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Croatti: baratto con UE

Concessioni, le reazioni. Corsini: smascherate bugie; Legacoop: passo indietro

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 7 minuti
gio 5 set 2024 14:16 ~ ultimo agg. 6 set 11:03
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Non mancano le reazioni al provvedimento del Governo per risolvere il “caso” concessioni demaniali dopo anni di braccio di ferro con l’Unione Europea (vedi notizia). Dopo quella del comune di Rimini (vedi notizia) arrivano altri commenti.

Secondo l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini il documento smaschera le “bugie del Governo” ed è “confuso” e con “diversi aspetti controversi“. La Regione proseguirà il lavoro avviato sulle linee guida.

Critica anche Legacoop Romagna che parla di un “passo indietro” che “non scioglie i dubbi e lascia molte incertezze

Dure le parole del senatore del M5S Marco Croatti. “Un ulteriore proroga che danneggia tutti” dice ” sarebbe interessante capire cosa ha barattato Fitto con Bruxelles

Secondo Riccardo Ripa, presidente SIB-Confcommercio della provincia di Riminiil decreto approvato dal governo ci lascia profondamente delusi: ancora una volta le promesse fatte dalla politica sono state disattese. Il rischio è che venga snaturato il modello di turismo attrezzato italiano, quel marchio, il made in Italy, che speravamo venisse tutelato maggiormente: nel DL non vi è traccia del riconoscimento del valore aziendale”.

Federconsumatori definisce “inconcepibile l’ennesima proroga delle concessioni balneari“.

Il presidente di Confartigianato Imprese Demaniali Mauro Vanni ai microfoni di Icaro ha detto: “il Governo ci ha venduto all’Europa“.

La nota dell’assessore regionale Andrea Corsini

Le bugie del Governo sono state smascherate. Per due anni hanno alimentato le false speranze dei balneari e ora, come noi avevamo più e più volte ribadito, l’inganno è sotto gli occhi di tutti. Le gare per le concessioni si faranno, si devono fare, ed è tutto scritto nero su bianco nel ddl approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Con un ulteriore aggravante a peggiorare il quadro: il documento è confuso e presenta diversi aspetti controversi che rischiano davvero di mettere a rischio un settore che, solo da noi, conta 1.500 imprese”.

Così l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto che proroga le concessioni balneari fino al mese di settembre 2027.

È un documento che va modificato e migliorato– aggiunge-. Ad esempio, scarica sui sindaci la responsabilità di applicare o meno la proroga delle concessioni al 2027 aprendo a infiniti contenziosi, per non parlare della discrezionalità, sempre sulle spalle dei primi cittadini, di imporre le demolizioni delle strutture pre-esistenti al vecchio concessionario, a sue spese, in caso di nuova assegnazione e dell’assist offerto ai grandi capitali. Entrando nel merito, a nostro parere in sede di gara devono essere tenute in considerazione quelle concessioni che sono gestite da chi possiede già un albergo o campeggio o villaggio turistico, va cioè valorizzata l’integrazione già esistente fra ricettività e servizi di spiaggia“.

Il velo dell’ipocrisia e dell’incompetenza va squarciato. Ci sono diversi aspetti da riconsiderare e speriamo che il margine per dare le giuste risposte alle imprese, ai lavoratori e ai cittadini che utilizzano i servizi, venga trovato– afferma l’assessore-. Il lavoro sulle nostre linee guida, con i sindaci e i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati, va avanti. Consegneremo al Governo il nostro documento e magari questa volta qualcuno a Roma capirà che non si può fare sempre e solo campagna elettorale, ma che, per il bene comune, occorre mettere da parte le ideologie”.

Sugli indennizzi poi non ci siamo– conclude Corsini. È sparito il valore aziendale, che era uno dei punti fermi del decreto Draghi. Senza contare il criterio incomprensibile e pericoloso che prevede la possibilità di aumentare l’indennizzo da parte degli offerenti, dando la possibilità a chi ha più capitali di avvantaggiarsi mettendo ancora più a rischio migliaia di imprese a conduzione familiare che operano in Riviera”.

