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Di Carlo Alberto Pari

L'Italia dell'orrore, tutti sappiamo che esiste, fermiamola!

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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 23 giu 2024 07:46 ~ ultimo agg. 08:07
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In media, per lavorare, muoiono circa tre persone ogni giorno, un bollettino di guerra, dove a combattere, come sempre, sono quasi sempre i diseredati. Il bene più prezioso che abbiamo è la vita, ma chi la rischia per lavorare, per assurdo, guadagna pochissimo e fatica tantissimo, l’antitesi della razionalità. Raramente rischiano quelli dalle rilevanti carriere automatiche, o quelli dagli stipendi ben superiori alle 10 volte il salario minimo dell’ultimo operaio, il livello massimo auspicabile, indicato a suo tempo da Adriano Olivetti, oggi, arrivato a punte di oltre 600 volte, in barba alle disuguaglianze. Senza alcuna bandiera ad onorarli (tutti ne avrebbero diritto quando si muore per lavorare, non esistono lavori di serie superiore), muoiono soprattutto i poveri, quelli che svolgono un lavoro che nessuno vorrebbe fare, faticoso, rischioso, malpagato.

Ecco la sintesi del racconto dell’orrore, pubblicato su diverse testate. Un ragazzo di 31 anni, in Italia da tre, perenne lavoratore in nero, con un presumibile salario a giornata di 4/5 euro orari, senza alcuna tutela o garanzia. Un giorno come tanti, da disperato tra i disperati, una macchina agricola gli trancia un braccio di netto, raccolgono l’arto, lo mettono in una cassetta di plastica, caricano il ragazzo in macchina, lo lasciano davanti alla sua casa, insieme alla moglie straziata che chiede aiuto. I magistrati appureranno la veridicità del racconto e le responsabilità. Di certo, non si tratta di un film dell’orrore, dove le azioni messe in pratica sono di un pazzo psicopatico con una mente devastata, è il presunto riassunto, del sottilissimo filo che lega la quotidianità, dalla criminale e disumana follia.

ADESSO BASTA ! Tutti dobbiamo reagire, ognuno nel proprio ambito. Ieri, il Ministro competente ha promesso un aumento dei controlli del 100%, peccato che, salvo errori, lo scorso anno ne sono stati effettuati 4.000 su 250.0000 imprese agricole, anche se riuscissimo a raddoppiarli, il numero sarebbe ancora ridicolo, 8.000 su 250.000 aziende ! Cosa possiamo fare ? Auspico che i rappresentanti dei lavoratori, (anche se quelli in nero non sono certo iscritti ad un’organizzazione) implementino i controlli (anche a distanza, non sono Ispettori del Lavoro), con il fine di segnalare alle autorità situazioni verosimilmente a rischio. Auspico che un numero maggiore di forze dell’ordine, vengano utilizzate esclusivamente per lavori operativi. Auspico che noi cittadini e siamo in tanti, possiamo trovare la volontà e le energie, per guardare, fotografare, documentare, informare o denunciare, senza paura, senza fomentare con il silenzio i comportamenti criminali. Segnalare alle autorità competenti situazioni di rischio, degrado, o peggio reati, per troppo tempo è stato considerato un comportamento “infame”, al contrario, informare le Istituzioni preposte è un gesto di coraggio, di saggezza, di educazione civica, di altruismo, di umanità. Coloro che sfruttano e delinquono sono gli infami, anche se troppo spesso, appaiono protetti da qual sottile filo che distingue la tutela dall’elusione, la tolleranza dall’omertà.

Carlo Alberto Pari