Ambientalista della prima ora e da sempre impegnata in progetti a favore della sostenibilità ambientale ha deciso di prendere carta e penna e scrivere una lettera aperta a Pier Silvio Berlusconi contro l’uso delle bottiglie di plastica che riempiono i programmi televisivi Mediaset, in particolare il Grande Fratello. A scrivere all’AD di Mediaset e per conoscenza anche ad Agicom, è la riminese Manuela Fabbri, dal 2018 presidente di Basta Plastica in Mare Network. Nella lettera si rivolge a Berlusconi, padre e imprenditore, perché si adoperi per eliminare l’uso delle bottiglie monouso dal programma, tanto seguito anche da un pubblico giovane. La Fabbri è consapevole che si tratti di marketing, ma invita l’AD a tenere conto di un tema etico di stringente importanza, in un pianeta, per terra e per mare, che sta soffocando nella plastica.
Scrive: “Non basta più riciclare, il recupero in molti casi è impossibile. Già le micro e nano plastiche sono entrare nella catena alimentare, le respiriamo, le beviamo, le mangiamo, sono nella placenta umana e ovunque”. E ancora: ” Lei sa certamente che le bottigliette di plastica ormai sono considerate out che le persone viaggiano soprattutto con le borracce. Che nei convegni si usa il vetro, perfettamente riciclabile e che non inquina. Pensa che sia etico incentivare i giovani ad assumere comportamenti sbagliati? Che basti qualche attrezzo ginnico, sauna e piscina per avere cura degli inquilini e di chi li spia (ed imita) per tanti mesi?”
Secondo una ricerca realizzata negli Usa ci sono fino a 370mila frammenti di particelle di plastica per ogni litro nei prodotti in plastica. Si tratta in larga parte (circa il 90%) di nanoplastiche, riconducibili a sette tipologie differenti. Tra queste, come ci poteva attendere, figurano quantità significative di PET, il polietilene tereftalato, utilizzato su larga scala per imbottigliare il 70% delle bottiglie per bevande e liquidi alimentari di tutto il mondo.
Gentile Pier Silvio Berlusconi,
mi rivolgo a lei poiché è uomo di valori e padre. La seguiamo da tempo e sappiamo quanto tenga ai buoni comportamenti (meno parolacce e trash) certamente per questione d’immagine di Mediaset, ma a noi piace credere anche per divulgare contenuti “sani”. Chi le scrive a nome di tanti è una signora anziana che da sempre si occupa di comunicazione, che però ha scelto di scriverle personalmente, senza le firme di associati, amici e collaboratori che avrebbero reso questo messaggio meno personale. Mi è capitato di collaborare con la mia agenzia di pubblicità di allora (anni ’80) con le reti Fininvest, all’inizio dell’avventura di suo padre che ho ricordato nei giorni della scomparsa per il beneficio che egli, in termini di concorrenza televisiva rompendo il monopolio Rai, ha introdotto in Italia. Sebbene, pur avendo avuto per un periodo alcuni amici in comune sia professionali che politici tra i quali, Marco Pannella ed Emma Bonino, io non sia mai stata una sostenitrice della “sua” politica.
Questo per dirle che vorrei lei non mi considerasse una nemica, ma una persona estremamente laica e una nonna che alla stregua di tante desidera lasciare un mondo non troppo peggiore di come l’ha ereditato a sua volta, alle nipoti (le mie sono due ragazze coetanee delle sue figlie), come purtroppo tra guerre, disumanità e degrado invece accadrà. E’ vero che da sempre sono anche un’ecologista un po’ rompi ma non integralista, semplicemente realista e senza paraocchi. Dal 2018 sono presidente di una associazione ambientalista non profit che, nata dal basso a Rimini, ma con prodromi più antichi, per stretta contestualità si chiama appunto Basta Plastica in Mare Network. Credo che il titolo che ci siamo dati già ben esprima missione e obiettivi. Abbiamo uno statuto preciso che ci impone di prestare la nostra opera per la prevenzione e l’educazione nella riduzione della plastica monouso e contro ogni sua dispersione, per terra e per mare, appunto tra i giovani soprattutto. Purtroppo ovunque i mari, gli oceani e tanti fiumi sono saturi di plastica, di più in Asia e in Africa luoghi in cui noi dall’Occidente la esportiamo. Perché? Non ci sono tante alternative se non la riduzione dei consumi. Non basta più riciclare, il recupero in molti casi è impossibile. Già le micro e nano plastiche sono entrare nella catena alimentare, le respiriamo, le beviamo, le mangiamo, sono nella placenta