Freddato da un bandito in fuga. 20 anni fa il brutale omicidio di Alessandro Giorgioni
Ricorre oggi il ventennale della morte di Alessandro Giorgioni, il carabiniere che rimase vittima di un brutale omicidio ad opera del bandito Luciano Liboni. Un fatto che scosse l’opinione pubblica nazionale per la sua brutalità e per l’epilogo che costò la vita allo stesso omicida.
Era il primo pomeriggio del 22 luglio 2004 quando la titolare di un bar di Pereto, frazione di Sant’Agata Feltria, all’epoca comune pesarese, chiamò i Carabinieri per segnalare un soggetto sospetta, dall’aspetto trasandato, che, dopo essere sceso da una moto, aveva preso una bibita ed effettuato una lunga chiamata.
Freddato dal bandito. 20 anni fa l’omicidio del carabiniere Alessandro Giorgioni
Alessandro Giorgioni
Sul posto arriva l’Appuntato Scelto dei Carabinieri Alessandro Giorgioni, che entra nel bar e chiede i documenti all’uomo. L’individuo gli dice di seguirlo di fuori, perché i documenti sono nel bauletto della moto. Ma una volta uscito estrae una pistola spara a sangue freddo contro il militare, uccidendolo con dei colpi letali a cuore e collo.
Luciano Liboni, rapinatore pluripregiudicato non nuovo a fughe rocambolesche, latitanze e a sparatorie con le forze dell’ordine, sale sulla moto, rubata pochi giorni prima, e sparisce nelle strade del Montefeltro.Una fuga che terminerà il 31 luglio, nella zona del Circo Massimo a Roma, quando Liboni sarà trafitto dalle pallottole in un altro scontro a fuoco con le forze dell’ordine.
Giorgioni, originario di Bolzano e cresciuto nel grossetano, aveva 36 anni e viveva da anni a Novafeltria insieme alla moglie e al figlio piccolo Leonardo che oggi, 24enne, lo ricorda con un intenso post su Facebook.
Nel maggio 2005 a Giorgioni era stata conferita la medaglia d’oro al valore dell’Arma alla memoria. Questa sera alle 20:45 ci sarà nel giardino di Palazzo Mattei in piazza Vittorio Emanuele a Novafeltria un’iniziativa in sua memoria promossa dal SAP.