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Mancano le corse dopo la scuola, 60 alunni senza il bus per il ritorno

Alcuni alunni mentre entrano alle Bertola (repertorio)

“Sessanta bambini della prima media Bertola, ma forse anche 80, che abitano nel quartiere Ina Casa, sono a piedi perché mancano i bus per il ritorno a casa dopo la scuola”. E’ la mamma di uno di loro a segnalare la situazione di disagio che decine di famiglie stanno vivendo dall’inizio delle lezioni. “I 220 iscritti delle classi prime da quest’anno sono passati alla settimana corta, che prevede lezioni dal lunedì al venerdì con orario di uscita alle 13.50 anziché alle 12.50. Peccato che quando i bambini escono da scuola, l’autobus che dovrebbe riportarli a casa, quello della linea 29, non passi più”.

L’ultima corsa della linea scolastica 29 è programmata alle 12.58. Così, gli alunni di prima media si ritrovano a piedi. O meglio: un’alternativa ci sarebbe, prendere il bus della linea 18 in via della Fiera, con cambio in via Caduti di Marzabotto, dove poi attendere la linea 1 per la zona di via Dario Campana. Per le famiglie degli alunni, però, questa non è una soluzione percorribile, visto lo scarso tempo a disposizione, appena sei minuti, che i loro figli  avrebbero per arrivare a piedi alla fermata della linea 18. “I nostri bambini – spiega il genitore – dovrebbero correre per riuscire a prendere il mezzo e, probabilmente, non basterebbe. Sarebbe molto più semplice instaurare una corsa in più della linea 29, ma a sentire Start Romagna pare non sia possibile. Stiamo parlando di bambini di 11 anni che per necessità rientrano in maniera autonoma. Ci sentiamo abbandonati”. 

Alle carenze del trasporto scolastico al momento stanno sopperendo nonni e genitori, “ma un anno intero senza mezzi di ritorno non è accettabile”. Ecco perché i genitori degli alunni chiedono di poter incontrare l’assessore al Trasporto pubblico locale del Comune di Rimini, Roberta Frisoni: “Con l’assessore ci siamo scambiati alcune mail, ma vorremmo poterle parlare di persona. Crediamo che con un po’ di buonsenso la soluzione si possa risolvere. Non chiediamo la luna, ma di poter usufruire di un servizio che dovrebbe essere garantito a degli studenti minorenni”.

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