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Area via Bassi, approvato accordo con Asi. Subito la demolizione della mai Questura

In foto: Dopo le tensioni, i sorrisi. Asi e comune "festeggiano" l'accordo (foto Adriapress)
Dopo le tensioni, i sorrisi. Asi e comune
di Andrea Polazzi   
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mer 3 lug 2024 12:18 ~ ultimo agg. 4 lug 10:45
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Soddisfazione per un accordo che permetterà di superare una situazione vergognosa per la città ma anche tristezza per un’occasione mancata: quella di una Questura con 90 alloggi pronti per gli agenti della polizia di stato che avrebbero dato risposta già 20 anni fa ad un problema ancora presente e irrisolto. Queste le parole usate dal sindaco Jamil Sadegholvaad nel consiglio comunale che ha visto il via libera al primo step dell’accordo con il privato, Ariminum Sviluppo Immobiliare, per disegnare il futuro dell’area di via Ugo Bassi. Una seduta di oltre tre ore nella quale, oltre a ricapitolare i dettagli dell’accordo arrivato dopo una lunga querelle dai toni spesso accesi, è stata ricordata la storia dell’area: l’immobile realizzato dalla società Dama ormai vent’anni fa, gli ampliamenti richiesti dal ministero, poi l’intesa mai trovata con lo stesso ministero sull’ammontare dell’affitto, infine il degrado. Nonostante qualche scambio d’opinione vivace, alla fine minoranza e maggioranza hanno dato il via libera quasi all’unanimità (due soli astenuti). Primo passo, la demolizione dello stabile fatiscente sulle cui ceneri saranno realizzati dal pubblico i 36 alloggi popolari, in un luogo più idoneo rispetto al posizionamento originario, e l’area commerciale che ASI realizzerà con un permesso a costruire convenzionato in deroga: circa 5.000 mq, 1.500 di superficie di vendita e il restante per magazzini e servizi. Questi interventi saranno anticipati tramite strumenti straordinari rispetto l’accordo di programma vero e proprio che inizierà il suo iter in autunno e che prevederà nuovo residenziale, aree verdi, parcheggi e viabilità. Già la prossima settimana, tramite presentazione di una Cila, potranno partire i lavori di accantieramento per la demolizione dello stabile che proseguirà per circa tre mesi.

E dopo le tensioni, arrivano i sorrisi e le strette di mano. In mattinata sindaco e assessora Frisoni insieme ai vertici Asi Aicardi e Da Dalto si sono visti davanti alla “mai” Questura per sancire l’inizio di una nuova fase.

La nota stampa del comune di Rimini

Con 27 voti favorevoli e due astenuti il Consiglio Comunale ha approvato ieri sera schema di accordo tra il Comune di Rimini e la società Ariminum sviluppo immobiliare per l’attuazione dell’intervento di riqualificazione e rigenerazione urbana dell’area dell’ex questura di via Ugo Bassi. Si dà quindi ufficialmente il via libera ad un percorso che consentirà già a brevissimo di procedere con la demolizione dell’immobile di via Ugo Bassi, da anni in stato di abbandono e degrado, e parallelamente avviare la rigenerazione di un quadrante urbano centrale, sia per il suo posizionamento sia per le funzioni che vi gravitano attorno e per la sua elevata frequentazione.
L’accordo è stato definito a seguito dei confronti che si sono susseguiti negli ultimi mesi tra l’Amministrazione e il privato, titolare dell’immobile acquisito all’asta nel 2021 a seguito del fallimento della società Dama e che ha portato ad importante revisione del precedente progetto presentato da Asi. La proposta presenta un ridimensionamento e un bilanciamento delle funzioni originariamente proposte da Asi (commerciale, residenziale, aree pubbliche per verde, parcheggi e viabilità) nel contesto urbano, garantendo un miglior equilibrio tra il prioritario perseguimento dell’interesse pubblico e l’interesse del privato titolare dell’area.
Inoltre il nuovo progetto di riqualificazione si integra e armonizza con gli altri iter urbanistici e di riqualificazione urbana che interessano il comparto, a partire dal Programma integrato di edilizia residenziale sociale (riposizionato rispetto alla precedente previsione), la riqualificazione dello stadio Romeo Neri, la realizzazione della Cittadella della sicurezza all’ex Caserma Giulio Cesare, con l’obiettivo quindi di arrivare ad una complessiva rigenerazione e valorizzazione dell’intero quartiere.
Oltre alla realizzazione delle superfici destinate al commercio e ai servizi, completate da dotazioni di parcheggi dedicati, e alle superfici destinate al residenziale, l’accordo prevede una diversa ubicazione del complesso di edilizia residenziale sociale (originariamente previsto dietro alla curva est dello Stadio Romeo Neri e ora collocato in un’area derivante dalla demolizione dell’ex questura) e soprattutto un notevole incremento delle aree e dotazioni che saranno concesse ad uso pubblico, che comprendono dunque aree destinate a verde, nuova viabilità e spazi per parcheggi e sosta, contribuendo a rispondere alle esigenze dei residenti dell’area.
L’intervento si articolerà in due fasi: il primo stralcio prevede a carico del privato la integrale demolizione dell’ex questura e successivamente la realizzazione della medio-piccola struttura di vendita, mentre a carico dell’Amministrazione la realizzazione dell’intervento pubblico consistente negli alloggi previsti nel PIERS (di cui ASI sosterrà i costi di riprogettazione). La seconda fase prevede invece la realizzazione del secondo intervento privato (residenziale ed una piccola quota di esercizi commerciali di vicinato e pubblici esercizi).
L’avvio delle operazioni che porteranno alla demolizione dell’immobile inizieranno già dalla prossima settimana, con le attività propedeutiche all’accantieramento dell’area e le opere preliminari.
Le dichiarazioni di ASI: Piero Aicardi, amministratore unico, e Marco Da Dalto, responsabile progetto RiminiLife

