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Omicidio Tucci, i testimoni inguaiano il buttafuori

Da sinistra il pugile Matteo Signani e al centro il pm Ercolani (foto Migliorini)

Nuova udienza del processo a carico del buttafuori albanese Klajdi Mjeshtri, accusato di avere ucciso a pugni Giuseppe Tucci, 34enne vigile del fuoco in servizio a Rimini, all’esterno del locale Frontemare a Miramare. Questa mattina in aula c’era anche Matteo Signani, il pugile di Savignano, campione europeo dei pesi medi, sottocapo della Guardia costiera, voluto dal pm titolare dell’inchiesta, Davide Ercolani, per aiutare gli inquirenti a comprendere nel dettaglio le modalità dei pugni che Mjeshtri ha sferrato a Tucci.

I genitori di Giuseppe Tucci

Davanti al gup Vinicio Cantarini sono comparsi tre testimoni oculari dell’aggressione: i due buttafuori, colleghi di Mjeshtri, intervenuti per sedare la rissa, hanno ricordato come l’albanese si scagliò contro Tucci, continuando a colpirlo anche una volta finito a terra e ormai privo di sensi. Diversa, invece, la versione fornita dal terzo testimone, un ufficiale della Marina militare amico del 29enne albanese, secondo il quale sarebbero stato Tucci ad aggredire per primo il buttafuori. I due, stando al suo racconto, si sarebbero colpiti reciprocamente. Dichiarazioni ritenute inverosimili e contraddittorie dal pubblico ministero Ercolani, che poi è passato al contrattacco. Infatti ha chiesto al gup, sulla base di quanto affermato dagli altri due testimoni, che l’uomo fosse indagato per concorso “anomalo” in omicidio. Il giudice, però, al momento non ha proceduto alla sua iscrizione nel registro degli indagati, riservandosi ogni ulteriore valutazione. La prossima udienza – con le discussioni conclusive e la sentenza – si terrà il 18 ottobre.

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