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pugno duro del giudice

Ristoratore aggredito, i due imputati condannati a lasciare l'Italia

In foto: l'aula del tribunale di Rimini
l'aula del tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 21 ago 2024 20:32 ~ ultimo agg. 22 ago 11:42
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Pesante condanna per i due tunisini di 27 e 19 anni, residenti nel modenese, arrestati inizialmente per violenza privata nei confronti del titolare del ristorante L’Artrov di Rimini. Il reato è stato riqualificato dal giudice del tribunale di Rimini in tentata rapina in concorso (vedi notizia), complicando non di poco la posizione dei due. Che questa mattina, in abbreviato, sono stati entrambi condannati a 2 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 850 euro. Non solo, perché al passaggio in giudicato della sentenza ecco che diverrà effettiva la misura di sicurezza dell’espulsione dall’Italia. Nel frattempo, però, i due nordafricani, difesi dagli avvocati Cinzia Bonfantini e Pietro Pellegrino, sono tornati in libertà. La richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani era stata ancora più dura: 3 anni e 8 mesi per entrambi.

Questi i fatti. Domenica sera Riccardo Bianchini, titolare del ristorante L’Artrov di Rimini, interviene per sventare una presunta rapina ai danni di un passante in bici. I due tunisini a quel punto si scagliano contro il ristoratore. Prima minacciano di dar fuoco al suo locale, poi cercano di colpirlo con una grossa pietra trovata a terra. L’intervento di una Volante della polizia, che proprio in quel momento transitava davanti al ristorante, evita il peggio.

I tunisini, però, non si placano neppure davanti ai poliziotti: “Te la facciamo pagare, torniamo e ti diamo fuoco al locale”, gridano con fare intimidatorio a Bianchini. E ancora: “Sei solo un vecchio, non sai cosa è successo… Torna dentro e ringrazia che è arrivata la polizia”. Insieme a loro ci sono due donne, risultate essere la moglie del 27enne e la sorella di quest’ultima, altrettanto agitate e aggressive, nonostante una delle due spinga un passeggino con all’interno un bimbo piccolo.

Riportata la calma a fatica, i poliziotti arrestano i due tunisini per violenza privata. Martedì mattina, comparsi davanti al giudice per la direttissima, gli imputati si difendono parlando di un disguido, nato dal fatto che il ciclista aveva urtato con la sua bici il passeggino con all’interno il figlio del 27enne. Da lì il successivo alterco – a detta dei nordafricani – frainteso dal ristoratore, che avrebbe immaginato un tentativo di rapina. Una versione, questa, che il giudice ritiene inverosimile. Infatti, dopo aver convalidato il loro arresto, riqualifica il reato da violenza privata a tentata rapina in concorso. Questa mattina (mercoledì) la scelta del rito abbreviato e la celebrazione del processo conclusosi con una condanna contro la quale entrambi gli imputati si appelleranno.