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il gip non convalida il fermo

Sospetta violenza su una turista, scarcerati i due indagati

In foto: l'aula Gip-Gup del tribunale di Rimini
l'aula Gip-Gup del tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 22 lug 2024 17:41 ~ ultimo agg. 23 lug 14:36
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Non ha convalidato il fermo perché non ci sono elementi degni della necessaria gravità indiziaria. Così ha motivato la sua decisione il gip di Rimini, Raffaella Ceccarelli, che ha disposto l’immediata scarcerazione dei due lavoratori stagionali indagati per la presunta violenza sessuale, avvenuta il 15 luglio a Cattolica, ai danni di una turista svizzera di 30 anni (vedi notizia).

Sabato scorso, ad essere sottoposti a fermo e condotti nel carcere riminese dei Casetti, erano stati un pizzaiolo di 59 anni di origine egiziana, difeso dall’avvocato Alessandro Coppa, e un cameriere di 48 anni, originario della provincia di Frosinone, difeso dall’avvocatessa Maria Rivieccio, entrambi incensurati. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, i due avrebbero soccorso una turista svizzera che vagava in stato confusionale in strada. In attesa dell’arrivo del 118, l’avrebbero condotta nella camera dell’hotel dove alloggia l’egiziano, l’avrebbero spogliata e messa sotto la doccia “per cercare di farla riprendere”, hanno spiegato al giudice i due indagati. Che poi hanno sottolineato come la donna avesse la bava alla bocca e non si reggesse in piedi. L’accusa, invece, è che in quel frangente la 30enne sia stata palpeggiata e costretta a subire atti sessuali mentre era in stato di semincoscienza.

Per il gip, però, non c’è modo, allo stato attuale, di fugare ogni ragionevole dubbio. Infatti la 30enne, che nelle ore precedenti aveva assunto psicofarmaci, alcol e cocaina, non ricorda nulla di quel pomeriggio. Inoltre, dagli accertamenti ospedalieri a cui è stata sottoposta non risultano né graffi, né abrasioni, né gonfiori nelle parti intime. L’accusa, in pratica, si sarebbe basata su “una sensazione, un’impressione”.

Infine, spiega il giudice, è inverosimile ritenere che un uomo (l’egiziano, perché l’italiano ad un certo punto esce dalla stanza) si metta a violentare una donna dopo aver chiamato i soccorsi del 118 che sarebbero arrivati di lì a poco. Considerati tutti questi elementi, ecco la decisione di rigettare le richieste cautelari avanzate dalla Procura e disporre l’immediata scarcerazione.