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su dati INPS

In Italia la cassa integrazione cala, in Romagna aumenta. L'allarme della CISL

In foto: il segretario Marinelli
il segretario Marinelli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 6 giu 2024 14:19 ~ ultimo agg. 14:27
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Nel periodo compreso tra il 2022 e il 2023, le province di Forlì-CesenaRavenna e Rimini hanno registrato un incremento significativo delle ore autorizzate dall’INPS per interventi di cassa integrazione, riflettendo una situazione economica preoccupante per il territorio. Questa tendenza è proseguita nel primo quadrimestre del 2024, con ulteriori aumenti delle ore di cassa integrazione in alcuni importanti settori. A rilanciare l’allarme occupazione è la CISL della Romagna.

La provincia di Rimini ha registrato un incremento totale del 21,63% nelle ore autorizzate, passando da 3.264.987 ore nel 2022 a 3.971.186 ore nel 2023. Le ore per interventi ordinari sono aumentate del 24,03%, raggiungendo 3.180.818 ore nel 2023, rispetto alle 2.416.343 ore del 2022. Le ore straordinarie hanno visto un incremento del 17,17%, raggiungendo 790.368 ore nel 2023 rispetto alle 674.572 ore del 2022. Il trend di crescita delle ore di cassa integrazione è continuato nel primo quadrimestre del 2024. I settori più colpiti sono la metalmeccanica con 2.566.757 ore e il settore dell’abbigliamento con 511.134 ore.

Confrontando i dati delle province romagnole con quelli nazionali emerge un divario che per la CISL è preoccupante. Nel 2022, in Italia, furono autorizzate 468.399.092 ore, mentre nel 2023 il numero è sceso a 409.084.364, registrando un calo del 12,66%. In controtendenza il dato delle province romagnole che nel 2023 registrano un aumento del 34,73% a Forlì-Cesena68,22% a Ravenna e del 21,63% per Rimini. Nel primo quadrimestre del 2023 a livello nazionale sono state autorizzate 145.359.237 ore, mentre nello stesso periodo del 2024 sono state 169.794.234, con un incremento del 16,81%. Nelle tre province romagnole l’aumento è stato del 61,41% per Forlì-Cesena106,08% per Ravenna e in fine del 286,98% per Rimini.

“Le cause dell’aumento della cassa integrazione sono complesse e multifattoriali – dichiara il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli –. Tra i principali fattori possiamo individuare l’aumento dei costi energetici, che ha messo a dura prova la redditività delle aziende, in particolare quelle energivore. A questo si aggiungono le difficoltà nelle catene di approvvigionamento, aggravate dalla guerra in Ucraina e in Medio Oriente, che hanno causato difficoltà nelle forniture, aumenti dei prezzi e ritardi nelle consegne. Infine, la debolezza della domanda interna, dovuta alla bassa fiducia dei consumatori e alla riduzione degli investimenti, ha contribuito alla diminuzione della domanda di beni e servizi”.

“Affrontare l’emergenza della cassa integrazione richiede un’azione tempestiva e decisa da parte di tutti gli attori in gioco – chiosa Marinelli –. È indispensabile adottare interventi immediati a sostegno delle imprese, con politiche per il rilancio della produzione, attraverso investimenti in ricerca e innovazione, sostegno all’internazionalizzazione delle imprese e misure per favorire la riqualificazione professionale dei lavoratori, al fine di rafforzare la competitività del sistema produttivo locale”.

“Le misure di sostegno al reddito per i lavoratori, come il prolungamento della cassa integrazione, la cassa integrativa in deroga e altre forme di supporto – conclude il segretario – sono essenziali per aiutare i lavoratori a fronteggiare la riduzione delle entrate già in un periodo di difficoltà economica. Infine, è cruciale promuovere il dialogo sociale e la concertazione tra le parti, favorendo un confronto costruttivo tra istituzioni, organizzazioni datoriali e sindacati per trovare soluzioni condivise e definire strategie di sviluppo a lungo termine”.