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a secchiano

Una bici di cinque metri al castello Galasso rende omaggio al Tour

In foto: l'opera realizzata per rendere omaggio al Tour
l'opera realizzata per rendere omaggio al Tour
di Redazione   
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ven 21 giu 2024 16:19 ~ ultimo agg. 17:36
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Il Castello Galasso da Secchiano, nel Comune di Novafeltria rende omaggio al passaggio del Tour de France. Da questa mattina svetta sulla parte sommitale del castello a 410 metri di altitudine una bicicletta gialla in legno riciclato lunga 5 metri ed alta tre, solo le ruote hanno due metri di diametro. La maglia a pois è come quella assegnata al vincitore della classifica scalatori. L’opera è stata realizzata da Pierdomenico Cancellieri diretto discendente del Conte Galasso, con legno interamente riciclato e verniciato con i colori giallo e nero che sono i colori del Tour de France.

Alcuni cenni storici

Il conte Galasso nasce del basso Medioevo nel Centro Italia, fra Romagna, Marche, Toscana, dove alla fine del 1200 si consuma la fine delle autonomie comunali e l’inizio della nascita delle nuove Signorie territoriali. Galasso da Secchiano, appartenente alla famiglia dei Montefeltro, nato negli anni quaranta del 1200 e morto nel 1300, fu un protagonista di quei decenni tumultuosi: nel 1270 comandante delle forze senesi; nel 1289 guidò le truppe ghibelline di Arezzo contro i guelfi fiorentini nella battaglia di Campaldino dove perse; nel 1296, podestà di Cesena, mette a ferro e fuoco la pianura di Ravenna; – nel 1298 assedia il castello di Piega e fa strage dei nemici Olivieri e nel 1298, già capitano di Cesena, è fatto anche podestà e terrà queste cariche sino alla sua morte nel 1300. Galasso ha uno spazio anche nella “Divina Commedia” di Dante Alighieri (canto XXVII dell’”Inferno”). Lo scrittore fiorentino parla di lui con ammirazione, come persona liberale, che governò la sua città, Cesena, non come signore assoluto ma come funzionario eletto dal popolo. Dante non accenna minimamente alle vicende del castello di Piega. Lo storico Franco Cardini ricorda del Galasso la sua “durezza come partigiano inflessibile della parte ghibellina. Annota Scharf come Galasso in Toscana abbia “fama di mediatore”. “Quel che sorprende è tuttavia che tale ritratto non collimi quasi per nulla con quella che fu la fama del personaggio in Romagna, famoso per il suo ardimento e per la sua crudeltà”.
Questo elemento è richiamato anche da Cardini: “a gettare un’ombra crudele sulla sua immagine che ha portato all’eliminazione da parte di Galasso nel 1298 dei difensori del castello di Piega, membri della famiglia Olivieri, che il vincitore spietatamente fece impalare”.