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Fanalino di coda in Regione

Redditi: il 40% dei riminesi dichiara meno di 15.000 euro

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 5 set 2024 14:03 ~ ultimo agg. 6 set 11:04
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La provincia di Rimini si conferma all’ultimo posto in Emilia Romagna per redditi, senza riuscire a toccare la soglia dei 20.000 euro. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni 2023 relative all’anno di imposta 2022. Ad elaborare i dati l’IRES.

Mediamente i redditi degli emiliano romagnoli si attestano a 23.713 euro, terza in Italia dopo Lombardia e provincia autonoma di Bolzano, con una crescita del 4,3% rispetto all’anno di imposta 2021 e del 17,8% rispetto al 2012. Guardando alle singole province, Rimini si conferma fanalino di coda in Regione con un reddito medio dichiarato di 19.611 euro (+4,6% sul 2021 e +16,3% sul 2012). Tutte le altre province si attestano al di sopra dei 21mila euro con Bologna in testa (25.729 euro). Tra le altre romagnole, Ravenna (22.1118 euro) si posiziona davanti a Forlì Cesena (21.567 euro). La graduatoria non cambia molto prendendo in esame i soli comuni capoluogo con Rimini all’ultimo posto in Regione con 20.620 euro (in testa c’è Parma con 27.759 davanti a Bologna). Da segnalare il “caso” Ferrara che come comune capoluogo si differenzia sensibilmente dal resto della sua provincia (a basso reddito) e si colloca sensibilmente al di sopra dei principali comuni della Romagna, compresa Ravenna.

Tab. 2 – Reddito imponibile medio annuo pro capite nelle province dell’Emilia-Romagna. Dichiarazioni 2023 su anno di imposta 2022.
Provincia Reddito 2022 variazione % sul 2021 variazione % sul 2012
Bologna 25.729 4,2 15,3
Forlì-Cesena 21.567 4,7 19,3
Ferrara 21.435 4,0 17,4
Modena 24.543 4,4 20,5
Piacenza 23.655 4,1 17,9
Parma 25.367 4,3 17,2
Ravenna 22.118 4,2 17,8
Reggio Emilia 24.356 4,5 19,7
Rimini 19.611 4,6 16,3
Emilia-Romagna 23.713 4,3 17,8
fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Tra i dieci comuni più “poveri” dell’Emilia Romagna, ben quattro sono nella provincia riminese: Casteldelci (15.119 euro), Gemmano (16.172 euro), Montecopiolo (16.504 euro) e Sassofeltrio (16.650). Tutte le realtà che registrano redditi imponibili più bassi condividono tra loro una dimensione demografica medio-piccola e in alcuni casi piccolissima, come Zerba (PC), che conta appena una settantina di residenti ed è il comune con meno abitanti di tutta la regione. Inoltre ricadono quasi sempre negli stessi territori provinciali: oltre a Rimini, 3 sono nel piacentino.

L’Emilia-Romagna può vantare, rispetto alla media nazionale, una percentuale sensibilmente più bassa di redditi annui inferiori ai 15.000 euro (il 31,1% contro il 38,0%), nonché una quota più elevata di contribuenti che dichiarano un reddito superiore a 75.000 € annui (3,3% contro 2,9%). Tra le province spicca però, ancora una volta, il dato di Rimini che ha registrato una percentuale di dichiarazioni da zero a 15.000 euro pari al 41,3%, superiore non solo alla media regionale ma anche a quella nazionale. Sopra i 75.000 solo il 2,5% dei contribuenti riminesi. Il 60,7% si attesta invece tra i 15.000 e i 55.000 euro.

Tab.6 – Percentuali di contribuenti che hanno dichiarato da zero a 15.000 o più di 75.000 o da 15.000 a 75.000 euro annui nelle province dell’Emilia-Romagna. Dichiarazioni 2023 su anno di imposta 2022.
Province % -15.000 % +75.000 % da 15.000 a 55.000
Bologna 28,0 4,2 62,1
Forlì-Cesena 33,5 2,6 59,8
Ferrara 33,7 2,5 59,7
Modena 29,4 3,4 62,3
Piacenza 31,5 3,3 60,6
Parma 29,4 4,0 61,3
Ravenna 33,0 2,7 60,1
Reggio Emilia 29,1 3,2 63,0
Rimini 41,3 2,5 51,6
Emilia-Romagna 31,1 3,3 60,7
Italia 38,0 2,9 54,2
fonte: elaborazioni su dati del dipartimento Finanze del MEF

Guardando le tipologie di reddito la provincia di Rimini è sempre all’ultimo posto: quello da lavoro dipendente si attesta a 19.349 euro (media regionale 23.815 euro), quello da pensione è di 17.817 euro (media regionale 19.747 euro). Alla voce lavoro indipendente i redditi medi riminesi si alzano a 24.933 euro ma restano comunque ben al di sotto della media dell’Emilia Romagna (31.475 euro).


Il commento del segretario generale Cgil Emilia Romagna Massimo Bussandri sull’analisi Ires “Le dichiarazioni dei redditi in Emilia-Romagna”

Il fatto che oltre il 60% dei redditi dichiarati in Emilia-Romagna si collochi nella fascia tra i 15.000 e i 55.000 euro è indicatore di una certa equità nella distribuzione dei redditi della nostra regione, certamente maggiore rispetto ad altre zone del Paese, tuttavia alcuni dati fanno suonare un forte campanello d’allarme.

La crescita dei redditi da lavoro dipendente è di gran lunga inferiore rispetto all’andamento dell’inflazione. La questione salariale, che la Cgil solleva in tutto il Paese, comincia a diventare questione centrale anche in Emilia-Romagna, dove abbiamo sicuramente tante occasioni di lavoro ma evidentemente ancora poca diffusione del lavoro di qualità.

Anche la crescita dei redditi da pensione non tiene il passo della perdita del potere d’acquisto per effetto delle tante sforbiciate ai meccanismi di rivalutazione.

C’è poi il fenomeno, molto curioso, del contestuale aumento esponenziale dei redditi da lavoro autonomo e da attività d’impresa, in questo caso superiore alle dinamiche inflazionistiche, che segnala due cose: il fatto che quest’ultima tipologia di lavoro “rende” di più rispetto al lavoro dipendente, perché evidentemente la ricchezza prodotta è mal distribuita fra le due tipologie; il fatto che la “flat tax” ha probabilmente fatto emergere alcune zolle di evasione fiscale. Non guardiamolo come un fatto positivo, perché sarebbe triste e paradossale che per limitare il ricorso all’evasione in questo Paese si debba “certificare” un sistema che fa pagare più tasse a chi guadagna meno, lavoratori dipendenti e pensionati, e meno tasse a chi guadagna di più.

Alcuni dati chiamano in causa anche i ragionamenti che dovremo fare nella direzione di una manutenzione avanzata del Patto per il Lavoro e per il Clima. Abbiamo in questa regione un forte squilibrio territoriale di redditi, anche e soprattutto da lavoro dipendente, e una provincia (Rimini) che si colloca al di sotto della media nazionale. Il disegno di una Emilia-Romagna a due o più velocità è sempre più realistico e tuttavia è un tema da risolvere”.