Indietro
menu
omicidio pierina

Le contraddizioni di Louis e il buco temporale a ridosso del delitto

In foto: il momento dell'arresto di Dassilva (foto Migliorini)
il momento dell'arresto di Dassilva (foto Migliorini)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 17 set 2024 17:57 ~ ultimo agg. 18 set 13:52
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Com’era prevedibile, Louis Dassilva si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’interrogatorio, disposto in carcere dal sostituto procuratore Daniele Paci, alla presenza del dirigente della squadra mobile, Marco Masia, è iniziato alle 10.30 e alle 10.40 era già terminato, visto che il senegalese, detenuto per l’omicidio di Pierina Paganelli, ha fatto sapere attraverso i suoi avvocati, Riario Fabbri e Andrea Guidi, di non avere alcuna intenzione di rispondere alle domande degli inquirenti.
Il pubblico ministero avrebbe voluto offrire a Dassilva la possibilità di chiarire le numerose contraddizioni emerse in sede di interrogatorio il 25 giugno scorso. Tra queste spiccano le “menzogne”, così le definisce la Procura, su quanto accaduto la sera del delitto, il 3 ottobre 2023, tra le ore 20 e le 22.06. Louis e la moglie Valeria Bartolucci hanno sempre sostenuto di aver cenato in casa e di essere rimasti all’interno dell’abitazione. Avrebbero guardato insieme un film su Netflix, poi Valeria sarebbe andata in camera da letto a dormire, mentre Louis sarebbe rimasto a riposare in sala, così da stendere la gamba dolorante a causa dell’incidente in moto avvenuto il pomeriggio prima.

Ebbene, per la Procura, Louis quella sera è stato capace di muoversi e trascorrere 12 minuti sul balcone di casa, a ridosso del rientro di Pierina. I coniugi, inoltre, non avrebbero saputo indicare il titolo corretto del contenuto riprodotto su Netflix. Ma c’è di più, perché gli investigatori sono stati in grado di accertare che la riproduzione video è stata interrotta alle 22.06, circa 12 minuti prima dell’effettiva conclusione dello stesso e, soprattutto, quasi due minuti prima che l’auto della vittima percorresse la rampa che conduce ai garage condominiali. In ultimo, sostiene l’accusa, le successive interazioni dei dispositivi in uso all’indagato, ovvero il cellulare e gli auricolari associati, riprendono alle 22.38, dopo l’omicidio di Pierina. Un buco, quello tra le 22.06 (orario di disconnessione alla piattaforma Netflix) e le 22.38, orario in cui vengono registrati dei passi dall’applicazione Health, durante il quale la Procura ipotizza che Dassilva sia sceso nei garage per uccidere la 78enne.