La nota di Legacoop Romagna

Un passo indietro anche rispetto alla Legge 118/2022 del Governo Draghi: non scioglie i dubbi e lascia molte incertezze. Questo il giudizio di Legacoop Romagna sul Decreto Legge emanato ieri dal Consiglio dei Ministri sulle concessioni demaniali marittime, dopo un grave ritardo che ha messo a rischio la continuità stessa del settore.
Balza subito agli occhi come molte delle scelte fatte dal Governo non colgano le indicazioni giunte in questi anni dalle cooperative e dalle associazioni. Auspichiamo quindi che il Decreto possa essere discusso e migliorato attraverso il confronto con le associazioni del settore e gli enti locali prima della sua conversione definitiva in legge.
Le linee guida recentemente proposte dalla Regione Emilia-Romagna rappresentano già il punto di riferimento per superare molti di questi limiti. Riteniamo molto importante che la Regione continui a lavorare per definire e sostenere le linee strategiche unitarie sulle concessioni a sostegno del nostro modello turistico, fatto di migliaia di imprese familiari, lavoro, associazioni e cooperative.
IL GIUDIZIO TECNICO SUL DECRETO DEL GOVERNO

Per quanto riguarda il Decreto appena emesso, uno dei principali punti di preoccupazione riguarda la riduzione pressoché totale degli indennizzi, senza considerare il reale valore commerciale dell’impresa, come già previsto dal Decreto Draghi. Ciò pregiudica lo sviluppo del settore, perché svilisce totalmente l’attività nel suo complesso, passata e futura.

Allo stesso tempo non sono considerati minimamente gli investimenti collettivi a valenza pubblica, come il servizio di salvamento o la duna invernale, che rappresentano una caratteristica tipica e fondante del nostro modello turistico e delle nostre comunità.

Rimangono poi pericolosamente oscuri molti punti su cui andrebbe fatta luce al più presto.
Quali sono le garanzie affinchè la proroga al 2027 sia reale e non facilmente impugnabile come quelle precedenti? Quali sono le indicazioni sul numero delle concessioni possibili per concorrente?

Infine, è assente il tema decisivo del ruolo degli enti locali nella possibilità di integrare quanto già disciplinato.

L’unica notizia positiva riguarda la premialità per chi ricava il proprio reddito principale dalle attività sulle concessioni.

La nota del senatore del M5S Marco Croatti

Alla fine, sembra il gioco dell’oca, e si è ritornati al via. Sulle concessioni demaniali le gare pubbliche si faranno, con gli indennizzi sugli investimenti non ammortizzati a carico di chi subentra, come previsto dal ddl Concorrenza del 2022. Se tutto va bene però solo a partire dal 2028. Un’ulteriore proroga che danneggia tutti: in primis il settore, destinato a un triennio pieno di paralisi degli investimenti, poi lo Stato, che per altri tre anni incasserà canoni miseri, infine i turisti, alle prese con un’offerta che non migliorerà. Il gioco è chiaro: il governo ha deciso di buttare la palla in tribuna e guadagnare altro tempo: a fine 2027, del resto, questo governo non sarà più in carica. Tutto questo con il placet dell’Ue tanto rivendicato da Fitto: sarebbe interessante capire cosa ha barattato con Bruxelles l’ormai ex ministro per ottenere questa exit strategy molto poco assennata. L’obiettivo di imbonirsi le associazioni di categoria da parte di Meloni non sembra centrato, viste le proteste che si susseguono da stamattina. Come M5s riteniamo che il procrastinare un epilogo ormai ineluttabile danneggia il turismo italiano, non aiuta chi vuole investire e non libera nuove risorse per dare nuova linfa al comparto. Insomma, una non soluzione disastrosa, in pieno stile Meloni“.

Riccardo Ripa, presidente SIB-Confcommercio della provincia di Rimini

“Il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto che regolamenta le gare per le concessioni balneari. Abbiamo aspettato tanto una Legge nazionale, ma ne siamo rimasti profondamente delusi. A parte una proroga tecnica con la scadenza per le aste fissata al 2027, che però i Comuni possono anticipare dando avvio alle gare anche prima, la soluzione proposta dal governo prevede una forma di indennizzo minimo, rapportato agli investimenti non ammortizzati degli ultimi 5 anni. Una soluzione inaccettabile perché non tutela il valore dell’azienda e perché prende in esame gli investimenti fatti in un quinquennio che, come sappiamo tutti, è stato caratterizzato da pandemia, crisi economica, guerre, alluvione e da un’incertezza normativa che ha di fatto impedito agli operatori di investire.

Le tutele previste da questo provvedimento, dunque, paiono insoddisfacenti. Le nostre aspettative erano ben altre, soprattutto dopo le dichiarazioni di vari esponenti del governo sull’esclusione del settore dall’applicazione della Direttiva Bolkestein. Così non è stato. Mi permetto di esprimere a nome del SIB e dei colleghi associati lo sconcerto per le promesse disattese dalla politica. Registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli Enti concedenti, Regioni e Comuni, che esercitano da decenni le funzioni amministrative in materia.