umana e ovunque. Non intendo farle lezioncine, sa certamente quel che serve sapere e già si chiederà perché le faccio perdere tempo. E’ presto detto: su questo argomento anche lei, a capo di una potenza della comunicazione quale è Mediaset, ha precise responsabilità. Noi ci occupiamo di educazione giovanile, dalle scuole materne all’università: abbiamo anche istituito due premi di Laurea e di Ricerca sulla salute del mare e la sostenibilità nel turismo per neolaureati a UniBo, Campus di Rimini per circa 14.000 euro. Da mesi io personalmente seguo il programma in oggetto poiché mi interessano i comportamenti giovanili e mi arrovello a pensare come chiederglielo. Cosa? Di far cessare quell’abuso di bottiglie d’acqua di plastica al Grande Fratello. Lei sa benissimo, altrimenti non avrebbe tutti quegli sponsor/fornitori ufficiali, che lo spirito di emulazione dei loro miti/modelli più visti, ammirati, affermati, è tra i giovani ciò che maggiormente li condiziona. Immagine, apparenza, esaltazione dei ruoli di giovani uomini e giovani donne, in qualche modo nell’ambito dello spettacolo. Dunque vederli continuamente bere attaccati direttamente alle bottiglie di plastica, ben inquadrati durante la diretta televisiva, è una evidente maleducazione che divulga, volutamente, una cattiva pratica. E questo accade in una casa, dove non servirebbe neppure una borraccia, poiché basterebbe riempirsi un bicchiere dalla bottiglia di vetro o dal rubinetto, magari che eroghi acqua filtrata. Noi in Romagna beviamo la cosiddetta “acqua del sindaco” poiché in buona parte proviene dalle sorgenti delle Foreste Casentinesi e la diga di Ridracoli. Mentre nella casa del Grande Fratello anche durante le riprese della diretta con Signorini e Buonamici testimoni, le bottiglie e bottigliette di plastica sono evidentemente raccomandate dagli autori, in bellavista in ogni inquadratura, come fossero una decorazione della quale andare orgogliosi. E sappiamo cosa significa. Marketing. Plastica, fumo e cibo spazzatura, gli snack in busta. E questo accade 24 ore al giorno, anziché utilizzare un programma così tanto amato dai giovani per contaminare l’audience fidelizzata con comportamenti virtuosi che insegnino loro a rispettare l’ambiente e ad amarsi, preservando la salute del pianeta e di loro stessi. Lei sa certamente che le bottigliette di plastica ormai sono considerate out che le persone viaggiano soprattutto con le borracce. Che nei convegni si usa il vetro, perfettamente riciclabile e che non inquina. Pensa che sia etico incentivare i giovani ad assumere comportamenti sbagliati? Che basti qualche attrezzo ginnico, sauna e piscina per avere cura degli inquilini e di chi li spia (ed imita) per tanti mesi? Io sono antiproibizionista. Non credo che proibire il fumo sia utile, così come forse non lo sarebbe proibire le bottiglie di plastica nonostante le ultime ricerche abbiano avvalorato quanto le particelle di nano e microplastica disciolte siano disperse al loro interno (ricerca allegata). E non so se informare che il fumo fa male abbia indotto i giovani a recedere, non mi pare, vedendoli. Ma di qui a far replicare dai propri miti le abitudini peggiori non crediamo sia uno stile di comunicazione appropriato, per così dire. Mentre lo sarebbe informare sulla necessità di ridurre i consumi di packaging e di plastica monouso facendone conoscere i danni, irreversibili per l’ambiente e il nostro corpo. Poi infine, si sa, sono i consumatori a decidere. E voi a Mediaset lo sapete bene. Sono le nostre scelte individuali a determinare il mercato, ma persone come lei e altri, uomini e donne potenti della comunicazione, hanno una responsabilità particolare poiché possono condizionare le scelte di tanti, non crede, gentile Piersilvio? Oramai, dopo cinque mesi, il Grande Fratello sta finendo. Sono dunque fiduciosa di una sua cortese, e appropriata, risposta, magari compensativa? Cordialità, Manuela Fabbri
NB: AGCOM è in indirizzo per conoscenza poiché spesso la pubblicità delle bottiglie di plastica anche in RAI, sembra voler essere “occulta”; non è comunicata come invece dovrebbe quando si tratta di pubbliredazionali e/o sponsorship. L’offensiva dei produttori di acqua nella plastica è evidente, nonostante l’Italia sia tra i maggiori consumatori (ancora) tanti stanno optando per l’acqua del rubinetto, filtrata o non, e ora la pubblicità si è fatta più aggressiva.