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davanti al gup

Ucciso da un escavatore in via Euterpe, chiesto il processo per cinque persone

In foto: la Suzuki Vitara dopo l'impatto e nel riquadro Roberto Sancisi
la Suzuki Vitara dopo l'impatto e nel riquadro Roberto Sancisi
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 25 lug 2024 16:28 ~ ultimo agg. 26 lug 10:29
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La Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio per le cinque persone indagate per la morte di Roberto Sancisi, 78enne santarcangiolese che la mattina del 24 ottobre 2022 morì sul colpo mentre era alla guida della sua Suzuki Vitara, scontratasi con un escavatore che stava trasportando una grossa griglia in ferro posizionata nella parte anteriore del mezzo e agganciata alle benne. L’impatto, violentissimo, avvenne proprio contro la griglia, che sfondò il parabrezza e il tetto della Vitara, aprendola come una scatoletta. Del tutto inutili furono i soccorsi del 118. Il reato contestato nei confronti di due dipendenti, un dirigente e un responsabile di CBR, la Cooperativa Braccianti Riminese aggiudicataria dei lavori e di un dirigente di Autostrade per l’Italia, società che aveva appaltato i lavori proprio alla cooperativa, è omicidio colposo in concorso. L’udienza preliminare è stata fissata davanti al gup del tribunale di Rimini il prossimo 14 novembre. Gli indagati, quattro dei quali difesi dagli avvocati Gilberto Gianni e Massimiliano Cornacchia, rischiano di finire a processo.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia Locale di Rimini, l’escavatore era uscito dal cantiere adiacente alla via Euterpe, lato monte, e stava attraversando le quattro corsie (compreso lo spartitraffico) in direzione del parco La Cava. Proprio in quell’istante sopraggiunse la Suzuki guidata da Sancisi, che procedeva nella corsia lato mare in direzione Ravenna. Lo schianto fu inevitabile. Stando alle indagini, il 78enne non avrebbe commesso alcuna infrazione. La Procura, invece, tra le diverse accuse mosse a vario titolo ai cinque indagati, contesterebbe il mancato intervento dei mossieri, che in quei frangenti non avrebbero regolato il traffico.

Sancisi, ex postino, attivo nel mondo del ciclismo amatoriale del territorio, era molto conosciuto a Santarcangelo. Ha lasciato la moglie, i due figli, le tre sorelle e i nipoti, che si sono affidati all’avvocato Umberto De Gregorio affinché venga fatta chiarezza su una morte che definiscono assurda. Nel frattempo il legale ha ottenuto per conto della famiglia Sancisi un cospicuo risarcimento danni previo accordo con la compagnia assicurativa.