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Resta richiesta risarcitoria

Processo Carim. Corte d'Appello conferma l'assoluzione degli imputati

In foto: La ex sede di Banca Carim
La ex sede di Banca Carim
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 10 set 2024 18:25 ~ ultimo agg. 11 set 13:05
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Niente colpi di scena nel nuovo capitolo del processo Carim. La terza sezione della Corte d’Appello di Bologna ha confermato infatti l’assoluzione per tutti gli imputati sancita già in primo grado nel 2018 dal Tribunale di Rimini. Tra gli ex amministratori della banca finiti a processo c’erano gli ex manager Giuliano Ioni, ex presidente del Cda, Alberto Martini e Claudio Grossi, direttore e vice direttore generale, e i membri del vecchio Cda. L’accusa era di falso in bilancio. A presentare appello avverso il proscioglimento degli imputati erano stati il Pubblico Ministero dottor Bertuzzi e le parti civili (rappresentate dall’avvocato Davide Lombardi).

Una perizia, nel corso del procedimento davanti al Tribunale riminese, aveva già escluso il superamento della soglia di punibilità penale (10%) in relazione al bilancio 2009 e non considerato punibile l’acquisto di azioni proprie.

Siamo molto soddisfatti per l’esito del processo di Appello che ha confermato l’Assoluzione già dichiarata, a suo tempo, dal Tribunale di Rimini in composizione Collegiale, grazie all’allora analitico lavoro di ricostruzione fattuale e valutazione tecnica svolto dai consulenti tecnici delle parti e dai periti d’ufficio che ha permesso di accertare la assoluta inconsistenza di accuse apparse, peraltro, sin da subito destituite di ogni fondamento e, purtroppo, infamanti.” Questo è il commento dell’avvocato Alessandro Catrani, difensore di Franco Paesani, e del collega Nicola Mazzacuva, difensore di Claudio Semprini Cesari e Alduino Di Angelo.

Resta in piedi però la richiesta risarcitoria delle parti civili. A spiegarlo è l’avvocato Davide Lombardi, legale degli azionisti danneggiati. “Sono stati respinti – evidenzia – tutti gli atti d’impugnazione presentati (Procura della Repubblica di Rimini, Parti civili ed imputati). Anche diversi imputati, infatti, avevano fatto appello contro il capo della sentenza emessa dal Tribunale di Rimini che aveva ritenuto sussistente, ma prescritto per decorso del tempo, uno dei reati di falso in bilancio. Al momento, quindi, la richiesta risarcitoria delle parti civili non è minimamente preclusa. Salvo il ricorso in Cassazione in sede penale, da valutarsi all’esito della lettura delle motivazioni (riservate in giorni 90), rimane del tutto praticabile l’iniziativa in sede civile, rafforzata dal fatto che in sede penale, ad oggi, è stato ritenuto che il reato di falso in bilancio fosse stato commesso” conclude Lombardi.