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Operazione Free Job della Gdf. Scovate società che operavano in nero

Fiamme Gialle

Si è conclusa l’operazione FREE JOB avviata dai militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Rimini nella stagione estiva 2022, culminata con l’accertamento di molteplici violazioni alla normativa sul lavoro e successivamente proseguita per i necessari approfondimenti di natura fiscale.

Nel corso dell’operazione sono stati svolti anche approfondimenti di natura fiscale nei confronti di 2 società operanti nel Comune di Bellaria, di cui una somministratrice di manodopera e l’altra gerente tre strutture ricettive, risultate entrambe “evasore totale”, ovvero sconosciute al fisco. Al riguardo l’attività ispettiva intrapresa ha consentito di constatare elementi positivi di reddito non dichiarati per circa 600 mila euro, ritenute non versate per oltre 200 mila euro, violazioni all’IVA per oltre 100 mila euro ed una base imponibile IRAP sottratta a tassazione per circa 600 mila euro.

L’attività, in una prima fase, ha riguardato 6 strutture alberghiere dislocate lungo la riviera romagnola ed una con sede a San Martino di Castrozza (TN) a cui 2 società – una con sede legale a Potenza e sede amministrativa in Bellaria e l’altra con sede in Roma – somministravano sistematicamente lavoratori in assenza di apposita autorizzazione rilasciata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Coinvolti ben 444 lavoratori irregolari, di cui 40 completamente in “nero”. È stato accertato che la manodopera, sebbene regolarmente assunta dalle due società somministratrici, veniva successivamente fornita ad altre quattro imprese operanti nel settore turistico-alberghiero, senza la stipula di contratti di appalto, svolgendo, di fatto, le attività di un’Agenzia per il Lavoro, ma abusivamente.
La vigente normativa prevede, infatti, la possibilità di fornire prestazioni di manodopera lavorativa soltanto alle Agenzie per il Lavoro appositamente autorizzate dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, offrendo servizi relativi alla domanda e all’offerta di lavoro ed in particolare attività di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale. Un sistema abusivo che costituisce “concorrenza sleale”.

Complessivamente, ai trasgressori, sono state comminate sanzioni amministrativeche possono arrivare ad un massimo di oltre 292 mila euro.

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