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Concessioni: annullata sentenza Consiglio di Stato su stop proroghe

la sede del Consiglio di Stato

Nessun colpo di scena ma una novità che viene salutata positivamente dalle associazioni che tutelano i concessionari balneari. Nel pieno del caos sulle concessioni, è arrivata infatti la decisione della Corte di Cassazione di annullare la sentenza con cui il Consiglio di Stato nel 2021 aveva bocciato la proroga al 2033 e aveva ricordato a giudici e pubbliche amministrazioni l’obbligo di disapplicare qualsiasi norma in contrasto con il diritto eurounitario. Anche le eventuali proroghe alle concessioni decise quindi dal Governo. La sentenza della Suprema Corte è legata solo a motivi procedurali ma non entra nel merito della legittimità delle proroghe sulla quale dovrà nuovamente pronunciarsi il Consiglio di Stato. La Cassazione, di fatto, ha accolto il ricorso presentato dal Sib-Confcommercio e della Regione Abruzzo che erano state escluse ingiustamente dal processo rendendo la sentenza impugnata “affetta dal vizio di eccesso di potere denunciato sotto il profilo dell’arretramento della giurisdizione rispetto ad una materia devoluta alla cognizione giurisdizionale del giudice amministrativo.” La Cassazione ha anche menzionato che il Consiglio di Stato dovrà tener conto delle nuove leggi che il parlamento e il governo emanano esercitando “i poteri normativi loro spettanti”. La sentenza del Consiglio di Stato, ora annullata, era stata il presupposto da cui era partito il governo Draghi per varare la legge 118 del 2022 col ricorso alle evidenze pubbliche per attribuire le concessioni demaniali. Una legge a cui ancora mancano i decreti attuativi per essere applicata.

La vicenda balneare con questa sentenza è ad una importante svolta – dice Riccardo Ripa, presidente del SIB-Confcommercio della provincia di Rimini –. La sua soluzione come sempre riteniamo che spetti al Parlamento e non ai giudici. Ma con questa sentenza della Corte di Cassazione nella sua massima e autorevole espressione si stigmatizza l’abuso del Consiglio di Stato e si effettua un richiamo al rispetto delle prerogative del parlamento. Con questa sentenza si elimina, pertanto, una pesante ipoteca del Consiglio di Stato sulle “prerogative legislative del governo e del parlamento”. “Ora ci aspettiamo che finalmente arrivi ulteriore chiarezza – prosegue –, a cominciare dal parlamento e dal governo, a cui questa sentenza riaccredita ufficialmente il diritto di esercitare il proprio potere normativo sulla questione. In passato la politica è stata assente e quel vuoto è stato colmato dal comparto giudiziario: abbiamo bisogno che la politica torni al centro di questa partita perché questo è il suo compito. I tempi degli indugi sono finiti: ci attendiamo risposte definitive e celeri per programmare il futuro di migliaia di famiglie e di imprese, in particolar modo sul nostro territorio da sempre vocato al turismo balneare”.

Alla luce di queste novità – si legge in una nota di Confartigianato Imprese Demanialiauspichiamo che il Governo, urgentemente e con i risultati della mappatura del tavolo Tecnico Consultivo, concordi con l’Europa una norma che metta fine in maniera definitiva a una situazione che da troppi anni si sta trascinando portando incertezze ad un settore che, invece, ha bisogno di investimenti a garanzia del prodotto turistico e a salvaguarda delle imprese a gestione famigliare che finora hanno gestito il demanio balneare. Certamente ora si apre una stagione nuova in questa interminabile vicenda, confidando che finalmente si possa fare luce utilizzando il buonsenso in un settore nevralgico dell’economia del Paese“.

Non cambia nulla rispetto alla scadenza del 31.12.2023, essendo tale data ormai “legificata dalla legge Draghi“.” è invece il commento dell’avvocato Roberto Biagini del Co.na.ma.l.Ultimo passo della motivazione – prosegue –: << Non può essere accolta la richiesta di enunciare, ai sensi dell’articolo 363 cod. proc. civ., i principi di diritto nell’interesse della legge sulle questioni trattate nei restanti motivi assorbiti, sulle quali spetterà al Consiglio di Stato pronunciarsi nuovamente, anche alla luce delle sopravvenienze legislative, avendo il Parlamento e il Governo esercitato, successivamente alla sentenza impugnata, i poteri normativi loro spettanti>>.. E’ una una vittoria di Pirro…..In buona sostanza dice: “Si è vero SIB e Regione Abruzzo, dovevate partecipare al giudizio davanti al Consiglio di Stato e hanno sbagliato ad estromettervi. Annullo la sentenza e rinvio tutto al Consiglio di Stato il quale dovrà giudicare anche con la vostra presenza”. Poi la n. 17 delle 2 sentenze Gemelle (a voler essere formali) rimane. Quindi il primo di Gennaio 2024 scade tutto in ogni caso. Non ha nessun effetto pratico.“.

Assobalneari:

Tutto sbagliato, tutto da rifare come diceva il grande Gino Bartali. Infatti oggi la Cassazione a sezione unite accogliendo il ricorso della regione Abruzzo, unica regione d’ Italia ad averlo presentato insieme ai balneari, ha azzerato, cancellato , spazzato via dall’ ordinamento giuridico la sentenza della plenaria del CDS che non può più essere citata né da tribunali né dalla Commissione europea e tantomeno dalle amministrazioni pubbliche sulla vicenda balneari. Questo è un esempio che le sentenze se sono sbagliate vanno combattute e non accettate, come del resto il Tar Lecce coraggiosamente, e con grande coerenza, aveva fatto, discostandosi da una sentenza dispotica che oggi viene finalmente rimossa dal mondo giuridico. E noi balneari non ci siamo mai rassegnati ad una ingiustizia che molti giornali hanno anche mascherato ed appoggiato con una informazione strumentalizzata, denigrando un intero comparto economico”. Lo dichiara Fabrizio Licordari presidente di Assobalneari Italia Federturismo Confindustria.
“Ora – spiega – il Governo ha una grande opportunità per dare un significato al risultato della mappatura ai fini della corretta applicazione dell’art 11 della Direttiva Bolkestein e non il 12 ingiustamente applicato, ed anche per rispondere per le rime alla lettera della Commissione europea. Il castello di menzogne costruito contro le imprese balneari comincia a vacillare e perdere di consistenza“.

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