Indietro
menu
per voce dell'avvocato

Caso Pantani. La mamma Tonina: un piccolo passo avanti, ma niente illusioni

In foto: mamma Tonina alla recente inaugurazione della statua dedicata a Marco alla piazza sull'acqua
mamma Tonina alla recente inaugurazione della statua dedicata a Marco alla piazza sull'acqua
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
dom 14 lug 2024 20:05 ~ ultimo agg. 15 lug 11:16
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura < 1 minuto
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Per la mamma di Marco Pantani, Tonina  la riapertura delle indagini sui fatti di Madonna di Campiglio del ’99 “è un piccolo passo avanti“, ma “il problema rimane sempre e solo uno: il punto non è iniziare o ri-iniziare un procedimento, ma come si conclude. Non ci si fanno illusioni“.

Sono dichiarazioni rilasciate all’ANSA dall’avvocato Fiorenzo Alessi che col figlio Alberto rappresenta la famiglia Pantani, sull’ipotesi della Procura di Trento di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a evitare la vittoria del ‘pirata’ nella classifica finale (vedi notizia).
Questa notizia “è un elemento favorevole – sottolinea – Significa che una Procura ha tenuto in conto tutto il materiale che noi già dal febbraio 2023 abbiamo messo a disposizione, relativamente ai fatti di Madonna di Campiglio“, partendo dalle “contradditorietà” evidenziate dalla Commissione parlamentare antimafia.
“Non abbiamo lasciato perdere quella vicenda”, afferma l’avvocato, insistendo soprattutto sulla “irregolarità” nel controllo ematico cui fu sottoposto Pantani. “Ricordiamo che vi fu una sospensione – specifica – Marco non è mai risultato positivo a nessun controllo antidoping”. Il ciclista “si era schierato in maniera critica contro questa introduzione di ulteriori prelievi ematici in orari mattutini. E questo potrebbe essere stato motivo di attrito tra i controllori e il controllato. Ci sono incongruenze che portano a ritenere sostenibile l’ipotesi di deplasmazione“.
Quanto accaduto nel ’99, sottolinea il legale, “contribuì a incidere su un animo sensibile. Marco era sensibile, ci teneva alla sua onorabilità. Si era reso conto di essere lasciato solo. Se adesso un’autorità giudiziaria accertasse che qualcosa di irregolare è stato commesso, sarebbe una soddisfazione anche se postuma, visto che la famiglia non lo riavrà mai indietro. Ora dobbiamo aspettare che la Procura faccia quello che deve, senza guardare in faccia a nessuno“.