È un momento storico per Rimini. Apprendiamo con grande soddisfazione gli esiti del Consiglio Comunale di ieri sera che ha approvato l’accordo pubblico – privato, praticamente all’unanimità. Un segnale di grande sensibilità politica a beneficio della città.

Con piacere ringraziamo il Sindaco, a cui riconosciamo il merito maggiore di quest’operazione, ma anche l’Assessora Frisoni, l’Ingegnere Piacquadio e tutti gli uffici comunali per il lavoro che hanno svolto con tantissima professionalità.

Un grazie anche a tutti i professionisti che ci affiancato nel percorso che ha portato all’accordo.

L’incontro di questa mattina dinanzi l’ex Questura con il Sindaco e l’Assessora Frisoni di fatto ha sancito l’inizio di un progetto di rigenerazione di quel comparto che inizierà lunedì 8 luglio prossimo.

Come ha detto il Sindaco: “una vittoria della città”.

L’intervento del sindaco Jamil Sadegholvaad in consiglio comunale

Il passaggio di questa sera non va inteso come la vittoria, o la sconfitta, di nessuno. Semplicemente è un risultato per Rimini, giunto al termine di una vicenda che non ‘nasce’ due anni fa, all’inizio di questo mandato amministrativo.

La vicenda ha una origine nella Rimini di metà anni Novanta quando, in risposta alla richiesta (sacrosanta) di dotare le forze di Polizia di una sede più moderna e baricentrica, il Ministero dell’Interno siglò con una società riminese proprietaria dell’area che gravita tra via Roma e via Ugo bassi un accordo formale per ubicare lì la nuova sede della Questura. La città accettò di buon grado quella scelta, nel nome e per conto di quella che ancor oggi è una giusta domanda collettiva di sicurezza. A latere di quel patto, il Comune di Rimini si impegnava a dare priorità urbanistica a previsioni urbanistiche legate a direzionale, residenziale, commerciale.

Tutto procede bene e già nel 2004, 20 anni fa esatti, la nuova questura è sostanzialmente pronta all’uso, da inaugurare. E’ qui che nasce uno dei più grandi scandali misconosciuti della storia recente dell’Italia. Uno scandalo, una vergogna, provocati in parte, forse, dall’avidità privata da una parte e dall’altra, soprattutto, da uno Stato che, con irresponsabile nonchalance, si rimangia impegni scritti non tanto e non solo con il proprietario dell’area ma con l’intera comunità di Rimini, costretta negli ultimi due decenni a sorbirsi quel gigante di cemento spiaggiato a un passo da una delle arterie stradali più frequentate.

In rapida sintesi, già l’amministrazione comunale guidata da Alberto Ravaioli si mosse per forzare la mano e risolvere quella vergogna per conto terzi: fu proprio l’amministrazione Ravaioli a revocare il piano particolareggiato che stava a corredo di quella operazione, cercando in questo modo di convincere ‘con la forza’ privato e Stato a mantenere quanto si erano promessi. Niente da fare. In più, con il passare del tempo, il solito balletto che si alimenta dall’immobilismo: Ministri che cambiavano idea, qualcun altro ‘servitore dello Stato’ a cui quella sede non piaceva più e vagheggiava di trasferire la nuova Questura negli spazi ‘vista mare’ dell’ex Albergo Le Conchiglie. Il peggio del peggio del peggio. Il fallimento del privato proprietario dell’area e la scelta ministeriale di trasferire la Cittadella della Sicurezza nella Caserma dismessa della Giulio Cesare completava il disastro

Nel 2021 l’area veniva acquistata da nuovi privati per una cifra oggettivamente considerevole. Non sto a fare la cronistoria delle vicende e anche delle polemiche degli ultimi 30 mesi. Diciamo così: si sono confrontate con forza le legittime aspirazioni dei nuovi proprietari a patrimonializzare l’investimento e quelle dell’amministrazione comunale affinché lo stesso rispondesse a criteri di interesse pubblico sia per la quantità che per la qualità dell’intervento in una delle zone oggi tra le più strategiche della città.

