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Bonus psicologo per 36 riminesi, la maggior parte adolescenti

Sono 36 le richieste, di cui la maggior parte under 18 (33), che potranno godere del contributo del Bonus psicologico promosso dal Distretto socio-sanitario di Rimini a integrazione di quello previsto dallo Stato.

Una misura economica, per un massimo di 1200 euro che era stata pensata per caragiver, tre i beneficiari, e adolescenti (con Isee pari o inferiore a 25 mila euro) finalizzata a sostenere il costo di uno specialista in caso di un disagio psicologico che può essere connesso a stress, ansia, depressione.

Quello del benessere psicologico è un tema fondamentale intorno al quale, negli ultimi tempi, grazie a una nuova sensibilità e consapevolezza diffusa, molti tabù e stereotipi hanno cominciato ad ‘andare in pensione’ – è il commento di Kristian Gianfreda, Assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini e Presidente del Distretto socio sanitario di Rimini -. Proprio alla luce della centralità della salute mentale, l’anno scorso come Distretto socio-sanitario di Rimini abbiamo deciso di finanziare la misura del Bonus psicologico, un unicum in Italia, che si integra e addiziona a quello previsto dal Governo. Un servizio che ci ha permesso di estendere la platea di beneficiari, andando anche a coprire delle domande non esaudite dall’esecutivo nazionale”.

  “Tra l’altro, è proprio notizia di ieri – continua l’Assessore comunale – la firma da parte del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, del decreto attuativo che dà il via libera al Bonus psicologo con uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2023 e 8 milioni di euro per il 2024, che si traduce, nella pratica, in un massimo di 1500 euro per i rediti con Isee inferiore a 15 mila euro, un massimo di 1000 euro per i redditi con Isee compreso tra i 15 mila e i 30 mila euro, 500 euro per i redditi con Isee superiore a 30 mila ma inferiore a 50 mila euro. Una bella notizia? “ni”. Da un lato il rifinanziamento denota un’attenzione su un tema che fino a poco tempo fa era considerato di Serie B rispetto a tanti altri aspetti legati al concetto di salute, dall’altro lato, però, i fondi nazionali restano troppo bassi, con il rischio di lasciare senza un adeguato supporto troppe persone  – giovani e meno giovani – che ne avrebbero bisogno. La salute mentale è salute, non dobbiamo dimenticarcelo. Al di là dei bonus, inoltre, è urgente intervenire con politiche strutturali e una visione a lungo termine, che ponga le basi per una più equa e accessibile assistenza. Noi come Distretto, seppur nel nostro piccolo, stiamo mettendo in campo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”.

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