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Aveva un grande amore per Riccione

Famija Arciunesa perde il suo "babbo". E' deceduto Giuseppe Lo Magro

In foto: Giuseppe Lo Magro
Giuseppe Lo Magro
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mar 25 giu 2024 22:03 ~ ultimo agg. 27 giu 09:07
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E’ deceduto nel pomeriggio di martedì Giuseppe Lo Magro, per tanti anni presidente ,”il babbo” di Famija Arciunesa. Aveva 79 anni. E’ lo stesso direttivo dell’associazione, che pubblica l’apprezzata rivista, a darne notizia. Da qualche tempo combatteva con una malattia. Era una persona appassionata della sua città, Riccione, delle sue tradizioni, della sua lingua. Tante pubblicazioni, tante poesie e commedie dialettali sono uscite dalla sua ispirata penna per dare voce alle storie e ai personaggi della città. Resterà nella memoria di tanti una sua celebre espressione “Arcioun at voj bèn”. Era stato presidente di FA e direttore della testata per 18 anni e aveva lasciato il ruolo nel 2019, rimanendo come semplice socio.
Riccione gli deve tanto – si legge sulla pagine social di FA -. A tutti noi Giuseppe ha trasmesso, senza salire mai in cattedra, l’amore vero e incondizionato per Riccione: la sua storia, il suo dialetto, i luoghi e i suoi personaggi. Un vero e proprio trascinatore ed in prima linea in una valanga di iniziative di solidarietà. Ci rimangono i suoi libri, la sua laboriosità ed il suo esserci sempre per la sua Riccione che ricorderemo per metterci sempre in gioco come ci ha insegnato. Oggi Riccione piange una bella persona capace di insegnarci ad amarla. “Arcioun at voj bèn” quante volte te lo abbiamo sentito dire. Un grande abbraccio a Lilly e a tutti i familiari Ciao Beppe“.
Mi hai insegnato – scrive il presidente di Famija Arciunesa Francesco Cesarinitanto ma soprattutto a far battere forte il mio cuore per Riccione. Anche qualche giorno fa te lo ricordavo in un vocale e ti sei emozionato. Il tuo “Arcioun at voj bèn” mi rimarrà per sempre scolpito nella testa. Sarà una guida. Ti voglio bene Beppe”.
Giuseppe ci ha lasciati mantenendo incondizionato il suo sconfinato amore per Riccione – sono le parole della sindaca Daniela Angelini –. Meno di tre settimane fa mi aveva contattata per un’iniziativa, l’ennesima per il bene della nostra città, in cui ha creduto fino all’ultimo dei suoi giorni. Giuseppe è stato un esempio di contagioso altruismo e un infaticabile cultore delle radici della nostra Riccione. Ha fatto del bene, ne ha fatto davvero tanto. Come sindaca mi impegno a onorarne la memoria come merita insieme alla sua famiglia e alla sua Famija Arciunesa, a cui vanno le mie più sentite condoglianze. Ciao Giuseppe, Riccione ti deve tanto”.
Venerdì 28 alle 15,30, davanti alla sede di Famija Arciunesa al Parco della Resistenza in via Montebianco, tutta la città darà l’ultimo saluto a Giuseppe Lo Magro.
La redazione del Gruppo Icaro e di Newsrimini esprime grande cordoglio per la perdita di Giuseppe e vicinanza alla sua famiglia e alle tante persone che gli hanno voluto bene.
Il cordoglio dell’amministrazione comunale

L’amministrazione comunale di Riccione esprime il proprio cordoglio, unendosi al dolore della famiglia e della città,  per la scomparsa di Giuseppe Lo Magro, avvenuta ieri pomeriggio, mercoledì 25 giugno, all’età di 79 anni dopo una malattia che combatteva da qualche tempo.

Lo Magro amava tanto la sua Riccione. L’amava con quella passione e quell’affetto, quella determinazione e quell’ironia che ci metteva in tutto quello che faceva per la sua città, per tenerne viva la tradizione, la storia e il dialetto, per raccontarne le vicende, i luoghi e i personaggi.

Lo Magro era un uomo travolgente e appassionato, pieno di idee e iniziative. Era stato presidente dell’associazione Famija Arciunesa per vent’anni che, col tempo, aveva reso custode della memoria storica della città. Nelle case dei riccionesi, e delle migliaia di turisti che ne facevano richiesta, faceva consegnare gratuitamente la rivista di cui era stato direttore. Il suo impegno da presidente di Famija Arciunesa finì nel 2019 ma ne rimase comunque socio.

Aveva pubblicato una quarantina di libri che raccontano la storia della città. Con l’associazione Famija Arciunesa si impegnò in attività non solo di divulgazione culturale ma anche di raccolta fondi a favore di iniziative benefiche. L’associazione regalò alla città numerose opere artistiche tra cui la statua di Maria Ceccarini Boorman, conosciuta come la benefattrice di Riccione, in viale Ceccarini.

L’attività e l’impegno di Lo Magro erano incessanti. Oltre ai libri, scriveva commedie dialettali, che con Famija Arciunesa portava in scena nel periodo natalizio, e poesie (aveva da poco partecipato con una “zirudela” al Premio Villa di San Clemente). Stava lavorando a un nuovo libro: “A zonzo per Riccione”.

Fra le tante passioni c’erano anche la cucina e lo sport.

“Arcioun at voj bèn” era una delle sue frasi più celebri. Con questa frase oggi la città di Riccione ricorda con grande emozione Giuseppe Lo Magro, un uomo che ha custodito e raccontato con passione e laboriosità instancabile la sua città.

“Giuseppe ci ha lasciati mantenendo incondizionato il suo sconfinato amore per Riccione – ha dichiarato la sindaca Daniela Angelini -. Meno di tre settimane fa mi aveva contattata per un’iniziativa, l’ennesima per il bene della nostra città, in cui ha creduto fino all’ultimo dei suoi giorni. Giuseppe è stato un esempio di contagioso altruismo e un infaticabile cultore delle radici della nostra Riccione. Ha fatto del bene, ne ha fatto davvero tanto. Come sindaca mi impegno a onorarne la memoria come merita insieme alla sua famiglia e alla sua Famija Arciunesa, a cui vanno le mie più sentite condoglianze. Ciao Giuseppe, Riccione ti deve tanto”.

Venerdì 28 giugno ore 15,30, davanti alla sede di Famija Arciunesa presso il Parco della Resistenza in via Montebianco, tutta la città darà l’ultimo saluto a Giuseppe Lo Magro. Sarà un momento di raccoglimento da vivere insieme, per volontà dello stesso Giuseppe, davanti alla sede dell’associazione per raccontare, attraverso il ricordo di chi gli ha voluto bene, un riccionese innamorato come pochi della sua città.