Indietro
menu
Fori nelle mura

Passerella Ponte di Tiberio, assolti i tecnici. Soddisfatto il sindaco

In foto: la passerella sospesa
la passerella sospesa
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 5 lug 2024 11:48 ~ ultimo agg. 6 lug 10:49
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Polemiche politiche, interrogazioni in consiglio comunale e in Regione e ben due esposti in Procura. L’iter processuale legato alla realizzazione della passerella sospesa al Ponte di Tiberio, che nel marzo 2018 destò clamore e discussioni, aveva visto la procura di Rimini chiedere una condanna a nove mesi per i quattro imputati. Nell’udienza odierna il Giudice di primo grado ha però deciso l’assoluzione dall’accusa di danneggiamento. Dichiarata invece la prescrizione per quanto riguarda l’uso illecito di bene culturale. Una prescrizione dovuta anche ai 5 rinvii subiti dal processo che dal 3 ottobre 2022 è ripartito solo il 14 febbraio 2024 per arrivare a concludersi oggi (5 luglio). Senza rinvii si sarebbe probabilmente arrivati ad una sentenza di merito anche su questo aspetto contestato dalla procura.

L’accusa sosteneva che i 90 fori di mezzo metro di diametro l’uno, realizzati lungo le mura medievali e malatestiane per inserirvi i sostegni in grado di reggere la passerella, avrebbero danneggiato irreparabilmente un bene storico. Di tutt’altro avviso i difensori degli imputati, secondo i quali invece l’opera non solo era stata correttamente autorizzata, ma non comprometterebbe in alcun modo la conservazione del bene storico. La Soprintendenza all’epoca diede il via libera ai lavori, monitorando il cantiere, ma secondo la Procura occorreva anche l’ok del ministero dei beni culturali. Alla sbarra, l’ex funzionario della Soprintendenza Vincenzo Napoli, gli allora dirigenti comunali Daniele Fabbri e Federico Pozzi e il titolare dell’impresa che realizzò i lavori, Antonio Petrone. Per loro è arrivata l’assoluzione. Soddisfatto il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad secondo cui “viene quindi restituita onorabilità e dignità professionale a tecnici, funzionari e lavoratori che, evidentemente, hanno portato avanti nella giusta maniera e seguendo le corrette procedure uno degli interventi meglio riusciti e più utili per riminesi e turisti. Un’opera che ha migliorato sensibilmente la fruizione e la sicurezza di quella bellissima area, consentendo a tutte le persone di utilizzarla liberamente quando in precedenza quel luogo era sostanzialmente proibito e degradato. Una buona notizia per tutti“.

A commentare l’esito dell’udienza anche gli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni, difensori dell’Arch. Daniele Fabbri. “All’udienza di oggi il Tribunale di Rimini ha assolto “perché il fatto non sussiste” l’Arch. Daniele Fabbri da tutte le imputazioni – scrivono –. A nostro avviso le amplissime prove documentali e testimoniali raccolte in dibattimento avevano chiaramente dimostrato che l’Arch. Fabbri non soltanto non aveva commesso alcun reato, tanto meno il danneggiamento volontario del bene culturale, ma aveva svolto il suo compito in maniera ineccepibile, dando attuazione per quanto di sua competenza ad un progetto di fondamentale importanza per la Città. Tutti i testimoni avevano attestato la perfetta regolarità dell’operato del Dirigente e lo stesso consulente della Procura aveva rimarcato che l’Arch. Fabbri ha sempre agito in modo legittimo e in conformità ad un progetto regolarmente approvato dagli organi competenti e dotato di tutte le autorizzazioni previste, a partire da quella della Soprintendenza. La sentenza odierna riconosce giustamente la correttezza del suo operato e confidiamo ponga fine a questa annosa vicenda“.

Sono molto lieto dell’esito assolutamente positivo di questo lungo processo – commenta l’avvocato Moreno Maresi –, che ha escluso in modo chiaro ogni tipo di responsabilità in capo all’Arch. Federico Pozzi , all’epoca dei fatti Direttore dei Lavori per il Comune di Rimini , nella contestata realizzazione della passerella adiacente il Ponte di Tiberio. In attesa di poter leggere la sentenza , allo stesso tempo risulta così affermata la regolarità di tutto l’iter amministrativo seguito dal Comune di Rimini , nel realizzare l’opera , di cui , in caso di condanna , era stato richiesto il ripristino e rimozione“.