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Addio a Cesare Finzi, sopravvissuto alla Shoah

Cesare Finzi, classe 1930, nato a Ferrara, ci ha lasciato.  Figura di spicco della Comunità Ebraica ferrarese, di cui è stato consigliere, cittadino onorario di Cattolica, primario cardiologo dell’ospedale di Faenza, Finzi è stato un testimone intancabile della Shoah.

Vittima delle leggi razziali fu salvato in Romagna dalla deportazione.

Espulso dalla scuola italiana a causa delle leggi razziali del 1938, in seguito studiò nella scuola ebraica di via Vignatagliata dove ebbe tra i suoi professori anche Giorgio Bassani. Poco dopo l’8 settembre 1943, a 13 anni, per evitare la cattura fu costretto a fuggire dalla sua città.

Arrivò con la famiglia a Gabicce e ottenne nuovi documenti falsi. Fondamentale fu l’aiuto di Guido Morganti, il sarto a cui avevano chiesto di confezionare dei cappotti, in previsione di una fuga lunga: in due giorni organizzò il trasferimento degli ebrei e li portò personalmente con un carro trainato dai buoi a Mondaino, dove il gruppo riuscì a nascondersi scampando alla deportazione.

Cesare Finzi si è impegnato una vita intera per ricordare, raccontare ai giovani, che tanto aveva nel cuore, che cosa è stata la Shoa, che cosa l’uomo è stato capace di fare, in bene e in male. Sulla sua storia Finzi ha pubblicato il libro “Qualcuno si è salvato. Ma nulla è stato più come prima”.

Ricordiamo con emozione la straordinaria intervista a noi rilasciata per il progetto “Memorie dalla Linea Gotica Orientale” in cui Finzi racconta gli anni della persecuzione ebraica, la fuga da Ferrara e gli anni passati a Mondaino, l’arrivo della Linea Gotica e i giorni passati sotto i bombradamenti:

 

 

 

 

 

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