newsrimini.it

I Marmot Places come modello per la nuova sanità. L’epidemiologo ospite a Rimini

Marmot negli studi di Icaro TV

L’insorgere delle malattie non dipende soltanto da una condizione clinica, ma anche dal contesto sociale, dal reddito, dal regime alimentare, dallo stile di vita. Ne è convinto l’epidemiologo di fama mondiale, Michael Marmot che ha ideato il modello dei Marmot Places. Grazie anche alla sua consulenza il Comune di Rimini e il Distretto di Rimini stanno sviluppando un nuovo modello sanitario di promozione della salute che prevede i nodi territoriali, strutture interdisciplinari in 11 aree cittadine in cui lavoreranno in sinergia operatori sociali, educativi e sanitari. Marmot questa mattina ha partecipato ad un convegno in Università a Rimini ma ha fatto tappa anche nei nostri studi per partecipare al programma di Lucia Renati Tutta salute. La puntata, la prima di questa stagione, andrà in onda il 17 ottobre alle 20,35.

Quella proposta da Sir Marmot nel convegno in Università è stata una lunga riflessione sulle sfide della sanità di oggi, accompagnata da una vasta raccolta di dati e studi proiettata nello schermo in sala. Quadri numerici e ricerche sul campo che arrivano a una conclusione: le persone socialmente più svantaggiate tendono a soffrire di più di malattie a causa di una combinazione di povertà, bassa istruzione e minore controllo sulle proprie vite. Questi fatti, infatti, portano a stili di vita meno salutari e a un’esposizione maggiore ai rischi per la salute, oltre a vivere in ambienti meno salubri.
Dalla teoria di ‘salute diseguale’ di Sir Marmot, il Distretto, insieme all’Ausl e all’Università di Bologna, in questi tre anni, ha costruito un progetto che al momento è un unicum nel panorama nazionale e che sta prendendo forma proprio in questi mesi: i nodi territoriali, i quali sono stati illustrati nel corso del secondo workshop della mattinata.
Si tratta – spiega l’Amministrazione Comunale – di strutture interdisciplinari molto innovative, che saranno distribuite in 11 aree cittadine (le microzone) in cui lavoreranno in sinergia operatori sociali, educativi e sanitari, per offrire un’assistenza capillare e proattiva ai cittadini più fragili, sia attraverso una mappatura e conoscenza approfondita della ‘zona d’azione’ sia attraverso servizi a domicilio.
Questi presidi territoriali, attraverso un’attività di prossimità, permetteranno agli operatori (quali infermieri, psicologici, educatori, eccetera) di ‘entrare nelle case’ delle persone più vulnerabili, seguendole nel loro contesto quotidiano e garantendo un’assistenza mirata e continuativa, con particolare attenzione ai pazienti cronici e più soli. Entro la primavera del 2025 saranno operativi i primi quattro nodi territoriali, situati in punti strategici della città: uno in via Gambalunga, nel cuore del centro storico, un altro in via Bidente nella zona sud, e un terzo in via Perticara, vicino alla Marecchiese. Un quarto nodo, in via Miramare, è già in fase avanzata di sperimentazione.
Il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, nel suo saluto iniziale, ha spiegato proprio come questo progetto rappresenti un vero cambio di paradigma nella gestione della salute pubblica: “Ci sono progetti che, anche se non sono sotto i riflettori, possono davvero cambiare la qualità di vita dei cittadini. Con questi 11 nodi, vogliamo portare l’attenzione delle istituzioni direttamente nei luoghi in cui le persone vivono, decentrando i servizi per essere più vicini ai bisogni della comunità”.
Kristian Gianfreda, assessore alle politiche per la salute del Comune di Rimini e presidente del Distretto, ha ribadito l’importanza di mettere al centro del sistema sanitario i bisogni delle persone più fragili, focus dei nodi: “Una comunità è prospera e sana solo se è giusta, ovvero se i problemi dei più deboli vengono posti come la priorità dell’agenda. Dopo la pandemia, è necessario rivedere il nostro approccio alla salute, ponendo una maggiore attenzione alle disuguaglianze”.
Durante l’incontro è stato ricordato anche l’ingresso ufficiale di Rimini nella rete delle Marmot Cities. Un riconoscimento cheche sancisce l’impegno della città nel promuovere condizioni di vita, educazione, lavoro e ambiente più salubri, favorendo la collaborazione tra amministrazioni, servizi sanitari e istituzioni per garantire uguali opportunità di cura per tutta la cittadinanza.
Exit mobile version