4 giocatori importanti sono fuori fase. Ecco perché quando vai magari a toccare un equilibrio dove c’è la stanchezza di qualche giocatore noti una fatica a portare su la squadra, a tenere su la squadra. Questa è stata la problematica, che è venuto fuori il Pescara, e ci mancherebbe che il Pescara contro il Rimini non venga fuori 20-25 minuti. Ho visto una parata di Colombi, tiro che ha respinto, e il colpo di testa (del gol, ndr), contro il Pescara. È venuto il direttore Pasquale Foggia, che è un mio carissimo amico, abbiamo giocato insieme ad Empoli tre anni, e mi ha detto: “ascolta, mister, di cuore: fossero capitati a noi 45 minuti così finiva 3-0″. Il fatto che noi non abbiamo fatto almeno un gol dopo 45 minuti giocati in quel modo, ma ci metto anche 20 minuti del secondo tempo, in due-tre situazioni siamo ripartiti e abbiamo avuto la possibilità di far male… e quella è qualcosa su cui occorre ragionare in maniera approfondita, è un peccato perché è la terza partita, ci metto anche quella di Carpi, dove alla prima disattenzione, mancanza di concentrazione, nel momento clou della partita noi subiamo un gol, e noi per fare un gol facciamo una fatica enorme. E bisogna cercare di limare questi limiti. Dispiace perché poi vai dentro lo spogliatoi dai ragazzi a fine partita, un allenatore fa anche fatica a trovare le parole, perché loro lo sanno, sono intelligenti, e capiscono che partita hanno fatto. Io mi metto nei loro panni, è successo anche a me in passato quando giocavo, non vuoi ascoltare nessuno perché non ti va nemmeno di sentire una mezza parola, sai la prestazione che hai fatto contro una grande squadra. E mi dispiace per i ragazzi, soprattutto per loro”.

Un punto nelle prime tre partite di campionato. Come si esce da questa situazione? “Abbiamo un punto, la classifica è brutta. Pane al pane e vino al vino. La verità è questa, è palese. Cosa vi posso dire? Mi nascondo dietro un dito? Non esiste. Non lo faccio mai, sarei ipocrita, sarei stupido. Abbiamo una grande difficoltà e quando si cala la concentrazione negli attimi cruciali della partita noi subiamo gol. Un conto è una squadra che ti mette sotto, come i pugili all’angolo, e ti fa stare un quarto d’ora nell’angolo a incassare, è normale, noi facciamo una riflessione anche su questo. Noi siamo una squadra che se ci abbassiamo 10-15-20 metri per un quarto d’ora abbiamo tutti la paura, la sensazione che si subisca il gol, ma io non posso nemmeno accettare che la squadra non si possa abbassare quei 20 metri per un quarto d’ora perché c’è la paura di pigliare gol. Perché lo fa il Real Madrid, lo fa l’Inter, lo fa il Milan, lo fa il Napoli, anche a livello internazionale, a livello mondiale, vedi squadre blasonate, con tanti campioni, che per un quarto d’ora subiscono l’avversario, sia in campionato che in Champions League. Quindi, se non lo può fare il Rimini faccio fatica anche a trovare poi la spiegazione. Bisogna avere la forza, l’umiltà e la trasparenza di dirsi le cose. Io dico la verità in tutte le situazioni: abbiamo dei limiti nei momenti importanti dove quando ti capitano 3-4 situazioni da gol fai fatica a fare gol, ma una fatica enorme, e quando lasci dieci minuti agli avversari ti fanno gol, che si chiami Carpi, che si chiami Entella o che si chiami Pescara. Poi la prestazione ti fa sperare perché poi bisogna lavorare su quello soprattutto, perché, ripeto, i ragazzi hanno fatto una prestazione importante, anche nel momento della sofferenza, non si sono quasi mai disuniti. Hai avuto quella défaillance sulla rimessa laterale e hai preso gol, ti costa la partita, però come prestazione mi fa ben sperare”.

La sensazione è di una condizione fisica che si perde col passare dei minuti. “Questa squadra ha talmente equilibrio ora, e lo abbiamo visto nel corso di queste partite, dove se abbiamo i giocatori nel doppio ruolo, doppio giocatore in ogni ruolo, se qualche giocatore ha delle problematiche e non sta dando quello che tutti speravamo, qualcuno ha qualche acciacco fisico, qualcun altro si deve ambientare, qualcun altro può avere altre problematiche, e lo sappiamo, quando vai a toccare quell’equilibrio diventiamo una squadra abbastanza vulnerabile. Concetto chiaro”.

Rimini-Pescara 0-1, il dopogara

Simone Colombi, portiere del Rimini F.C. “Nel complesso penso che abbiamo fatto una partita buona, per quello che era il momento della stagione, perché comunque venivamo da una sconfitta in casa, da un pareggio a Carpi dove andando in vantaggio all’85’ ci siamo fatti recuperare alla fine, quindi c’era quell’amaro in bocca già dalla prima giornata. E oggi abbiamo cercato di badare un po’ più al sodo, senza perdere quei dettami che ci sta trasmettendo il mister da due mesi e mezzo a questa parte. E siamo qua ancora a rammaricarci per dei punti gettati al vento negli ultimi minuti, quando gli ultimi minuti del primo tempo e gli ultimi minuti del secondo devono essere quelli dove la soglia dell’attenzione e della concentrazione si deve alzare. A maggior ragione alla fine quando subentra anche la stanchezza, subentra una condizione fisica deficitaria. Non siamo stati bravi in questo, è un peccato, però dobbiamo guardare avanti, adesso è passata, verrà analizzata poi la partita nei primi giorni della settimana prossima, ma dobbiamo assolutamente guardare avanti perché dobbiamo mantenere l’entusiasmo alto, senza l’entusiasmo saremmo già morti in partenza, dobbiamo essere positivi perché c’è bisogno di tanta positività e guardare avanti con ottimismo, ma con realismo. E dobbiamo renderci conto che se abbiamo un punto dobbiamo andare a prenderci altri punti in giro per l’Italia e qua in casa con le unghie e con i denti”.

