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cumulo di pene

Denunciato dalle due ex fidanzate e dalla madre, 47enne finisce in carcere

In foto: una donna perseguitata (repertorio)
una donna perseguitata (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 19 giu 2024 19:56 ~ ultimo agg. 20 giu 12:29
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Nel 2011 fu denunciato dall’allora fidanzata per stalking, poi cinque anni più tardi anche la seconda donna con la quale aveva avuto una relazione durata alcuni anni decise di denunciarlo perché lui non riusciva a rassegnarsi alla fine della loro storia. Anche la madre, stanca delle sue continue richieste di denaro, non aveva avuto altra scelta se non quella di rivolgersi alle forze dell’ordine. Alle tre denunce a suo carico sono seguiti altrettanti processi, che, tra patteggiamenti e condanne, gli sono costati il carcere per cumulo di pene. Questo riminese di 47 anni è tuttora detenuto dal febbraio 2022 e i suoi guai con la giustizia sono sul punto di allungarsi dal momento che a ottobre è attesa la sentenza per il terzo processo che lo vede imputato ancora una volta per stalking nei confronti dell’ultima ex fidanzata.

Le sue disavventure amorose iniziano circa 14 anni fa. Il 47enne non è un tipo violento, tutt’altro. Però, quando le sue relazioni finiscono, lui insiste a tal punto da travalicare il confine del lecito. Appostamenti sotto casa e fuori dal luogo di lavoro, telefonate e messaggi a tutte le ore del giorno e della notte, continue richieste di chiarimenti. Le sue ultime due ex temono che questa ossessione possa indurlo a compiere gesti sconsiderati e decidono entrambe di denunciarlo. Nel 2013 patteggia un anno e 10 mesi di reclusione (pena sospesa); nel 2018 invece viene condannato a due anni e sei mesi, pena non sospesa considerata la recidiva. Il suo conto con la Giustizia si arricchisce per un secondo patteggiamento a 8 mesi per l’evasione dai domiciliari: era estate e faceva così caldo da dover uscire a prendere una bottiglietta d’acqua fresca.

Il suo rapporto burrascoso con le donne riguarda anche la madre, che anni fa lo ha denunciato per maltrattamento. Colpa delle continue richieste di denaro che la donna non riesce a soddisfare e che sfociano in scenate, liti e insulti. Anche in questo caso mai un dito alzato contro la madre, ma la tremenda sensazione che il 47enne sia una pentola a pressione pronta ad esplodere da un momento all’altro. Per i maltrattamenti, il riminese viene condannato a 2 anni in primo grado (sentenza appellata e in attesa di definizione). Finita qui? Purtroppo no, perché la seconda fidanzata, quella che l’aveva già denunciato una volta, è costretta a farlo nuovamente. Il reato? Sempre quello: atti persecutori. Attualmente è detenuto a Castelfranco Emilia, lavora come contadino in una serra del carcere e il suo difensore, l’avvocato Marco Lunedei, assicura che “ora è un’altra persona, ha compreso i suoi errori ed è pronto a ripartire”. Sulla testa del 47enne, però, pende la spada di Damocle del terzo processo per stalking. La sentenza è attesa il prossimo ottobre.