Caldo e siccità. Vendemmia anticipata a Rimini ma alta qualità
Vendemmia anticipata di una decina di giorni nei vigneti del riminese dove si riscontrano purtroppo le criticità legate ad una stagione particolarmente siccitosa con alte temperature e scarse precipitazioni, penalizzata anche dall’aumento dei costi di produzione. Quantità in calo ma fortunatamente alta qualità. Lo rileva Coldiretti. “Le aziende hanno iniziato le prime fasi di questa vendemmia con le uve Chardonnay – spiega il presidente Guido Cardelli Masini Palazzi –. La previsione iniziale, in termini quantitativi è di una produzione inferiore di circa il 10-20% rispetto al 2023. Se l’anno scorso una somma di eccessi con prima l’alluvione e poi il caldo torrido è riuscita a pervenire a una sorta di equilibrio che ha permesso un’ottima maturazione dei tannini quest’anno siamo davanti a una situazione diversa.” “Nel riminese lo stress idrico e termico – prosegue – si è prolungato per due mesi da metà giugno a metà agosto con temperature largamente sopra media e forte siccità. Le viti forti di un buon sviluppo in primavera sono comunque riuscite ad avere una buona spinta vegetativa dal germogliamento fino alla fioritura e all’allegagione che si è svolta nelle condizioni ideali. La raccolta delle basi spumante è ormai giunta al termine, si stanno raccogliendo in questi giorni i vitigni precoci per la realizzazione dei vini fermi. Seguiranno i vitigni autoctoni come la Rebola“. Le precipitazioni degli ultimi giorni insieme all’abbassamento delle temperature consentiranno il miglioramenti del grado maturazione dell’uva e permetteranno di preservare la componente aromatica dei vini. “Si prospetta una qualità molto espressiva sui vini strutturati” conclude il presidente.
“La qualità del vino prodotto si prospetta buona – precisa il Direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini – ma anche per questo aspetto come l’andamento della raccolta occorre aspettare le condizioni meteo del resto del mese di agosto e di quello di settembre per confermare le previsioni. Il nostro vino – conclude – è un patrimonio da tutelare. È il miglior biglietto da visita del settore agroalimentare. Un comparto che genera lavoro e traina parte del turismo“.
Insiste sulla crisi idrica il vicedirettore Giorgio Ricci: “occorre pianificare adesso quelle politiche in grado di garantire un domani all’agricoltura, con la realizzazione di bacini e canali per stoccare e distribuire l’acqua” spiega.