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Omicidio Tucci, il perito del giudice: ucciso dai pugni del buttafuori

la vittima, Giuseppe Tucci, 34 anni

“Rottura dell’arteria vertebrale di sinistra determinata da un’azione traumatica diretta”, è questa la conclusione a cui è giunto il medico legale Loredana Buscemi, perito incaricato dal gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, di fare luce sulle esatte cause che hanno portato alla morte del 34enne Giuseppe Tucci, vigile del fuoco in servizio a Rimini.

L’11 giugno del 2023, all’interno del Frontemare, Tucci litigò con Klajdi Mjeshtri, 29enne albanese che quella sera lavorava nel locale di Miramare come buttafuori senza contratto, né abilitazione. Una lite proseguita all’esterno e sfociata in una vera e propria aggressione da parte dell’albanese – stazza imponente ed esperto di boxe – nei confronti del vigile del fuoco, raggiunto da cinque, sei violenti pugni, alcuni dei quali al volto e alla testa.

Secondo il perito della difesa, ad essere fatali a Tucci non sarebbero stati i pugni sferrati dal buttafuori, bensì il successivo impatto con l’asfalto. Di tutt’altro avviso il consulente del pubblico ministero Davide Ercolani, che aveva ritenuto la morte del vigile del fuoco compatibile con i pugni ricevuti. Una tesi, quest’ultima, sposata dal perito del gip, che ha escluso anche che il tasso alcolemico accertato nella vittima, pari 0,97 grammo/litro, possa aver favorito l’emorragia subaracnoidea. Si complica, quindi, la posizione dell’imputato, che in accordo con il suo difensore, l’avvocato Massimiliano Orrù, ha scelto la via del rito abbreviato. Infatti, la relazione della dottoressa Buscemi rafforza l’imputazione di omicidio volontario aggravato formulata dal pubblico ministero Ercolani. Prossima udienza fissata il 18 settembre.

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