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Regione in trasferta a Rimini

Il futuro delle colonie. Appello dei comuni: servono norme che aiutino il recupero

In foto: lo scheletro della colonia Novarese
lo scheletro della colonia Novarese
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 31 mag 2024 15:08 ~ ultimo agg. 1 giu 10:35
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Trasferta a Rimini per la III commissione Territorio e ambiente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna chiamata a discutere le prospettive di rilancio delle colonie marine che costellano la costa adriatica: 250 quelle censite e almeno i due terzi inutilizzate o abbandonate, con conseguente degrado. Presenti anche gli amministratori locali che, con una linea comune, hanno sottolineato l’urgente necessità di adeguare le norme regionali alle peculiarità del tratto costiero romagnolo per creare condizioni che incoraggino il recupero delle colonie marine bloccate invece nel degrado anche a causa di complicazioni burocratiche e incertezze che ne frenano la riqualificazione.

A prendere la parola per primo è stato il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad che ha evidenziato l’importanza di interventi rapidi per procedere con l’esproprio, quindi la demolizione e infine la riqualificazione di queste strutture, anche in un’ottica più generale di miglioramento della vita della comunità locale. “Noi, come Comune di Rimini – ha detto il primo cittadino – abbiamo progetti in essere sulle colonie ex Enel, Murri e Novarese. Soprattutto sulla prima chiediamo, e approfittiamo della presenza odierna, alla Regione di procedere con il via libera agli atti amministrativi che permettano in pochi mesi al Comune di acquisire attraverso esproprio quel gigantesco mostro marino degradato nella zona sud della nostra Marina e, attraverso il piano dell’arenile che proprio oggi vedrà depositati gli atti per il percorso di adozione in consiglio comunale, demolito e restituito ai cittadini di Marebello e Rivazzurra sotto forma di verde, servizi e spazi pubblici. Chiediamo a questa assemblea legislativa di procedere all’ok prima della chiusura anticipata di questa legislatura, così da poter dare certezze anche ai privati con i quali la collaborazione è fondamentale. Allo stesso modo per la Murri, la Novarese e la Bolognese, con proprietà pubbliche e private, la cui ‘resurrezione’ è stata oggettivamente frenata da un coacervo di norme e leggi sovrapposte che ne rendono impossibile nei fatti il recupero. E chi afferma che toccherebbe al pubblico acquisirle e poi riqualificarle non sa cosa dice, sia in termini finanziari che soprattutto funzionali. Credo che uno dei compiti prioritari della prossima legislatura regionale sia proprio questo: costruire le condizioni per agevolare non un business ma la restituzione di un bene come questo, in area strategica, alle comunità e alla speranza di futuro di queste comunità. E lo deve fare cominciando a ragionare, contemporaneamente ai progetti già in essere ma in fretta, di un Piano strategico delle colonie”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la sindaca di Riccione Daniela Angelini che ha sottolineato la necessità di preservare la storia di queste strutture senza permettere però che il degrado continui a minacciare l’immagine d’ingresso della città. “Un degrado inaccettabile a 50 anni di distanza dalla loro dismissione”, ha detto, ribadendo l’impellenza di poter contare su strumenti che consentano di procedere con la riqualificazione.

A condividere la richiesta anche l’amministratore Roberto Maggioli di Bellaria Igea Marina che ha posto l’attenzione sull’importanza di una collaborazione attiva con il privato per superare le restrizioni economiche contro le quali i Comuni si scontrano. Alla luce di ciò, “le maglie urbanistiche e tecniche dovrebbero essere allargate”.

È stata poi la volta del sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli, che nel corso del suo dettagliato intervento si è soffermato sul potenziale di diversificazione turistica che le colonie offrono, immaginando anche una loro conversione in strutture sportive e aree ricreative. “Solo su Cesenatico abbiamo 500 mila metri cubi di volumi di edifici, di cui 471 a ponente e circa 72 mc a levante: capiamo da questo numero quanto sia importante il tipo di normative che in futuro andremo sviluppare”, ha premesso il sindaco, evidenziando poi come la rifunzionalizzazione di questi immobili possa contribuire significativamente a rianimare le aree ad oggi in degrado.

A seguire il dirigente del comune di Ravenna ha approfondito gli aspetti tecnici della normativa, sottolineando come semplificare la procedura attuativa per il rilancio dell’offerta turistica della costa con un approccio equilibrato e ben ponderato.

Per i consiglieri regionali del Partito democratico “a fronte di un numero molto elevato di colonie che in alcuni casi rappresentano problematiche per i territori, l’obiettivo condivisibile è cercare in tutti i modi di individuare strumenti normativi, anche sotto forma di incentivi economici“. L’invito è stato poi quello “di predisporre una risoluzione o ordine del giorno per dare valore formale alle riflessioni fatte nel corso della seduta: il tema delle colonie rimane una delle criticità maggiori per la costa. La rigenerazione va presa anche dal punto di vista delle funzioni di determinate aree dei territori“.