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Preparati “miracolosi” per curare i mali, i pazienti difendono il Mago

Orfeo Bindi, noto come il "Mago delle Erbe"

“Quelle polverine ci hanno fatto bene, ci sentivamo meglio, più in forza”. Sono solo alcune delle dichiarazioni rilasciate questa mattina (lunedì 17 giugno) dai clienti di Orfeo Bindi, 68enne riminese, noto come il “Mago delle Erbe”. C’era chi arrivava da Milano, chi da Trieste, chi da Pesaro. Tutti sentiti in qualità di testimoni dell’accusa, che, però, da potenziali pazienti truffati si sono trasformati nei fatti in difensori del Mago.

Bindi, secondo le indagini della Guardia di Finanza di Rimini, coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani, spediva in contrassegno a numerose persone in tutta Italia, “polverine magiche” a base di comuni erbe, ingenerando così nei pazienti il convincimento che assumendole avrebbero curato i loro mali, Covid compreso. Convincimento ribadito questa mattina in aula dai 30 testimoni ascoltati, che si sono apertamente schierati quasi tutti dalla parte del 68enne. Solo un anziano, che combatte con un tumore alla prostata, ha precisato di non aver riscontrato alcun miglioramento con gli intrugli del mago e di aver smesso su consiglio del suo medico curante, che lo ha sollecitato a riprendere la radioterapia.

Nessuno dei testimoni questa mattina ha affermato di aver riscontrato effetti collaterali dopo l’assunzione dei preparati, smentendo così la relazione del perito della Procura, che aveva parlato di “possibili rischi legati a reazioni allergiche o alla tossicità degli olii essenziali, che dipendono, come per ogni prodotto, dalla quantità assunta”. La pm d’udienza, Simona Bagnaresi, ha anche acquisito le sit dei due attori di Striscia la Notizia. Nel filmato andato in onda all’epoca su Canale 5 nel corso della tg satirico, Bindi viene ripreso mentre chiede a un cliente 110 euro per i suoi preparati miracolosi, la parcella invece “è a offerta libera”, diceva

Al Mago delle Erbe la Procura di Rimini contesta la truffa pluriaggravata e l’esercizio abusivo della professione medica, essendosi spacciato, senza averne i titoli, per medico chirurgo, omeopata, fitoterapeuta, nonché ricercatore biodinamico. La prossima udienza si terrà il 18 novembre, quando oltre ai testi della difesa, verrà sentito anche lo stesso Bindi, difeso dall’avvocato Antonio Giacomini del Foro di Forlì.

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