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I Marinai di Salvataggio sulle recenti polemiche: “la vita non ha prezzo”

repertorio

“La vita non ha prezzo”. L’Associazione Marinai di Salvataggio della Provincia di Rimini interviene sulla polemica che sta tenendo banco negli ultimi giorni dopo che l’ordinanza della Capitaneria che impone il servizio di salvamento per gli stabilimenti balneari che restano attivi anche fuori stagione ha portato ad una levata di scudi da parte di politica e operatori. I Marinai, dopo aver ricordato il notevole impegno dal punto di vista della formazione e dell’aggiornamento periodico e le grandi responsabilità dei soccorritori stessi in ambito civile, penale e morale, ribadiscono che “la salvaguardia della vita rappresenta una priorità assoluta rispetto agli interessi di lucro commerciale degli stabilimenti balneari“. Secondo l’associazione inoltre il costo di 1.200 euro per una settimana di Servizio di Salvataggio (menzionato da alcuni operatori) non sarebbe esatto perché da suddividere tra i 2-3 stabilimenti interessati dal servizio stesso. La cifra sarebbe quindi di circa 300/400 € a bagnino. “Ciò mette in evidenza – attaccano i Marinai – che la figuraccia nei confronti del turismo la stanno facendo le aziende balneari stesse e i Comuni costieri, perché il Servizio di Salvataggio è un Servizio Pubblico Essenziale e va normato dalle amministrazioni pubbliche, affinché vi sia uniformità del Servizio su tutta la costa provinciale“. Insomma, prosegue l’associazione, “La vita non ha un prezzo ma piuttosto un valore inestimabile e per queste irrisorie cifre non si dovrebbe meritare neppure udienza, poiché si cade pubblicamente nel grottesco e nel ridicolo“.
Arriva quindi un plauso al contestato provvedimento che prevede che se gli stabilimenti balneari affittano attrezzature (ombrelloni, lettini, docce, ecc.) debbano fornire un servizio completo al bagnante con Servizio di Salvataggio integralmente attivo, “che però va reso uniforme su tutta la costa provinciale, evitando così il risultato di un Servizio Pubblico Essenziale a macchia di leopardo per motivi inaccettabili“.
Nel mirino invece dei Marinai di Salvataggio finisce “l’eventuale legge che potrebbe prevedere per le prossime stagioni estive la futura assunzione di Assistenti Bagnanti esclusivamente fino all’età anagrafica massima di 35 anni rappresenta invece un pericolo per la qualità del Servizio di Salvamento, poiché i più esperti sono gli unici veri formatori “sul campo” per i giovani neo-brevettati, i quali necessitano di immediato e continuo affiancamento pratico nell’espletamento delle proprie mansioni e ciò non va sottovalutato.” Una legge che, evidenziano, finirebbe anche per minare il bilancio di tante famiglie.
L’associazione ritiene prioritario “approntare immediatamente un protocollo di intesa con i Comuni costieri affinché le decisioni in merito alle emanazioni delle ordinanze balneari comunali siano prese in accordo con le istanze tecniche dei Marinai di Salvataggio Assistenti Bagnanti titolati nel campo della sicurezza in mare.

La soluzione, suggeriscono i Marinai di Salvataggio, per non mettere in ginocchio il sistema turismo di Settembre/Ottobre e Aprile /Maggio è solo quella di avere un servizio di salvamento che sia servizio pubblico. 

I Comuni che si sono espressi per continuare a dare la possibilità ai balneari di tener aperti gli stabilimenti senza salvataggio – concludono – non onorano così il loro mandato di essere a difesa dell’interesse collettivo dei cittadini e dei turisti (la salvaguardia vita in mare ) e potrebbero invece lavorare da subito su soluzioni competenti già sottoposte alla loro attenzione e calibrate sulle necessità di sicurezza per i turisti e residenti“.

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