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Caos nel soccorso a bambino. FdI interroga in Regione sul CAU di Cattolica

l'ospedale di Cattolica

I problemi che si stanno riscontrando al Centro assistenza urgenza (Cau) di Cattolica e in particolare una situazione che ha riguardato un bambino straniero sono oggetto di un’interrogazione rivolta alla giunta presentata da Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia.

“Da segnalazione pervenuta – spiega Evangelisti – un bimbo di sette anni, belga, con malattia distrofica muscolare (SMA) si sarebbe presentato con i genitori al Cau di Cattolica, pensando che si trattasse del Pronto Soccorso, in quanto ubicato all’interno dell’ospedale: il piccolo paziente non sarebbe stato alla fine intubato, per rifiuto da parte dei genitori, ma trattato con ventilazione non invasiva e portato dal 118 a Rimini“. Nell’atto ispettivo, si precisa inoltre che “il Cau di Cattolica accoglie anche parte dell’utenza marchigiana confinante che evita le strutture sanitarie di Pesaro, città piena di turisti in estate, aggravandone le criticità“.

A fronte di tale situazione, la capogruppo di FdI chiede perciò alla giunta “se intenda fare chiarezza in merito all’episodio segnalato“, “quali siano le eventuali iniziative volte a informare l’utenza sulle corrette modalità di accesso ai servizi di emergenza-urgenza nei casi più e meno gravi” e “come si intenda fronteggiare l’incremento di utenza proveniente dalle Marche“.

Sull’episodio interviene anche il sindacato SNAMI, sul piede di guerra con l’Ausl per la riorganizzazione delle prime emergenze. “Problemi a non finire al CAU Cattolica – Medici esasperati dalle condizioni di rischio continuo – stamattina risulterebbe che una famiglia straniera scambiando il CAU per un PS, essendo in ospedale, abbia portato un bambino con grave insufficienza respiratoria e condizioni critiche a rischio di vita.
Bambino e genitori stranieri, barriera linguistica, necessità di un interprete per capirsi. Il personale del CAU avrebbe chiamato il 118, che tuttavia in un primo momento avrebbe inviato una sola ambulanza infermieristica in codice Giallo, ambulanza che appena giunta sul posto e vista la situazione di estrema criticità, avrebbe immediatamente attivato anche l’automedica 118.
Fortunatamente nella struttura in quell’orario era anche presente un anestesista rianimatore anch’esso chiamato dai colleghi del CAU e assieme all’ Automedica del 118 per gestire l’emergenza a rischio di vita e portare il paziente al nosocomio riminese.
Ennesimo “scambio” di CAU per un presidio di pronto soccorso, ennesimo rischio fortunatamente senza esiti negativi, affidandosi, come recentemente dichiarato dall’ azienda sanitaria, al “giuramento di ippocrate”, nuovo motto per la gestione del Risk Management .
Per rimarcare il precedente: Rimane quel “perché”, in una situazione così drammatica, quei cittadini qualificati come “alcuni conoscenti” della vittima abbiano pensato di portare al CAU, ex P.S., il paziente “senza allertare il 118”.
Non punge neppure vaghezza, alla mosca nocchiera o al maggiordomo di turno: tout va très bien madame la Marquise.”

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