Stalking sul lavoro, lei lo respinge e lui: "Ti uccido in centro a Riccione"
Attualmente è detenuto nel carcere di Ancona e il prossimo 13 novembre dovrà comparire davanti al tribunale monocratico di Rimini per l’inizio del processo che lo vede imputato per stalking nei confronti di una collega di lavoro che ha più volte respinto le sue avances. Così ha deciso il gip Raffaella Ceccarelli, che ha disposto su richiesta del pubblico ministero Luca Bertuzzi il giudizio immediato nei confronti di un 36enne riminese, residente a Riccione, difeso dagli avvocati Andrea Lepri e Massimo Campana.
E’ lì, nella Perle Verde, che i due si erano conosciuti questa estate dopo aver lavorato insieme per un periodo in un hotel tre stelle. Lui si era invaghito della collega, che però non ricambiava il suo interesse. Davanti ai ripetuti no, il 36enne sarebbe andato su tutte le furie mettendo in pratica una vera e propria persecuzione. Messaggi minatori anche sui social (“Con un bel coltello di 20 centimetri alla gola… la uccido qui in centro a Riccione”, scriveva ad un’amica della donna) e continue telefonate (addirittura 40 in una sola notte), ma anche appostamenti sotto l’hotel e sotto casa. Come lo scorso 14 agosto, quando era stato intercettato dai carabinieri in una via adiacente in possesso di due grosse pietre.
A nulla era valso l’ammonimento del questore di Rimini notificatogli il 10 giugno. Il riminese, infatti, aveva reiterato le condotte moleste. Una settimana prima dell’arresto, ecco che si era ripresentato davanti all’hotel dove lavorava la donna urlando frasi oltraggiose e lanciando persino alcuni sassi.