Nel raggio di un km sono infatti concentrati tre problemi che, se affrontati assieme (come faremo), dovranno essere tre nuove opportunità per iniettare ancora più qualità nel tessuto urbano di Rimini. Ex Questura, stadio e Cittadella della Sicurezza sono tre interventi diversi che dovranno rispondere a un unico obiettivo: la riqualificazione dell’area, una nuova dotazione di servizi, una vivibilità superiore per residenti e fruitori giornalieri.

Compito di ogni amministratore, non so se più o meno buono, è quello di mettere a un certo punto da parte tutte le altre questioni quando si comincia a intravedere la sintesi necessaria a superare uno stallo che prima di tutto fa male a una intera comunità.

L’accelerazione degli ultimi mesi, che io considero invece l’evoluzione di una dialettica anche aspra, si deve prima di tutto all’obiettivo di fondo: restituire a Rimini e ai riminesi quanto in 20 e passa anni era stato tolto, da uno scandalo di Stato. Demolire quel monumento allo spreco, all’inefficienza, a tutto ciò che di brutto e di inutile può provocare l’inerzia di un Paese era per me, per noi, il fine. Ci stiamo arrivando, muovendoci ovviamente tra le procedure amministrative e di pianificazione territoriale, avendo trovato quella comunicazione, quel filo rosso comune in cui il risultato risponde sostanzialmente alle aspettative di tutti.

Nel presentare questo accordo, non va mai dimenticato da dove si è partiti, 30 anni fa. Era sicuramente una Rimini differente, una Rimini da contestualizzare ma quello che presentiamo oggi è la sintesi di un percorso in cui, come si può registrare, risponde meglio a sensibilità sostenibili che negli ultimi 30 anni sono certamente aumentate.
Minore è il carico urbanistico residenziale, migliore l’integrazione di una nuova media struttura commerciale in quel particolare contesto urbano, più razionale l’ubicazione della nuova edilizia popolare (inizialmente pensato dietro la curva est) e soprattutto più conveniente il quantum che viene alla collettività e che verrà utilizzato per la creazione di aree verdi, sosta e tutte quelle dotazioni necessarie a rispondere alle aspettative di chi lì vi abita.

Se c’è una lezione che scaturisce da questa storia è che spesso fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce e che il confronto, anche se duro, può condurre a una sintesi se è chiaro l’obiettivo finale. Da parte mia, dell’Amministrazione comunale ho sempre cercato il risultato migliore per Rimini, magari in silenzio e senza proclami, e stante le condizioni, credo che con il patto che affrontiamo oggi siamo andati molti vicini alla meta. Ribadisco, al termine di una vicenda che si conclude con un lieto fine, che da parte mia difenderò sempre la comunità da tutti gli attacchi di chi, si chiami Stato o si chiami altro, usa inefficienza e degrado contro la comunità per ottenere qualcosa.

Ora voglio ringraziare l’assessora Roberta Frisoni, i tecnici comunali e i rappresentanti di ASI, a partire dal dottor Da Dalto e il dottor Aicardi, che hanno saputo discutere, organizzare, confrontarsi per arrivare al risultato.

Domani comincia una nuova stagione e comincerà abbattendo il mostro di via Roma.
Noi, come Comune, dovremo essere in grado e capaci di pianificare lì, in quel prezzo di Rimini, un futuro fatto di servizi, integrazione con il contesto, sostenibilità. Non sarà facile ma lo faremo.