Quando è arrivato questa fragilità difensiva la pagavate a caro prezzo, poi qualcosa è cambiato. Dovete ripartire da quella compattezza che avete trovato l’anno scorso? “Il campionato sta dicendo questo, però non sono d’accordo sul fare paragoni con l’anno scorso perché è completamente un altro Rimini: siamo rimasti in pochi giocatori, è cambiato anche l’allenatore, con una filosofia diversa. Parlare dell’anno scorso penso porti solamente negatività perché l’anno scorso abbiamo fatto una bell’annata, ma si è chiusa a maggio, si è ripartiti a luglio con un’altra squadra quasi totalmente nuova, un allenatore nuovo e, come dicevo prima, una filosofia nuova. Ci vuole del tempo sicuramente per trovare i meccanismi giusti, ma di tempo non ce n’è perché le partite vengono una dietro l’altra e i punti contano già dalla prima partita. Quindi adesso dobbiamo analizzare quello che non è andato in questa partita e ripartire”.

Silvio Baldini, allenatore della Delfino Pescara 1936. “Sono quelle partite oggi si usa il termine “sporche”, quelle partite sporche nel senso che se non stai attento le perdi, e il fatto di averla vinta è un grande segnale, vuol dire che la squadra è un gruppo forte, è un gruppo importante, perché ci sono dei contenuti dentro la partita e questi contenuti noi nei primi 25 minuti non li avevamo proprio letti, eravamo in difficoltà. Per fortuna poi la partita si è messa come doveva essere, sapevamo anche che in questo momento siamo questi, ma potevamo portare a casa un risultato importante e il ragazzino anche stasera, Ferraris, è stato bravo a farsi trovare pronto e quindi abbiamo fatto questo bel gol”.

Come sta Plizzari, sostituito all’intervallo dopo lo scontro di fine prima frazione con Garetto? “Di Plizzari non so niente perché ho visto che aveva un problema al braccio, però non poteva rientrare perché aveva troppo dolore. Quindi, anche con un anestetico, la sua salute sicuramente non sarebbe migliorata per giocare 45 minuti quando sapevamo che anche Saio è un portiere bravo, che il Pescara ha preso come investimento, e si è dimostrato subito pronto e all’altezza. Quindi era giusto fare quel cambio lì”.

Sulle due sostituzioni al 25′ del primo tempo? “Le due sostituzioni perché non palleggiavamo, non recuperavamo nessuna seconda palla, cosa stiamo a fare? Stiamo ad aspettare di prendere gol? Siccome gli avevo detto 4-5 volte che quello lì non era l’andazzo che ci avrebbe portato a fare una partita come avevo preparato ho cambiato mettendo due fisicamente più da battaglia, poi la partita è cambiata, è stata una partita sporca, ma nella partita sporca non abbiamo rischiato niente, mentre nei primi 25 minuti siamo andati vicinissimi a subire la rete”.

Seicento tifosi a Terni, mille questa sera al “Romeo Neri”. “Questo può aiutare solo i giocatori a sentirsi orgogliosi di vestire la maglia del Pescara. Tutti i giocatori che sono venuti qui sanno che trovano un ambiente che ti dà soddisfazioni perché c’è un popolo che man mano che tu fai le cose per bene si ingrossa e riempie gli stadi, sia il nostro che quelli quando andiamo a giocare fuori. Mille spettatori che vengono da Pescara non mi sembra poco, mi sembra un buon viatico per fare questo cammino che tutti noi desideriamo fare sempre vicino alla vetta o in vetta”.

Riccardo Tonin, attaccante della Delfino Pescara1936: “Alla fine è questo il campionato, non si può pensare di fare tutte vittorie pulite, comunque vincere una partita così sporca è un segnale importante perché alla fine sono queste le partite che fanno la differenza in campionato, la differenza tra vincere e perdere queste partite dove magari non sei pulito, e questo sicuramente è un segnale anche del gruppo che siamo. Io sono arrivato da una settimana e penso di aver trovato uno dei migliori gruppi di sempre. Quindi sono contento”.

Siete usciti alla distanza, quando c’è stato anche un calo fisico del Rimini. “Sicuramente la preparazione del mister e di tutto lo staff ci permette di arrivare nel secondo tempo con quel qualcosa in più. Come ho detto prima è stata una partita sporca, comunque vincerla con una palla è la cosa fondamentale”.

Non bisogna montarsi la testa adesso. “Quello sicuramente, ma con il mister non c’è pericolo. Sicuramente non possiamo calare in allenamento e questo non avverrà, quindi sotto questo aspetto siamo tranquilli”.

Dopo il triplice fischio siete andati a festeggiare sotto la Curva che ospitava i vostri tifosi. State ricreando entusiasmo in una piazza che era un po’ depressa. “Sicuramente questo è motivo di orgoglio, vuol dire che stiamo facendo le cose nel modo giusto. Ricreare questo entusiasmo per noi è fondamentale perché ti dà quella spinta in più”.