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le motivazioni dell'ordinanza

Omicidio Paganelli. Arrestato Louis Dassilva, in Questura anche la Bianchi

In foto: Louis sale in auto © Manuel Migliorini / Adriapress.
Louis sale in auto © Manuel Migliorini / Adriapress.
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 16 lug 2024 06:48 ~ ultimo agg. 17 lug 10:50
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Arriva la svolta per l’omicidio di Pierina Paganelli. Louis Dassilva è in stato d’arresto per l’omicidio della 78enne. Alle 10,50 è stato portato via a bordo di una volante per essere trasferito in Questura. In via Del Ciclamino, dalle prime luci dell’alba c’erano gli agenti della Squadra Mobile di Rimini diretta dal commissario capo Marco Masia che hanno notificato al 34enne senegalese l’ordinanza di custodia cautelare. All’esterno dell’abitazione, dalle 5, un numero importante di poliziotti e l’indagato è stato portato via dopo quasi sei ore dall’arrivo degli agenti. Il giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini, su richiesta della Procura della Repubblica ha disposto la custodia cautelare in carcere, per il reato di omicidio ai danni di Pierina Paganelli. Dassilva è l’unico indagato per la morte delle donna, uccisa la notte del 3 ottobre nel garage di casa con 29 coltellate. In via Del Ciclamino attorno alle 9,45 era arrivata Valeria Bartolucci che è entrata nel garage a bordo della sua auto.

Poco prima delle 12 è arrivata in Questura Manuela Bianchi, nuora di Pierina, insieme al consulente Davide Barzan. La donna non ha rilasciato dichiarazioni ai tanti cronisti in attesa. Una breve dichiarazione l’ha fatta solo Barzan, che alla domanda se Manuela tema di essere coinvolta da Louiss ha ribadito che non ha nulla da temere, perché non ha nulla da nascondere.

Le immagini dell’arresto di Louis Dassilva nella sua abitazione a Rimini

Arresto Dassilva: l’arrivo in Questura di Manuela Bianchi, nuora di Pierina

Sull’arresto il GIP ha ritenuto la sussistenza delle tre aggravanti contestate: per aver commesso il fatto per futili motivi, per avere agito con crudeltà nei confronti della vittima e per aver approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la provata difesa. E’ quanto viene evidenziato in una nota della Procura della Repubblica riminese.

IL GIP ha ritenuto la gravità indiziaria sulla base di una pluralità di indizi, connotati di gravità, precisione e tra loro di “indubbia concordanza”. Tra questi si cita la ripresa di una telecamera che ha ripreso tra le 22.17.02 e le 22.17.08 un soggetto di spalle mentre camminava in direzione del portone al civico 31. Nonostante la scarsa qualità dell’immagine risulta di carnagione scura. L’unico condomino con quelle caratteristiche è l’indagato. Un elemento interessante anche perché Dassilva, sia nelle dichiarazioni al PM che durante le interviste rilasciate ha sempre detto che era rimasto a casa dalle 20 del 3 ottobre alle 8 del mattino successivo. Si è da qui fatta strada l’ipotesi che il 34enne avesse compiuto l’omicidio e fosse uscito per liberarsi dell’arma, mai ritrovata, per poi rientrare a casa. Oltre alla carnagione un altro dettaglio è significativo per gli inquirenti: un marcato movimento della spalla destra, sovrapponile a quello di altri video che ritraggono l’uomo.

 

Avuta conferma dell’identificazione, sono stati svolti specifici accertamenti sui tempi, per verificare se l’intervallo tra la commissione dell’omicidio e l’orario della ripresa della telecamera (22.17) fosse compatibile con quello richiesto per percorrere il tragitto tra il vano dove era avvenuta l’aggressione e il ritorno al civico 31. Le verifiche compiute hanno avuto esito positivo.

Il GIP, ha ritenuto connotata di gravità indiziaria l’identificazione in Dassilva dell’ignoto ripreso dalla telecamera tra le ore 22.17.02 e le ore 22.17.08.
Ulteriore riscontro è stata ritenuta l’altezza dell’indagato (cm 184), compatibile con quella dell’assassino, come evidenziato nella consulenza autoptica che ne rimarca l’altezza significativamente superiore rispetto a quella della vittima. Altra compatibilità è l’essere Dassilva destrimane, come l’autore dell’omicidio, secondo le conclusioni del CTU medico legale.

Il GIP ha ritenuto che dagli esperimenti e rilievi tecnici sia emersa la compatibilità delle tempistiche del crimine con gli spostamenti delI’indagato e le riprese della videocamera alle 22.17.
L’argomento incide sulla valutazione deIl’alibi dell’indagato, che ha sempre sostenuto di non essere uscito da casa.
Il GIP ha rilevato la falsità dell’aIibi, non solo smentito dalle riprese della telecamera, ma non riscontrato nemmeno dai diversi accertamenti tecnici compiuti sul telefono deIl’indagato e sugli applicativi in esso installati. Intorno all’ orario, in cui è stato
commesso l’omicidio, Dassilva era sicuramente sveglio, poiché aveva Ietto un messaggio ricevuto alle 21:44 ed era connesso alla piattaforma Netflix fino alle ore 22:06. L’ apparecchio telefonico era riutilizzato alle ore 22:38.
Tale intervallo di tempo, osserva il GIP, ha permesso all’indagato di scendere al piano seminterrato, uccidere l’anziana donna, uscire dal condominio per disfarsi dell’arma e fare, infine, rientro in abitazione.
Il GIP ha rimarcato anche plurimi “depistaggi” posti in essere dall’ indagato, nel tentativo di allontanare i sospetti (come la zoppia conseguente alI’incidente del 2.10.2023, falsa o comunque enfatizzata o la ritardata consegna alla Polizia Giudiziaria degli abiti e delle scarpe).

Il movente è individuato dal GIP nella relazione amorosa (e nel timore della sua scoperta), che univa come unisce l’indagato a Manuela Bianchi.
La relazione è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni (comprese quelle telematiche), sia per la fase antecedente l’omicidio che per quella successiva.

Il GIP ha concluso, osservando che, se lette all’ unisono tutte le circostanze che connotano il delitto, la posizione dell’ indagato si aggrava ulteriormente perché risultano “del tutto inverosimili le piste alternative di un ignoto proveniente dall’ esterno del condominio”. Osserva il GIP che l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali, che l’azione è stata fulminea e che pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’ anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’ arrivo dell’auto della vittima.

La conclusione del GIP è inoltre avvalorata dall’ esito negativo delle indagini, espletate per verificare eventuali piste alternative (investigazioni svolte con accertamenti bancari, acquisizione di tabulati, di videoriprese, assunzione di siti). Anche l’ipotizzato collegamento con l’incidente occorso a SAPONI Giuliano si è rilevato insussistente, alla luce degli accertamenti tecnici, svolti nel relativo procedimento ed acquisiti agli atti.

Le indagini, dirette dalla Procura di Rimini sono state svolte dalla Squadra Mobile di Rimini, dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e, per quanto concerne le indagini tecniche, dal Servizio Polizia Scientifica di Roma e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Bologna, che – sottolinea il Procuratore Elisabetta Melotti –  hanno assicurato professionalità e la massima disponibilità.