Il commento di Matteo Petrucci, capogruppo PD

Fino a qualche mese fa era del tutto impensabile che, all’inizio di questa estate, potessimo ritrovarci in Aula per mettere la parola fine ad una delle pagine più vergognose e tristi della storia recente di Rimini. Ed invece nel corso della seduta consiliare di ieri (martedì due luglio), abbiamo approvato l’accordo tra il Comune di Rimini e la società Ariminum Sviluppo Immobiliare per l’attuazione dell’intervento di riqualificazione e rigenerazione urbana inerente all’area che ospita il fatiscente stabile dell’ex Questura di Via Ugo Bassi.
Due soggetti possono prendersi a pieno i meriti di questa operazione. Da una parte c’è il privato investitore. Infatti quando esiste una società che decide di accettare il rischio di impresa, e risolve un problema collettivo grosso 27mila metri quadri, bisogna riconoscerne il merito. Soprattutto in tempi in cui non è facile investire, alla luce di un contesto internazionale drammatico ed instabile. So benissimo che la mia può apparire piaggeria, perché anche io in prima persona sono stato oggetto di polemica, ma non lo è. Perché da riminese sono certo che stiamo vivendo un momento di festa. Quindi mettiamo fine alle polemiche degli ultimi due anni e seppelliamole sotto le macerie del mostro di via Ugo Bassi. Se da una parte di sono i meriti del privato, dall’altra ci sono i meriti di un Sindaco che non sta sbagliando un solo passaggio amministrativo. Inutile elencare i risultati positivi che sta inanellando perché, tanto, solo i prevenuti non se ne accorgono.
E su un punto sostanziale il Sindaco ha fatto chiarezza fin da subito sulla vicenda: vi sono investimenti privati che possono concorrere a realizzare l’interesse pubblico (e quando questo avviene è un bene) ma l’interesse pubblico non può essere comprato come una qualsiasi merce. Si chiama negoziazione ed è la condizione per tenere conto degli interessi più complessivi di una comunità. Sarebbe stato semplice accettare a scatola chiusa qualsiasi proposta pur di eliminare in tempi rapidi il gigante problema dell’ex Questura. Il Sindaco ha invece scelto la strada più difficile ma più utile: ponendo dei paletti, con cui definire il perimetro entro il quale il progetto rappresenta davvero le necessità di Rimini per quel quadrante di città. E noi a questo Sindaco dobbiamo ringraziarlo per la tenacia che ha messo in campo, perché è stato in grado di pensare solo ed esclusivamente al bene della città, e non alla sua immagine di amministratore.
Ci tengo ad evidenziare con forza anche i meriti del Partito Democratico in questa partita.
Infatti in questi anni non c’è stato un Consigliere od una Consigliera che abbia macchiato l’enorme dramma del degrado dello stabile di Via Bassi proponendo idee strabiche, decontestualizzate, farlocche e prive di ogni qualsivoglia credibilità amministrativa. Insomma coloro che rappresentano il PD in Consiglio Comunale non hanno agito come la Minoranza. Le destre cittadine ci devono ancora spiegare come possa essere loro passato per la testa di proporre lo spostamento del CEIS in quella zona. Non è che appena si trova uno spazio libero in città, allora questo sia adatto ad ospitare l’asilo svizzero. I Consiglieri di Minoranza sono mossi dall’abitudine malsana di comportarsi come le streghe dei cartoni animati, che nel pentolone gettano gli ingredienti più strani per poi produrre un risultato velenoso. E allora nel calderone assieme al degrado, alle polemiche ed al loro vuoto di idee ci hanno buttato anche il CEIS e di conseguenza il tema dell’Anfiteatro. Non credo sia il modo più corretto per approcciare temi così delicati come lo stabile di Via Bassi e l’asilo svizzero, che loro hanno brutalmente strumentalizzato.
Fortunatamente non governano la città e possiamo leggere il lieto fine a questa vicenda. Un aspetto su tutti gli altri mi soddisfa ancora di più e riguarda due voci individuabili tra le metrature che compongono il progetto. In primis la realizzazione di 8.200 mq di abitazioni. Capiamo bene che senza questa quota di residenziale, il progetto promosso dal privato non si sostiene economicamente. E comunque parliamo di appartamenti moderni, di classe avanzata e poco impattanti sull’ambiente. Poi altri 9.062 metri sono destinati per lo sviluppo del Programma integrato di edilizia residenziale sociale. Quindi un contesto urbano finalmente riqualificato e ricco di servizi e verde. Insomma quella che ora è una zona di degrado che inibisce totalmente l’incontro e la socialità, è destinata a diventare un’area di lavoro, di incontro, di vita vissuta. Al degrado arriveranno risposte di qualità. Non penso ci sia una vittoria più grande di questa per una città: sostituire il degrado dilagante con la stabilità di attività economiche fruttuose, con le aree verdi a disposizione di tutti, con i parcheggi, con riminesi e nuovi riminesi che sceglieranno quelle case per costruire la loro vita. E tutto questo sarà possibile grazie all’intesa raggiunta con un soggetto privato, al nostro Sindaco ed alla sua Giunta, e grazie a questa Maggioranza.