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"Scelta sbagliata"

No a Renzi e al centrosinistra: si dimette la dirigenza riminese di Italia Viva

In foto: Matteo Renzi e Giorgia Bellucci
Matteo Renzi e Giorgia Bellucci
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 10 set 2024 16:33
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La scelta del leader Matteo Renzi di ritornare nell’alveo del centro sinistra ha provocato le dimissioni in massa del direttivo riminese di Italia Viva. Lo spiega la presidente provinciale Giorgia Bellucci spiegando che l’addio riguarda non solo lei ma tutta la dirigenza: Luca Signorini Presidente zona sud, Andrea Ferrando Presidente zona nord e Andrea Arlotti membro di cabina di regia regionale. “Dopo le elezioni europee, in cui la lista Stati Uniti d’Europa non ha raggiunto la soglia di sbarramento – spiega Bellucci –, si è aperto dentro il partito un dibattito se proseguire comunque il percorso del “Terzo Polo” o iniziarne uno nuovo “Margherita 2.0”. Il Presidente nazionale Matteo Renzi ha cambiato più volte opinione: terzo polo con terzo nome, scelta tra Margherita 2.0 e terzo Polo. Infine, con un’intervista al Corriere ha dettato la linea scegliendo stabilmente la coalizione di centrosinistra. Per noi è sbagliata nel metodo e nel merito“.
La proposta politica al congresso dello scorso ottobre che ha eletto Matteo Renzi Presidente era chiara – ricorda –: né con questa destra né con questa sinistra. Se si vuole cambiare strategia e linea, cosa del tutto legittima, si deve rifare un congresso. L’assemblea di nominati del 28/09 – non ancora convocata ufficialmente – non può essere utilizzata per legittimare un’inversione di 180°. Nel merito perché la situazione politica di oggi è identica a quella del 2022 in cui il Terzo Polo ha raggiunto quasi l’8% e in alcuni territori è andato in doppia cifra. Perché non ci si può mettere insieme solo per battere la destra anche se non si condivide nulla dei principi fondamentali che ti dovrebbero tenere insieme: politica estera, politica economica e giustizia.
I fuoriusciti da Italia Viva spiegano però di avere già le idee chiare sul futuro. “Scegliamo un’altra strada più difficile, lunga e dura – dicono –. Esiste in Italia un pezzo di paese che aspetta una proposta liberaldemocratica vera, che pensa che tutti i problemi non si risolvono solo con maggiore spesa pubblica, ma in primis allocando meglio le risorse. Che pensa che i dipendenti pubblici vadano valutati e non devono essere tutti uguali negli stipendi. Che la parola merito e competenza siano due parole chiave per lo sviluppo dell’Italia. Che vogliono costruire ricchezza e poi pensare a come redistribuirla. Noi insieme a tante altre persone in giro per l’Italia aderiamo all’Associazione ORIZZONITI LIBERALI – Verso il partito Liberal-democratico“.