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occupazione nei settori culturali e creativi

Rapporto "Io sono cultura 2024": Rimini tra le prime venti province italiane

In foto: Il teatro Galli di Rimini
Il teatro Galli di Rimini
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 20 set 2024 14:10
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La provincia di Rimini consolida la sua posizione tra le principali realtà del Paese in cui il Sistema produttivo culturale e creativo ha una incidenza maggiore sull’economia locale. Il dato è confermato dalla 12esima edizione del rapporto “Io sono cultura 2024”, la ricerca promossa da Fondazione Symbola che ogni anno si pone l’obiettivo di offrire una visione dei fenomeni culturali e creativi in Italia, riconoscendoli come un settore economico significativo capace di generare ricchezza e occupazione.

Il rapporto, quest’anno intitolato “L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, prende infatti in considerazione il Sistema Produttivo Culturale e Creativo nel complesso, cioè tutti i comparti di attività che partecipano alla definizione della filiera culturale e creativa, analizzandone le due componenti: le attività core, cioè tutte quelle attività produttive direttamente riconducibili ai settori culturali e creativi, e le attività creative driven, che comprendono invece quelle attività che operando in settori diversi da quelli strettamente culturali ma che contribuiscono a potenziare la competitività del comparto.

Rimini si conferma ancora una volta tra le prime venti province in Italia dove è più alta l’incidenza del settore culturale e creativo nell’economia locale. L’incidenza è pari al 2,7% per quanto riguarda il valore aggiunto culturale, unica provincia dell’Emilia Romagna nella top ten oltre a Bologna (3,2%); guardando all’occupazione l’incidenza è del 3,4% sul totale al pari di Modena e Parma (Bologna 4%). Guidano le due classifiche le tre principali città metropolitane su tutte Milano, seguita da Roma e Torino. Guardando all’Emilia Romagna, la Regione si colloca al quarto posto in Italia per ricchezza prodotta dal Sistema Produttivo Culturale e Creativo dopo Lombardia, Lazio e Veneto, con 8,7 miliardi di valore aggiunto (5,1% dell’economia totale) e 130 mila addetti, che incidono per il 5,9% sull’occupazione regionale.

Il rapporto Symbola presenta anche una panoramica dell’andamento dei diversi settori che compongono la filiera ei fenomeni che li attraversano. Ad esempio nel 2023 le performing arts, superata la crisi determinata dalla pandemia, hanno visto forti segnali di recupero, a partire dalla partecipazione del pubblico: gli spettatori sono tornati nei teatri, negli auditorium, negli spazi all’aperto, riscoprendo il piacere della condivisione di esperienze culturali.

Effetto della pandemia anche la maggiore attenzione allo sviluppo di progettualità legate alle nuove tecnologie: tra i progetti degni di nota il rapporto Symbola segnala anche un’iniziativa che coinvolge la Biblioteca Gambalunga di Rimini, una tra le più antiche istituzioni cittadine, e i Motus, la compagnia teatrale che la ricerca definisce “tra le più innovative del panorama nazionale”, fondata a Rimini nei primi anni Novanta da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. Il progetto – che ha visto Motus aggiudicarsi le risorse previste dal bando Pnrr a favore della transizione digitale di organismi culturali e creativi – riguarda la costruzione di un archivio, in forma digitale e fisica, che raccolga documenti video e cartacei degli oltre trent’anni di vita della compagnia, da rendere disponibile gratuitamente e accessibile a tutti. L’iniziativa vede la collaborazione dell’azienda 4Science, che supporta università e istituzioni culturali nella gestione e realizzazione di progetti digitali, con la consulenza scientifica e l’affiancamento operativo della Biblioteca Gambalunga.

Guardando all’Italia nelle filiere culturali e creative lavorano oltre 1,5 milioni di persone (di cui 886 mila occupati nei settori culturali e creativi e la restante parte afferente ai professionisti culturali e creativi attivi in settori non culturali). Una filiera che, nel 2023, ha prodotto 104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente. Ma il “peso” della cultura e della creatività – segnala il rapporto – nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico e dei trasporti. Pertanto, cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro.

“L’importanza di questo rapporto annuale sta proprio nella capacità di mettere nero su bianco, numeri alla mano, l’importanza economica dei settori culturali e creativi per l’economia del Paese e dell’Italia, sia per il suo peso specifico in termini di ricchezza prodotta e occupazione, sia per l’effetto traino che ha su altri settori connessi – sottolinea l’assessore alla Cultura Michele Lari – Mette allo stesso tempo in evidenza la necessità di considerare e quindi investire sul sistema culturale al pari di un settore industriale, considerandolo come motore di innovazione oltre che di crescita, una politica ancora tentennante in un paese come Italia che sulla cultura, la bellezza e il talento ha un costruito la sua fama internazionale grazie ad un patrimonio inestimabile. In questo quadro, Rimini sta giocando la sua parte: lo ha fatto investendo prima nella attivazione e rigenerazione dei cosiddetti motori culturali, capaci oltre che di arricchire l’offerta complessiva anche di incentivare un turismo complementare a quello balneare, sta proseguendo ora attraverso un percorso avviato con la candidatura a Capitale italiana della cultura 2026 e che avrà una sua evoluzione nel Piano strategico, allo scopo individuare e condividere gli asset per lo sviluppo di una nuova e strutturata politica culturale. Un percorso possibile grazie alla filiera di competenze, specializzazioni e creatività di cui il nostro territorio è ricco”.