“Anche qui in Romagna c’è un conto da pagare. E non per colpa di un gruppo di scrocconi che si sono alzati dal tavolo senza pagare“. Lo dice il parlamentare Pd ed ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi alla premier Giorgia Meloni, aggiungendo che “qui è stato il governo a scappare dopo la devastante alluvione” di maggio. Di fronte alla vicenda ‘albanese’ con Meloni che ha detto di aver pagato il conto degli italiani scappati da un ristorante e alla questione degli alluvionati, dice Gnassi, “sembra tutto già visto. Incapace nelle cose concrete e nei fatti di arginare l’inflazione e il caro vita, di utilizzare risorse europee e rispondere a catastrofi come l’alluvione, la presidente Meloni corre dietro a video e a trovate estemporanee“. Quello che riguarda la Romagna, incalza, “è il conto di quella che è stata classificata come la terza catastrofe ambientale mondiale del primo semestre 2023. È il conto degli autospurghi e delle idrovore che hanno aspirato acqua e fango. È il conto delle ruspe che hanno iniziato a liberare le strade dalle frane e a ricostruire gli argini. È il conto delle case distrutte, delle cose care perse per sempre. È il conto degli idraulici, degli elettricisti e di imprese travolte e di famiglie rimaste senza casa“. Insomma, “c’è questo conto da pagare ed è salato” prosegue Gnassi, concludendo: “Aspettiamo che con la stessa solerzia, con la stessa velocità di reazione venga pagato anche questo conto, dopo la letterina di ferragosto all’Emilia Romagna dove si diceva che va tutto bene. Qui non c’è qualcuno che è scappato dal ristorante, ma un governo intero da una regione colpita duramente da una alluvione devastante“.