Come sindacato di categoria riuniremo gli organismi dirigenti per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le conseguenti iniziative, riservandoci di esprimere un parere più completo dopo un confronto approfondito. Il rischio è che venga snaturato il modello di turismo attrezzato italiano, quel marchio, il made in Italy, che speravamo venisse tutelato maggiormente: nel DL non vi è traccia del riconoscimento del valore aziendale”.

La nota di Federconsumatori

Era appena il 29 agosto quando, nell’ambito delle pagelle assegnate in tema di turismo per l’estate 2024, denunciavamo i ritardi nella predisposizione delle gare per le concessioni balneari.
Una storia infinita, che si protrae ormai da molti anni, con un’unica costante: la ritrosia dei governi a resistere alle pressioni della categoria dei balneari, mettendo la parola fine alla quesitone e adeguandosi alle regole piuttosto che prorogare la scadenza delle concessioni.
Una tendenza a cui anche l’attuale governo ha deciso di non sottrarsi: con sorpresa leggiamo sulle agenzie di stampa che le concessioni balneari sono prorogate fino al settembre 2027 (guarda caso la proroga coincide con la fine del mandato del Governo…) e addirittura, in caso di ragioni oggettive che impediscono il completamento della procedura di gara, possono essere ulteriormente rimandate al 31 marzo 2028. Si tratta delle prime anticipazioni sul contenuto della bozza del decreto che prevede “Disposizioni urgenti in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive” in discussione ieri al Consiglio dei Ministri.
Addirittura, si rimandano a fine marzo 2025 alcuni atti preliminari e necessari alla predisposizione delle gare, quali: i criteri di individuazione dei canoni, il loro valore e i criteri per gli indennizzi ai concessionari uscenti. In questo modo, di fatto, si legano le mani anche ai comuni che volessero anticipare le gare.
Un ennesimo rinvio che si scontra con il pronunciamento del Consiglio di Stato, che aveva confermato la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre del 2023 e con l’AGCM, che più volte ha espresso la necessità di provvedere all’immediata messa a bando delle concessioni, pena il ricorso al TAR che ha paventato già a molti Comuni. Con disappunto, ma senza sorprese, apprendiamo dell’ennesima proroga!
Si tratta di un nuovo provvedimento, a nostro avviso, contrario alla Direttiva Bolkenstein del 2006, che posticipa nuovamente l’attuazione di giuste iniziative a tutela dei cittadini, del settore turistico e delle nostre coste e rimaniamo sorpresi nell’apprendere che, come pare, dopo quasi 20 anni, il nostro Governo abbia concordato con la Commissione Europea lo slittamento delle scadenze.
Federconsumatori, da tempo, sottolinea quanto sia urgente e necessario dare corso alle gare il prima possibile, introducendo misure atte a garantire la corretta e trasparente concorrenza nel settore e in grado di tutelare il nostro patrimonio marittimo/balneare.
Nell’affrontare questa materia ci si scorda troppo spesso che il demanio marittimo è un bene pubblico e pertanto appartiene a tutti i cittadini. Secondo tale principio il suo utilizzo, se pur dato in concessione, deve tenere conto prima di tutto, degli interessi dei cittadini e del rispetto dell’ambiente marino.

Oltre all’equa remunerazione degli investimenti effettuati (come previsto leggendo le prime anticipazioni), è prioritario che ci siano soprattutto parametri a tutela dei cittadini, con particolare riguardo a quelli con disabilità, che hanno diritto ad accedere alle spiagge, della sostenibilità sociale e ambientale. In tale ottica è necessario inserire nel disegno di legge una congrua ridefinizione della percentuale di spiagge libere, sostenibili e accessibili. Inoltre, alla luce anche degli episodi che molti cittadini ci hanno segnalato (a partire dal divieto di portare cibo in spiaggia), è fondamentale prevedere, quale criterio per l’assegnazione delle concessioni, anche il rispetto dei diritti dei consumatori: disponendo dei limiti agli aumenti di prezzo ingiustificati e speculativi a cui assistiamo ogni estate, l’obbligo di fornire servizi ausiliari alla balneazione (per es., salvataggio e prime cure), imponendo la tutela della buona occupazione, con l’obbligo di rispettare i contratti di lavoro, a pena di revoca della concessione.