A processo per aver rubato le offerte dei fedeli, ma il parroco lo perdona
Ha rubato le offerte dei fedeli che erano contenute nella cassetta del presepe, ma il parroco durante l’udienza di apertura del processo per furto aggravato ha perdonato il ladro invocando “la misericordia di Dio”. Il furto, compiuto da un 34enne residente in provincia di Rimini, risale al 17 gennaio 2022 e si consuma nella chiesa parrocchiale di Osteria Nuova di Montelabbate, piccolo comune in provincia di Pesaro Urbino.
Il parroco, che risiede nell’appartamento sopra la chiesa, sente degli strani rumori, come di mobili spostati. Così, decide di visionare le telecamere collegate con chiesa e parrocchia e si accorge della presenza di un estraneo indaffarato a rovistare tra i mobili della sacrestia e la cassetta delle offerte. A quel punto decide di scendere per chiedergli spiegazioni. Il 34enne, ritrovatosi faccia a faccia con il religioso, cerca una scusa, gli dice che stava semplicemente curiosando, lo rassicura spiegandogli che non aveva cattive intenzioni. Poi scappa e sale a bordo di un’auto con la quale si allontana.
Quando l’uomo se n’é già andato, il sacerdote si accorge che dalla cassetta delle offerte dei fedeli, collocata vicina al presepe, sono spariti i soldi all’interno, circa un centinaio di euro. Immediato scatta l’allarme ai carabinieri e la conseguente denuncia. Grazie all’analisi dei fotogrammi delle telecamere interne e al modello dell’auto utilizzata per la fuga, i militari dell’Arma risalgono al 34enne del Riminese. Il parroco davanti alle foto del sospettato non ha dubbi (“E’ lui”) e così viene arrestato. Lunedì in aula l’anziano prete vittima del furto si è presentato accompagnato dall’altro sacerdote della parrocchia. A precisa domanda del giudice se volesse portare avanti la querela nei confronti del ladro, il religioso ha risposto: “No, signor giudice, invoco la miseria e il perdono di Dio”. Mancando la querela di parte, così come prevede la legge Cartabia, il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere. L’imputato, che non era presente al processo, era difeso d’ufficio dall’avvocatessa Claudia Fabiani del foro di Pesaro Urbino.