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Sanità nel caos

Sanità privata accreditata: col taglio delle tariffe a rischio migliaia di prestazioni

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 28 nov 2023 10:52 ~ ultimo agg. 18:32
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Ogni anno in Emilia Romagna le strutture private accreditate erogano 4 milioni di prestazioni sanitarie con tariffe ferme ormai da 27 anni. Dal prossimo anno però queste tariffe saranno ritoccate, non al rialzo ma con cali consistenti. E non è una buona notizia per i cittadini, perché questa diminuzione metterà a rischio un milione di prestazioni come Tac e risonanze (stima una ricerca commissionata a Nomisma). A lanciare il grido d’allarme sono Aiop e Anisap che rappresentano l’ospedalità privata e le istituzioni sanitarie ambulatoriali private. Le due associazioni regionali puntano il dito sulla delibera adottata dalla Regione lo scorso 23 ottobre, prima in Italia (poi seguita dal Lazio), per adeguarsi al decreto ministeriale per contenere i costi della sanità. Le nuove tariffe entreranno in vigore il 1° gennaio 2024. Alcune regioni, come il Veneto, hanno prorogato le tariffe vecchie di altri sei mesi in attesa che si risolva l’impasse ma il rischio è serio perché, evidenziano le associazioni, se le cose non cambieranno molti medici potrebbero anche spostarsi fuori dall’Emilia Romagna. Per non parlare dell’allungamento delle liste d’attesa, già ora un grosso problema. E’ bene ricordare che il privato accreditato lavora in piena sinergia con le Asl, erogando prestazioni in rapporto diretto con il Cup e dietro a pagamento del solo ticket come un qualsiasi ospedale. Il nuovo tariffario prevede, ad esempio, per le visite specialistiche l’erogazione di un importo che va dai 23 ai 18 euro lordi e un calo delle attuali tariffe per risonanze, tac e diagnostica per immagini fino al 30-35%. Aiop e Anisap auspicano di ricucire lo strappo con la Regione con cui, non più tardi della primavera scorsa, avevano sottoscritto un protocollo di intesa da 330,4 milioni di euro, con un taglio di 30 milioni rispetto al 2022 a carico dei privati, per garantire i 4.800 posti letto dell’ospedalità privata convenzionata (e 8.500 posti di lavoro). Ma sul piatto c’è anche un ricorso presentato al Tar del Lazio da FederAnisap con la richiesta di sospensiva del provvedimento del Governo Meloni.