Per cinque anni è stato sotto processo per violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia minorenne della sua compagna. Un’imputazione che l’uomo, un 47enne residente in provincia di Rimini, difeso dagli avvocati Giovanna Ollà e Francesco Pizzuto, ha sempre respinto con tutte le sue forze fin dal principio e che questa mattina è caduta davanti al tribunale collegiale di Rimini, che l’ha assolto in primo grado per non aver commesso il fatto, nonostante l’accusa avesse chiesto una condanna severa: sette anni e dieci mesi di reclusione.
Le presunte violenze, consistite in un bacio a stampo e in una serie di palpeggiamenti e toccamenti avvenuti nel lettone di famiglia, sarebbero durate dal 2016 al 2018, quando la ragazzina aveva circa 14 anni. Stando al racconto dell’adolescente, l’uomo aveva approfittato dell’abitudine familiare di dormire tutti insieme nel letto matrimoniale formato ‘king size’ (lui, la madre di lei, la ragazzina e un’altra figlia piccola nata dalla relazione con la donna) per mettere in atto le sue ‘attenzioni morbose’. Complice il sonno pesante della compagna, il 47enne avrebbe in più occasioni palpeggiato la minore nelle parti intime e al seno con una certa insistenza. L’adolescente avrebbe taciuto per anni quelle violenze, rese note solo dopo aver avuto un grosso litigio con l’uomo, che l’aveva cresciuta fin dalla tenera età come un padre. Fu una confidenza fatta alla zia a scoperchiare anni di presunti abusi.
A seguito di quelle rivelazioni, la madre – che in un primo momento non ha saputo se credere alla figlia o al compagno – decise di interrompere la relazione con l’uomo. I legali dell’imputato nel corso del processo hanno evidenziato alcune discrepanze e contraddizioni nel racconto dell’allora minore, oggi ventenne, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Giuseppe Cancelliere. La difesa ha inoltre messo in evidenza alcune piccole bugie, seppur non riguardanti gli episodi oggetto del processo, che la ragazzina avrebbe raccontato all’epoca. L’odierna sentenza di assoluzione ha cancellato – almeno per ora – quelle accuse infamanti che il 47enne ha dovuto sopportare per cinque anni e che ha vissuto come una vera ingiustizia.